Moria api. In Italia si impiega oltre 1/3 degli insetticidi usati in tutta la UE
“Le istituzioni italiane sono incapaci di garantire un efficace controllo pubblico sull'impatto ambientale delle sempre piu' potenti molecole chimiche autorizzate irresponsabilmente in agricoltura. I colossi della chimica hanno le mani totalmente libere per perpetrare nel nostro Paese un crimine contro l'umanita'. Basti pensare che in Italia si impiega oltre un terzo del totale degli insetticidi utilizzati nell'intera Europa": e' la durissima accusa di Francesco Panella, a capo dell'Unione degli Apicoltori Italiani, e Hubert Ciacci, presidente della Settimana del Miele (Montalcino, 12/14 settembre), uno degli appuntamenti piu' importanti dell'apicoltura italiana. "La strage delle api rappresenta un gravissimo segnale d'allarme: significa che viviamo in un ambiente sempre piu' inquinato, sempre meno vivibile per diverse indispensabili forme viventi. Dopo la strage degli insetti utili e indispensabili i via di estinzione sara' la volta delle forme di vita superiori e dell'uomo? Ormai disponiamo di dati scientifici incontrovertibili che dimostrano il rischio che stiamo correndo. Germania e Slovenia ci hanno messo 15 giorni per sospendere l'uso delle molecole responsabili della moria delle api, da noi si continua a promettere di fare". "In questi giorni - spiega Hubert Ciacci - si e' tenuto un vertice tra il ministero dell'Agricoltura e i rappresentanti del settore apistico, ma l'esito della riunione e' stato preoccupante: si continua a rimandare ogni tipo di provvedimento, a fronte di analisi che hanno individuato con certezza assoluta le molecole chimiche in questione come causa della moria delle api. Da anni gli apicoltori e scienziati indipendenti indicano la pericolosita' e gli effetti perversi di queste sostanze autorizzate ed usate irresponsabilmente in modo crescente".(Agi)
Econews è a cura di Rosamaria Mutarelli (r.mutarelli@verdi.it).
Lazio. Fontana: subito piano regionale cave (4 agosto 2008)
“Con l'apertura delle tre cave approvata in Commissione regionale Ambiente, sono ormai ben dodici le richieste autorizzate in assenza di una corretta pianificazione. Ora basta. Non sono piu' accettabili ulteriori deroghe. E deve essere approvato quanto prima il Piano regionale per le attivita' estrattive". Lo dichiara Enrico Fontana, capogruppo dei Verdi alla Regione Lazio. "Emblematico e' il caso della cava di Proceno, in provincia di Viterbo - aggiunge Fontana - per la quale avevo chiesto formalmente il rinvio del voto. Al di la' degli aspetti formali dell'iter autorizzativo, in quel territorio si sta cercando infatti di promuovere le attivita' turistiche, valorizzando beni storici e ambientali. Sforzi che rischiano seriamente di essere compromessi dall'apertura di una nuova cava. Su questa cava - continua Fontana - sono state espresse perplessita' e chiesti approfondimenti anche dagli uffici della Regione Toscana, e del ministero per i Beni e le Attivita' culturali. Neppure queste sollecitazioni sono state sufficienti per evitare una scelta profondamente sbagliata. Con la ripresa dei lavori consiliari dovra' essere immediatamente adottato dalla Giunta il nuovo Piano delle attivita' estrattive. Spettera' al Consiglio regionale approvarlo. Continuare con il sistema delle autorizzazioni concesse in deroga - conclude il consigliere dei Verdi - rischia di compromettere qualsiasi corretta gestione di un settore molto delicato dal punto di vista ambientale". (Adnkronos)
Econews è a cura di Rosamaria Mutarelli (r.mutarelli@verdi.it).
Lazio. Mariani: bene Marrazzo, neanche un passo indietro (4 agosto 2008)
“Il mancato trasferimento dei 5 miliardi dovuti dal Governo alla Regione Lazio, sta rivelando le reali intenzioni di questo esecutivo: ricattare la Regione Lazio mettendola all’angolo sul piano economico. La maschera e’ gettata. L’opposizione regionale aveva l’occasione, questa volta, di schierarsi dalla parte dei cittadini del Lazio, abbandonando le casacche politiche in nome di una battaglia comune che mettesse al primo posto la difesa della Sanita’ laziale. La decisione invece di difendere le scellerate scelte del Governo apre uno scenario di scontro, non solo con la maggioranza del Consiglio regionale, ma con la popolazione del Lazio nel suo complesso". Lo afferma in una nota il verde Peppe Mariani, Presidente della Commissione Lavoro e pari opportunita’. "La sfida infatti non e’ solo di natura contabile - spiega Mariani - A partire dal mancato trasferimento dei fondi non solo si passa sopra a un diritto che i cittadini del Lazio hanno maturato con tanti sacrifici, ma si costringe la Regione a scelte politiche impopolari. La richiesta di reintroduzione dei ticket, il taglio dei posti letto, la ridefinizione di un’offerta sanitaria che esclude e penalizza le fasce deboli sono le conseguenze inevitabili di questo diktat. Parlano di federalismo e poi costringono autoritariamente una Regione a fare scelte odiose attraverso il ricatto economico. Noi non staremo a questo ricatto perche’ siamo dalla parte dei cittadini - conclude Mariani - con il loro diritto ad avere garantite le prestazioni sanitarie, dalla parte del lavoro sicuro per chi lavora nella Sanita’. Per questi motivi esprimo il massimo sostegno al Presidente Marrazzo che, condizionando la propria partecipazione al tavolo tecnico con il Governo allo sblocco dei finanziamenti, ha scelto di difendere la popolazione del Lazio e l’autonomia di questa Regione. In questo momento bisogna comunicare chiaramente ai cittadini quello che sta accadendo e fare della Regione Lazio la capofila di una nuova idea di politica che guarda ai bisogni delle persone. Se il Governo continua sulla linea dello scontro, siamo pronti a non fare neanche un passo indietro".
Econews è a cura di Rosamaria Mutarelli (r.mutarelli@verdi.it).
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