La centrale a biomasse errori casuali o voluti?
Gli articoli di oggi riportano alcune notizie false sulla centrale a biomasse progettata a Pontinia.
Per esempio sull’assenza di un deliberato comunale in materia di classificazione acustica del territorio comunale, dove esistono ben 2 delibere del consiglio comunale la n. 33 del 29/07/2008 avente l’oggetto: “adozione della classificazione acustica del territorio comunale – LR 03/08/2001 n. 18” e la numero 7 del 12/02/2008 dall’oggetto: “ adozione della proposta preliminare del piano di classificazione acustica del territorio comunale – L.R. 3 agosto 2001 n. 18”.
Un errore casuale o voluto? Una dimenticanza oppure semplice ignoranza del contesto?
E tale errore poteva modificare alcuni dei pareri favorevoli allo stesso progetto, per esempio quello della Azienda Usl di Latina (competente in materia) e dell’assessorato all’ambiente della Regione Lazio?
Oppure è un altro errore del tipo dei comuni inventati (che quindi non possono certo inviare la documentazione contraria al progetto) di La Cotarda, Fossanova e Sonnino Scalo?
E se il progetto come dovrebbe avvenire per legge entro domani venisse inviato alla Conferenza unificata siamo sicuri che sia solo per il parere negativo del comune di Pontinia oppure per gli errori nella documentazione trasmessa?
Difatti nella seduta del 27 gennaio molto imbarazzo ha destato la scoperta di documenti trasmessi al comune di Pontinia in modo incompleto ed errato che continuavano a replicare errori già censurati dalla stessa conferenza presso l’amministrazione provinciale di Latina del 30 agosto 2007.
E non è certo una forza la dichiarazione di qualcuno, ma se finora non se n’erano accorti alla Regione Lazio…..
Altra segnalazione in merito agli articoli di oggi, secondo i quali una centrale a biomasse non emetterebbe anidride carbonica. O è una nuova scoperta (qualsiasi incenerimento produce anidride carbonica) oppure è una panzana. Secondo uno dei sostenitori delle centrali a biomasse (http://www.agribionotizie.it/rubriche/biomasse.htm) “14,1 ton di legno cippato , emettono 1,189 ton di CO2”. Quindi non è vero che non produce anidride carbonica.
Quali sono, invece, gli errori, lacune, mancanze riscontrati dal tavolo tecnico comunale nella documentazione inviata al comune di Pontinia in vista della conferenza dei servizi?
facendo riferimento al verbale della conferenza dei servizi del 30 agosto 2007, alle osservazioni prodotte da associazioni e cittadini mancano le notizie:
- estremi dell’approvazione del consorzio industriale dell’area Roma-Latina con particolare riferimento all’art. 42 bis delle norme tecniche di attuazione del piano regolatore territoriale, variante generale di adeguamento ed aggiornamento del consorzio per lo sviluppo industriale Roma-Latina che prescrive: “ 1. all’interno dell’agglomerato non è consentito, di norma, l’insediamento di attività che comportino l’uso e/o il trattamento di sostanze definite nocive e/o tossiche e/o pericolose dalle vigenti norme in materia, salva la possibilità di deroga che può essere esercitata dal Consorzio previo parere favorevole dell’autorità competente in materia di tutela ambientale (Provincia e/o Regione). “
Quando è stato rilasciato tale parere sul quale sono competenti Regione, Provincia e Comune?
In merito alla normativa antincendio lascia perplessi il documento “analisi dei fattori costruttivi finalizzati alla sicurezza dell’impianto, dismissione del sito, ripristino delle aree” a pagina 4, il primo periodo che così recita:
“l’organizzazione degli idranti e degli estintori (a polvere e CO2), oltre a rispondere alle leggi nazionali ed agli standard industriali, sarà verificato con il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e recepirà le indicazioni eventuali che da tale Comando dovessero essere fornite.”
Considerato che è stato emesso parere preventivo positivo da parte del comando dei Vigili del Fuoco di Latina come mai non vengono riportati tali dati?
Non sono stati analizzati nel progetto antincendio?
Il Comando dei Vigili del Fuoco non ha emesso prescrizioni in merito?
Le stesse prescrizioni vengono acquisite dalla conferenza?
Il rappresentante del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco durante la conferenza ricordava che non è stato richiesto il parere di compatibilità ambientale e territoriale e che la ditta proponente non ha prodotto alcuna documentazione in merito all’effetto domino.
Continuano i rilievi del tavolo tecnico: Sono state acquisite tutte le altre autorizzazioni necessarie?
- NIP;
- nulla osta sanitario;
- parere antisismico e geologico del competente settore della Regione Lazio;
Inoltre non risulta allegata la documentazione relativa a?
- vincolo idrogeologico con i relativi pareri e nulla osta di tutti gli enti competenti;
- autorizzazione alle opere idrauliche con i relativi pareri e nulla osta di tutti gli enti competenti;
- autorizzazione all’apertura di passo carrabile con i relativi pareri e nulla osta di tutti gli enti competenti;
- autorizzazione alla ricerca e al prelievo dell’acqua con i relativi pareri e nulla osta di tutti gli enti competenti;
- a pagina 8 del documento “analisi dei fattori costruttivi finalizzati alla sicurezza dell’impianto, dismissione del sito, ripristino delle aree” ultimo paragrafo “acque sotterranee, si fa riferimento alla rete di pozzi piezometrici perforati sull’area di proprietà”. Nel documento integrativo manca il riferimento a tali pozzi sia per ubicazione in pianta, caratteristiche, dimensionamento.
- autorizzazione allo scarico delle acque reflue con i relativi pareri e nulla osta di tutti gli enti competenti.
Per esempio è insufficiente sia per quanto riguarda il rumore, non c’è riferimento alcuno né ai limiti imposti dal decreto legislativo 81/2008, né al piano regolatore comunale in materia di emissioni sonore?
Manca qualsiasi riferimento alle vibrazioni?
Inoltre il documento fa riferimento (pag. 7 , settimo capoverso) “tutte le attività saranno svolte nel rispetto delle norme di sicurezza (d.lgs. 626/94 e d.lgs. 494/96) che fa evidenziare:
tali decreti legislativi sono stati superati e cancellati dal decreto legislativo Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 "Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro" pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 101 del 30 aprile 2008 - Supplemento Ordinario n. 108. Come mai a tale data la società proponente ancora non conosceva il testo unico in materia di sicurezza? Come mai non c’è altro riferimento allo stesso unico durante la costruzione e l’esercizio dell’impianto? Questo significa che mancano tutti gli adempimenti dello stesso?
Il progetto sembrerebbe carente ai seguenti, dello stesso testo unico in materia di sicurezza decreto legislativo n. 81/2008?
E’ stato chiesto il relativo parere AZIENDA A.S.L. di Latina Dipartimento Prevenzione ?
Con riferimento al documento “relazione tecnica su modelli e dati meteo climatici” a pag. 1 il punto 1. inquadramento meteorologico fa riferimento agli anni 1995, 1996, 1997, 2000 e 2001 e alla centralina a circa 24 km a nord ovest dell’area dove sorgerà la centrale.
Tale dato e metodo di procedere era già stato censurato dall’Amministrazione Provinciale di Latina nella conferenza dei servizi del 30 agosto 2007 e così era stato definito:
- stato del clima e dell’atmosfera: in relazione alla qualità dell’aria si fa presente che le stazioni di misura utilizzate e indicate nell’allegato D6 sono eccessivamente distanti dal sito, queste infatti sono a Latina, pertanto l’indagine andrà rielaborata con dati della qualità dell’area riferita al sito e se necessario andranno eseguite apposite indagini;
quindi se era insufficiente allora lo è maggiormente oggi?
Sono quindi insufficienti e da ripetere, previa indagine sul posto, i dati di?
- temperatura;
- direzione del vento;
- velocità del vento;
- radiazione solare totale.
- Stabilità atmosferica?
Se i dati e la “relazione tecnica su modelli e dati meteo climatici” per i motivi sopra detti anche le “2. identificazione degli scenari e delle azioni di impatto”, sono di conseguenza, per gli stessi motivi inattendibili e da rifare completamente?
Per gli stessi motivi anche lo “3. studio sull’emissione di polveri” non è valido ed è da rapportare alle nuove indagini da effettuare sul posto?
Il punto “3.4 sintesi fonti emissive” continuano ad essere inattendibili per l’inadeguatezza della “relazione tecnica su modelli e dati meteo climatici”?
Siamo proprio certi che a fronte di queste rilevanze poteva essere dato un parere favorevole al progetto? Oppure lo stesso andava modificato e corretto come richiesto dalla conferenza dei servizi del 30 agosto 2007? Siamo sicuri che le stesse lacune non siano contenute nel parere favorevole dell’assessorato regionale all’ambiente e quindi potenzialmente annullabile?
Tornando alla conferenza dei servizi:
Uno degli esperti intervenuti alla conferenza dei servizi, che pure aveva dato parere favorevole, ha affermato che avrebbe messo delle prescrizioni per ridurre la soglia di inquinamento e quindi dei danni certi alla salute umana ad un margine di sicurezza maggiore.
Passando invece alle emissioni delle centrali a biomasse:
Secondo molti sostenitori dell’uso delle biomasse per alimentare le centrali elettriche queste sono ad emissioni zero, ma sarà così?
Dicono siccome producono (nella combustione dell’incenerimento) tanta anidride carbonica quanta ne assorbono nella loro vita il saldo è uguale a zero, ne sono tutti convinti?
Per esempio il Prof. Gianni Tamino, afferma che a queste emissioni bisognerebbe aggiungere la CO2 emessa per produrre la pianta e che, comunque questo può essere vero se:
- le biomasse utilizzate provengono da colture dedicate;
- le stesse colture vengono reintegrate.
Quindi non è vero se:
- per alimentare la centrale vengono utilizzate ramaglie, alberi, fasce frangivento, foreste, boschi esistenti, perché questi sono già presenti e già assorbono altra anidride carbonica;
- le centrali a biomasse vengono installate in comuni, province, regioni, nazioni dove l’energia elettrica prodotta è già esuberante rispetto ai consumi locali (com’è il caso del Lazio e dell’Italia).
Inoltre il saldo non è pari zero se vengono utilizzate altre biomasse diverse dal legno vergine e dalla colture dedicate, oppure dagli scarti o da piantagioni diverse dagli alberi che hanno invece un saldo di emissioni negative, quindi non si avvicinano nemmeno allo zero.
Pontinia 5 febbraio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
Lecce, la nuova centrale spacca la maggioranza
RispondiEliminaIl sindaco, Paolo Perrone, si ritrova senza maggioranza. Quando c´è da votare il no alla centrale a biomasse che la salentina Italgest ha in programma di realizzare nel capoluogo salentino sulla via per Novoli, il primo cittadino, in quota Forza Italia, non si ritrova i voti di An
di Sonia Gioia
Implodono i poli al consiglio comunale di Lecce. E il sindaco, Paolo Perrone va sotto. Si ritrova senza maggioranza. quando c´è da votare il no alla centrale a biomasse che la salentina Italgest ha in programma di realizzare nel capoluogo salentino sulla via per Novoli, il primo cittadino, in quota Forza Italia, non si ritrova i voti di Alleanza nazionale e qualcuno dei suoi amici forzisti. Ieri l´affaire centrale conta un nuovo capitolo, una missiva al vetriolo in cui il sindaco di Lecce Paolo Perrone, all´indomani di un infuocato consiglio comunale, invita il più acerrimo degli avversari (fino a ieri), a scrollarsi di dosso l´ambiguità e prender posizione una buona volta.
Il capogruppo del Pd Antonio Rotundo decida da che parte stare, che vie di mezzo sulla questione non sono ammissibili, dice in sostanza Perrone. La centrale a biomasse che Italgest, con Coldiretti, vorrebbe realizzare sulla via per Novoli, alle porte di Lecce, fa tremare la terra sotto i piedi del primo cittadino forzista. "Sulla centrale sono affianco del sindaco per difendere gli interessi della città", aveva affermato lapidariamente Antonio Rotundo in un documento divulgato non più tardi di domenica scorsa. Salvo poi votare, insieme a tutto il gruppo del Partito democratico, a favore del rinvio della discussione sul caso, alla prossima seduta consigliare. Insieme al Pd ha votato l´intera compagine di Alleanza nazionale, voti ai quali si è sommato quello, particolarmente indigesto per Perrone, di Eugenio Pisanò, presidente del consiglio forzista, che in un repentino voltafaccia ha votato anche lui a favore, relegando in minoranza sindaco e consiglieri delle civiche in suo sostegno. Mentre Pisanò incassa la solidarietà del capogruppo di An Paolo Cairo, e gli improperi del segretario azzurro Antonio Pellegrino in conferenza stampa, Perrone scrive lettere agli avversari, in attesa della seduta risolutiva già fissata per domani. In realtà, la posizione senza appello del sindaco non sarebbe mossa solo da aneliti ambientalisti, ma da una sorta di solidarietà a prescindere con il ministro Raffaele Fitto, diviso, come è noto, da antica inimicizia dal presidente Italgest Paride De Masi.
A Perrone, che forse s´aspettava di trovarsi contro gli aennini, non gli sarà parso vero domenica mattina di ritrovarsi dalla sua nientemeno che Rotundo e il Pd. Sodalizio durato un´ora, come il sindaco in crisi tiene a precisare nella lettera a Rotundo. "Caro Antonio", attacca Perrone nel più classico degli incipit, "Temo che il tuo atteggiamento in questo caso non si caratterizzi per coerenza e si arricchisca, il giorno dopo la mancata discussione in consiglio comunale, di un discutibilissimo tentativo di spostare il tiro, che ovviamente ti sottrae ulteriore credibilità". Alla malcelata accusa di ambiguità, edulcorata con richiami ad un´amicizia oggi più che mai utile, seguono appelli ai programmi elettorali di entrambi, dove le centrali a biomasse non figurano punto, al danno ambientale per una città a vocazione turistica come Lecce. "Con la richiesta di rinvio - prosegue il sindaco - hai certamente ricompattato il Pd, ma forse hai scordato i cittadini". Prossima puntata, domani.
Grazie del commento che dimostra ancora una volta che le biomasse fans club sono contrastati dai cittadini affatto intimoriti e disinformati.
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