sabato 18 aprile 2009

Acea tra turbogas, maxi indennità manager e perdite

Acea tra turbogas, maxi indennità manager e perdite
L’Acea, del gruppo sociale fa parte la promotrice del progetto della centrale a turbogas di Mazzocchio – Pontinia, contestato da tutti i comuni della zona, dall’amministrazione provinciale di Latina e dalla Regione Lazio, alle prese anche con altri problemi.
Abbiamo letto in passato delle indagini e delle sanzioni inflitte dall’antitrust, dalle proteste dei cittadini (oltre ad indagini degli enti competenti) per la gestione dell’acqua in provincia di Frosinone, delle proteste nientemeno a Bogotà per lo stesso motivo.
Su L’Espresso in edicola in questa settimana, mentre negli Usa le proteste di Obama mettono a freno la maxi indennità ai manager, si scopre che l’America è qui con i soliti incentivi ai manager.
Andando invece a leggere le notizie della camera dei deputati si legge un’interrogazione interessante sulle partecipazioni e sul futuro di questa società.
A Pontinia intanto continuano riunioni, incontri, confronti e pareri per impedire la realizzazione di un progetto di cui nessuno ne ha spiegato i vantaggi (forse perché non esistono?), ma il cui notevole impatto sull’economia, sull’immagine e sulla certificazione di qualità dei prodotti, sull’ambiente e sulla salute dei cittadini è certo.
Le scadenze si susseguono e finora si sono fronteggiate con rispetto ma senza nessun timore, nella certezza dei diritti dell’autonomia locale a programmare e regolamentare il territorio con risultati che fanno ben sperare per il futuro.
Pontinia 18 aprile 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
Acea indennità elettriche
Andrea Mangoni, ex amministratore delegato dell’Acea, società per i servizi idrici ed elettrici di Roma partecipata al 51 per cento dal Comune, dimessosi alla fine di marzo, riceverà 3 milioni di indennità, mentre 2 ciascuno andranno a Massimiliano Salvi, ex direttore distribuzione elettrica, e a Roberta Neri, ex direttore finanziario. Pure in questi tempi difficili per i manager, dunque, all’Acea i soldi continuano a correre come l’acqua e alla velocità della luce. Questi compensi si vanno ad aggiungere agli stipendi, nel caso di Mangoni 700 mila euro l’anno, nonché a benefits e bonus periodici di varia natura. Le stock optino hanno reso a Mangoni, secondo quanto sostiene il presidente dell’Associazione piccoli azionisti Acea, 116.238 euro, mentre la Neri a ottobre ha incassato 61.620 euro e il 4 marzo 15.660. Dal canto suo l’ex presidente della società, Fabiano Fagiani, con un compenso di 1.093.000 euro figurava ai primi posti della classifica dei manager più pagati tra le società partecipate dalle amministrazioni pubbliche. Prebende che hanno fatto andare su tutte le furie i rappresentanti dei piccoli azionisti che minacciano iniziative di fuoco in occasione dell’assemblea della società il 29 aprile prossimo L.P.D. “L’espresso”
http://www.camera.it/_dati/lavori/odg/cam/allegati/20090319.htm
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
l'Acea è un gruppo industriale, il cui core business è concentrato nella produzione, vendita e distribuzione di energia elettrica, di illuminazione pubblica e artistica e di servizi idrici integrati, a favore dei cittadini e delle imprese della città di Roma e di altre realtà territoriali;
la società è quotata in Borsa dal 1999, con un andamento di crescita che ha portato, dal 2003 ad oggi, a più che triplicare il valore del titolo;
nel 2001 il gruppo Acea ha acquistato da Enel spa il ramo distribuzione di energia elettrica nell'area di Roma e con tale operazione l'Acea distribuzione spa è divenuto il secondo operatore nazionale di distribuzione di energia elettrica;
nel 2002 il gruppo Acea ha costituito con la società belga Electrabel sa la joint venture AceaElectrabel, con il compito di operare nel campo della generazione, trading e vendita di energia elettrica e combustibili vari ai clienti liberi e vincolati;
questa joint venture industriale ha consentito ad Acea di decuplicare il suo potenziale di produzione elettrica;
il gruppo Acea è, inoltre, tradizionalmente specializzato nella gestione industriale del ciclo integrato delle acque, che, affiancato a quello della filiera dell'energia, ha portato la società ad essere uno dei maggiori operatori italiani di riferimento nei servizi di pubblica utilità;
nel corso degli ultimi mesi, in linea con le strategie adottate dalle più importanti imprese multiservizi del Paese, l'Acea ha avviato alcune iniziative per realizzare la piena integrazione del settore dell'elettricità con quello del gas;
nel mese di ottobre 2008 la società Eni ha acquisito dalla società Suez-Gaz de France la belga Distrigaz, rafforzando la propria leadership sul mercato del gas europeo;
tale acquisizione si è perfezionata prevedendo la cessione alla società francese di alcuni beni di proprietà dell'Eni, tra cui la società Romanagas;
la base economica del reciproco interesse allo sviluppo della rete romana si basava con ogni evidenza sulla consolidata partnership industriale fra Suez-Gaz de France ed Acea;
nel corso degli ultimi giorni, l'andamento del titolo azionario dell'Acea ha subito un forte rallentamento, registrando in data 2 marzo 2009 un crollo del 7,89 per cento e in data 3 marzo del 4,6 per cento, tanto da spingere la Consob a chiedere puntuali chiarimenti alla società in questione;
le joint venture tra Acea e Suez-Gaz de France sono a forte rischio in conseguenza di recenti orientamenti assunti dal comune di Roma, azionista di maggioranza assoluta del gruppo Acea, con ciò rischiando di compromettere anche l'accordo già siglato tra Eni e la società francese;
ci si chiede quali siano gli scenari industriali alternativi che possano rendere conveniente per Acea un cambiamento così radicale di rotta in termini di strategia industriale e quale impatto potrebbero avere tali scenari alternativi sulla gestione e sullo sviluppo della rete romana del gas -:
quali siano le valutazioni del Ministro interpellato sui fatti riportati in premessa e se intenda adottare apposite iniziative volte a garantire le operazioni di sviluppo in ambito internazionale già assunte dalla società Eni spa, che rischiano di essere compromesse da scelte adottate al di fuori di una strategia nazionale di sviluppo del settore del gas;
se intenda rendere noto, in caso di insuccesso dell'operazione concordata da Eni con Suez-Gaz de France, quali siano gli oneri e il presumibile danno finanziario e strategico a carico della società italiana e, conseguentemente, per il sistema Paese.
(2-00339)
«Causi, Sereni, Argentin, Bachelet, Carella, Coscia, Gasbarra, Gentiloni Silveri, Giachetti, Madia, Meta, Morassut, Pompili, Recchia, Rugghia, Tidei, Tocci, Touadi, Veltroni».
(16 marzo 2009)

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