A settembre si rimanda il porto, le decisioni urbanistiche di Latina, il progetto dell’autostrada devastante e contestata dalla più grande manifestazione mai avvenuta a Latina, il piano energetico provinciale, l'opposizione di Veltroni invece si rimanda a ottobre (forse del 2008).
Alla fine di agosto l’ennesima commissione AIA-IPPC per la turbogas di Mazzocchio-Pontinia, a settembre ancora la ripresa dei confronti sulla turbogas di Aprilia, forse il progetto della centrale a biomasse ancora a Pontinia, il bando dell’inceneritore.Per il mondo ambientalista e di difesa dei diritti civili e sociali (con la parte di elettori che fino al 2005/2006 facevano riferimento e votavano per i verdi) sarà un momento per prepararsi a decidere se l'esperienza dei verdi è definitivamente tramontata, dividendosi in movimenti e partiti oppure se può ricominciare con un soggetto politico credibile.I verdi della provincia di Latina nel 2004 e 2005 hanno avanzato una proposta politica e amministrativa credibile, attuabile e conseguente, in considerazioni delle caratteristiche e delle situazioni esistenti.Da minoranza politica a maggioranza di opinione, sui trasporti, la mobilità, la sanità, la gestione dell'acqua, la gestione dei rifiuti che erano stati ripresi nelle campagne elettorali provinciali, regionali e del parlamento.Servivano azioni conseguenti per affrontare una situazione che in provincia di Latina era già un'emergenza.La situazione da allora è peggiorata e sta rischiando di precipitare.Dall'alto dei verdi qualcuno si è messo di impegno per cercare di distruggere la forza e l'impegno degli attivisti della provincia di Latina.C'è stato il caso Terracina che è servito per attuare il disegno di scompaginamento.Con quello che è successo dalla primavera 2006 a oggi è difficile immaginare una lista dei verdi alle prossime elezioni provinciali del 2009, sopratutto con la speranza di far rieleggere un consigliere che poi ha lasciato questa forza politica per almeno altre 2.La disaggregazione sul territorio poi ha annacquato la rappresentanza e la proposta del mondo ambientalista e di difesa dei diritti civili e sociali.Non si conoscono iniziative sul territorio, prese di posizione sui temi ambientali eclatanti relativi alla provincia di aggressione ecologica.E' il sintomo che manca, forse, anche la speranza.Cosa fare? una lista con rifondazione e comunisti italiani? la storia ha già bocciato questa eventualità. L'unione con Di Pietro? se ci sono pochi punti in comune a livello nazionale (inceneritori, grandi opere) a livello locale sono ancora di meno (acqualatina). Una lista "grillina"? serve un progetto politico che mi pare sia ancora embrionale e confuso.Una proposta, un'idea ci sarebbe che probabilmente non porterebbe in via Costa un rappresentante ma che potrebbe essere il seme per il futuro, non solo dei verdi, ma dell'intera coalizione (quella che prima di Veltroni si chiamava centro sinistra) per una provincia che possa avere un futuro.Ripartire cioè dalla base, quindi dalle esigenze del territorio, dei numerosi comitati che hanno sostituito il nulla dei partiti con il dialogo, il confronto, l'informazione, l'ascolto e la divulgazione.Questo porterebbe a delle scelte concrete, possibili, attuabili, conseguenti per un rilancio economico e culturale, politico e amministrativo, delle infrastrutture e aziendale, creando posti di lavoro per un'economia sana e propositiva.
Intanto, appunto incombono una serie di progetti che rischiano di compromettere definitivamente l’economia, le prospettive economiche, i posti di lavoro, la salute e l’ambiente della provincia di Latina.
A settembre bisognerebbe costituire un momento di confronto e dialogo tra le associazioni, i comitati e i cittadini che agiscono in difesa dei diritti civili e sociali, del territorio, ma anche per uno sviluppo armonico della provincia.
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