Dichiarazione di guerra di Scajola sul nucleare. L’efficienza è la strada giusta, meno costosa e senza rischi
22 Maggio 2008
Lo sfruttamento dell'energia nucleare per la produzione dell'energia elettrica è una scelta rischiosa che negli anni, incidente dopo incidente, disastro dopo disastro, ha dimostrato di non essere conveniente.
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Roma, Italia — “L’annuncio del governo di voler riaprire il nucleare è inaccettabile e somiglia molto al tentativo velleitario e arrogante fatto a Scanzano dove è stata presentata come soluzione un’ipotesi non ancora verificata in nessuna parte del mondo. Questo annuncio suona come una dichiarazione di guerra: un referendum ha segnato l’uscita dell’Italia dal nucleare. Il governo pensa di riaprire il discorso con qualche decreto legge? Avrà le risposte che merita” dichiara Giuseppe Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace Italia.
Tutta questa discussione sul nucleare nasce da due motivi. Uno sono i finanziamenti pubblici concessi dal governo USA dal 2005 per spingere gli investitori a tornare a investire su nuovi impianti nucleari. Secondo le stime ufficiali USA, l'elettricità da nucleare è la fonte più costosa (*tabella): senza gli aiuti pubblici il settore nucleare andrebbe in crisi. L’altra ragione è la pressione dell’industria francese di trovare nuove commesse. AREVA, azienda pubblica all’87 per cento è alla ricerca di nuovi mercati e il colosso francese EDF è uno dei gruppi che controllano Edison.
“Invece di continuare a perdere tempo sul nucleare, è necessario rendere più facile il percorso autorizzativo delle fonti rinnovabili e lanciare un piano nazionale per l’efficienza energetica. Come dimostra il rapporto elaborato dal Politecnico di Milano per Greenpeace l’efficienza può dare a costi inferiori a quelli di produzione l’equivalente di 15 centrali entro il 2020: è questa e non il nucleare la strada giusta” conclude Onufrio.
Nucleare
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