Come rilanciare economicamente un’impresa?
E’ stato individuato un modo nuovo per rilanciare un’impresa.
Di qualcuna di queste dicono, per esempio, che il ministero non concederà il finanziamento ad un dato progetto, non per i motivi che vorrebbero far credere (opposizione di enti locali), ma perché la domanda è incompleta oppure presentata fuori tempo.
Poi si presenta la richiesta di autorizzazioni, con progetti e documentazioni che spesso sono sbagliate, non aggiornate, poco dettagliate o riferite ad altre situazioni, lotti, imprese, con dati di fantasia.
Se poi il progetto viene osservato, emendato, se si fanno notare le inesattezze, se si respinge o se è necessario approfondirlo e riesaminarlo per la richiesta, ovvia, di ulteriore documentazione o di correggere il compito chiaramente sbagliato, anziché chieder scusa per aver fatto perdere tempo (quindi risorse e denaro) agli enti pubblici, si chiedono i danni.
Nel paese che si vorrebbe far funzionare al contrario o non funzionare, che si vorrebbe bruciare, incenerire, distruggere, inquinare, dissolvere succede che chi provoca i danni poi chiede di essere pagato per questo.
Questo è il modo nuovo di fare guadagno quando non si trovano funzionari che non controllano nemmeno dati semplici e riscontrabili, come per esempio i comuni.
Se ti accorgi che ho sbagliato ti chiedo i danni.
4,8 milioni di euro o 20 milioni di euro poco importa.
Immaginiamo cosa potrebbe succedere se ogni cittadino e azienda prendesse esempio.
Basta presentare richieste non evadibili, progetti approssimati e sbagliati, sperare di farseli bocciare o rinviare e poi chiedere i danni.
Nel paese della finanza creativa ci mancava il risarcimento danni per i propri errori.
Pontinia 3 aprile 2009 Giorgio Libralato
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