www.legambiente.eu Comunicati stampa
04/06/2008 21:14 Nucleare: incidente in Slovenia
Legambiente: "dal 2000 ad oggi 15 incidenti"
Dall'incidente di oggi "arriva la conferma che i rischi connessi alla produzione di energia con centrali nucleari è estremamente pericolosa". Lo ha detto Legambiente in merito all'incidente alla centrale nucleare in Slovenia.
"L'augurio - ha proseguito l'associazione - è che l'incidente sia veramente di lieve entità come dichiarato dalle fonti ufficiali. Il problema reale è che dal 2000 ad oggi nelle centrali nucleari di tutto il mondo ci sono stati - ha riferito Legambiente - ben 15 incidenti di diversa entità. Un allarme - ha concluso - che testimonia come il nucleare sicuro è una chimera.
www.ansa.it 2008-06-05 12:26
SLOVENIA AMMETTE ERRORE
VIENNA - L'autorità atomica slovena ha ammesso di avere fatto un errore nel dare l'allarme all'Ue sull' incidente avvenuto ieri alla centrale nucleare di Krsko, ubicata a sud est del Paese vicino al confine con la Croazia. L'autorità lo ha "classificato troppo presto come molto pericoloso" nel notificarlo ieri al sistema di allarme europeo Ecurie, ha detto il direttore dell' ufficio sloveno per la
protezione atomica, Marjan Tkavc, in dichiarazioni oggi all' agenzia tedesca Dpa a Lubjana, rilanciata a Vienna. Il sistema europeo aveva ieri lanciato l'allarme in Europa, sollevando la paura di fughe di radioattività, che invece non vi sono state. La "reazione affrettata" del suo ente si spiega con la singolarità del problema insorto alla centrale, ha detto Tkavc:"era in assoluto la prima volta che venivamo
informati dalla centrale di un guasto al sistema primario di raffreddamento del reattore". Ciò è inusuale anche a livello internazionale per questo la preoccupazione iniziale era giustificata:
quando era chiaro che tutto era sotto controllo, ha precisato, l'Ecurie è stato "informato a voce del revocato allarme". Circa l'errore commesso con l'Austria, non è stato - come riferito - usato un formulario sbagliato ma non è stata piuttosto cancellata sul solo formulario previsto in tali casi la dicitura "esercitazione". Subito dopo però, ha detto, l'ente ha rettificato l'errore e si è scusato.
SCUSE ALL'AUSTRIA
LUBIANA - L'Ente sloveno per la sicurezza nucleare ha ammesso stamattina che nel sistema di allerta sul guasto di ieri alla centrale di Krsko "é avvenuto un errore" e che quindi la Slovenia "ha informato in modo non corretto" le autorità austriache. Lo si apprende dai media sloveni. "In un primo momento è stato usato il modulo per le
esercitazioni, ma dopo pochi minuti l'errore è stato corretto", ha spiegato il direttore dell'Ente Andrej Stritar. Secondo il portale 24.ur il modulo in questione è in tutto identico a quello per un allarme vero, tranne per una piccola scritta e simbolo al margine del foglio sul quale ci sarebbe l'indicazione "esecitazione". L'errore ha suscitato critiche in Austria e il ministro austriaco per l'ambiente
Josef Proll ha annunciato che chiederà spiegazioni su come sia stato possibile "che le autorità di Vienna abbiano ricevuto da Lubiana un avvertimento che indicava che si trattasse di un esercitazione, mentre nello stesso momento tramite il sistema europeo ECURIE è stato dato un allarme vero a livello europeo".
www.legambiente.eu Comunicati stampa
05/06/2008 14:24 Incidente centrale nucleare in Slovenia
Legambiente: “La paura è stata tanta, l’unica fuga quella dei nuclearisti dalla smania di commento”
“Non si può negare che la paura è stata tanta e in base a quanto sostenuto dalle autorità italiane e slovene, sembrerebbe non esserci nessuna grave conseguenza. L’unica fuga che invece si è manifestata è quella dei nuclearisti dalla smania di commento a favore dell’atomo”.
Così Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, commenta l’incidente avvenuto ieri alla centrale nucleare slovena Krsko.
“Gli incidenti si ripetono ciclicamente – aggiunge Cogliati Dezza - e quello che è accaduto ieri in Slovenia è l’ennesima dimostrazione che la sicurezza, quando parliamo di nucleare, non è mai certa e che non esistono garanzie per l’eliminazione del rischio di incidente e conseguente contaminazione radioattiva. A questo noto problema vanno aggiunti tutti gli altri: smaltimento delle scorie, alti costi,
approvvigionamento d’uranio e non ultimi i tempi per l’attuazione di un eventuale programma nucleare. Per l’Italia scegliere l’atomo oggi – ha proseguito il presidente di Legambiente - significherebbe di fatto mettere una pietra tombale su qualsiasi prospettiva di riduzione delle emissioni che porterebbe a pesanti sanzioni per non aver rispettato il protocollo di Kyoto e l’accordo europeo che prevede al 2020, il 30% di riduzione delle emissioni di CO2, il 20% di produzione energetica da rinnovabili e il 20% di miglioramento dell’efficienza energetica.
Il nostro Paese – conclude Cogliati Dezza - deve smetterla dunque, di inseguire la chimera dell’atomo e puntare su una strada alternativa più economica, immediata e desiderabile fondata sulla diffusione delle energie pulite e l’efficienza energetica”.
L’Ufficio stampa Legambiente
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www.ecoage.it Incidente nucleare in Slovenia
L'allarme lanciato dall'Unione Europea sull'incidente occorso in queste ore alla centrale di Krsko (Slovenia, a circa 130 km da Trieste) attiva dal 1983, di cui ancora non si conoscono dettagli ed entità, ripropone in maniera perentoria e drammatica l'annosa questione sulla sicurezza delle centrali nucleari.
Da sempre la centrale nucleare di Krsko (Slovenia), dotata di un un reattore Westinghouse da 632 MW, è stata al centro di interrogazioni e manifestazioni di protesta da parte di numerose associazioni ambientaliste. Nel 1993 si chiese di adeguare l’impianto alle normative dell’Unione Europea. I generatori di vapore Westinghouse pare abbiano tutti lo stesso problema: perdite con fuoriuscita di
radionuclidi dispersi nell’atmosfera. Si aggiunga a ciò il fatto che Krsko sorge su di una faglia ed è dunque zona sismica. L'allarme intorno alla suddetta centrale è sempre stato elevato, in quanto considerata tra quelle con maggior percentuale di rischio nell'est Europa.
Incidenti di bassa intensità sono avvenuti in passato con una certa frequenza nella centrale, a causa di un difetto di progettazione.
Se si verificasse a Krsko un incidente della portata di quello di Chernobil le persone coinvolte sarebbero circa 30 milioni, di cui 5 milioni a rischio di vita.
Indicativamente, le zone maggiormente coinvolte dal fall-out radioattivo sarebbero, oltre a Slovenia e Croazia, il Triveneto in particolare e in generale l'Italia centro-settentrionale.
Avremmo piani di emergenza nella malaugurata ipotesi di un incidente delle proporzioni su menzionate?
Sia in Friuli Venezia Giulia, sia nelle altre regioni italiane non vengono abitualmente attuate campagne di prevenzione, né di addestramento della popolazione all’emergenza nucleare.
Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Esercito e Marina dovrebbero tempestivamente rilevare il livello di contaminazione radioattiva e convogliare la popolazione verso i centri di decontaminazione, oltre che evacuarla lontano dalle zone di rischio. Tute NBC, maschere antigas con filtri appositi, rilevatori di radiazioni, contatori
geiger dovrebbero essere alla portata di tutti i centri di raccolta.
L'emergenza nucleare, evidentemente, è un'evenienza da prendere in seria considerazione, anche in Italia. Gi.Lap.
(Fonte: Greenaction Transnational)
20080604
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