In relazione, alle ultime notizie che darebbero per “fatto” il rinnovo degli amministratori dimissionari al Consiglio di Amministrazione della società Acqualatina, “senza le previste elezioni attraverso l’assemblea dei soci come imposto da statuto, - commenta il Comitato in Difesa dell’Acqua Pubblica di Aprilia - noi rimaniamo scettici e vigili. Tale procedura non ci sembra giuridicamente plausibile, a meno che le dimissioni non siano mai state esaminate e formalmente rappresentate negli atti societari, attraverso la necessaria trascrizione notarile. In caso contrario le dimissioni sono efficaci agli effetti di legge e quindi solo all’assemblea dei soci spetta l’ultima ed unica parola. Ogni altra soluzione appare un ennesimo artificio societario”. “Artificio, - dice Alberto De Monaco del Comitato - inopportuno e inappropriato, a prescindere dalle eventuali responsabilità penali che la giustizia dovesse confermare”. Il Comitato chiede che vengano osservate le norme dello statuto societario, a tutela degli interessi collettivi.
“Se queste “banalità” le capiamo noi semplici cittadini, difficilmente un domani i sindaci potranno invocare a loro discolpa, la complessità dei compiti societari che sono chiamati ad amministrare nell’interesse delle comunità.
Crediamo inoltre che nelle faccende dell’ATO4, il Presidente della Provincia continua a svolgere un improprio ruolo da “padre padrone”, sconfinando oltre le previste competenze delegate dalla legge e dai comuni. Sconfinamenti che generano degli effetti, non già sulla Provincia, ma sui Comuni dell’ATO le cui responsabilità sono esclusivamente dei sindaci.
Basti pensare che mentre il Presidente della provincia “gioca” un ruolo da leone nell’ATO4, pur avendo responsabilità societarie per ZERO QUOTE!!! in Acqualatina, i Sindaci al contrario rispondono quali soci di maggioranza della società.
L’abdicazione delle funzioni negli affari societari da parte dei sindaci, che dovrebbero tutelare gli interessi delle comunità, appare almeno dubbia se non colposa come ha potuto sottolineare anche l’inchiesta della procura.
In tale quadro appare oltremodo discutibile il comportamento del Sindaco di Aprilia che, ancora una volta, sembra voler cancellare la questione Acqualatina dalla sua agenda politica in corso di aggiornamento per una nuova variegata maggioranza politica.
Un domani se sarà accertata anche una mancata vigilanza contrattuale della Provincia di Latina, tramite la STO, i sindaci, saranno altrettanto responsabili per non averla pretesa ed aver svolto un mero ruolo di spettatori passivi. Ciò apparirà maggiormente grave in considerazione del grado d’attenzione costantemente sollecitato dalla società civile, dalle associazioni dei consumatori e da semplici cittadini.
Forse negli anni si è volutamente lasciato credere che i consigli comunali non avessero più un ruolo nelle faccende idriche e che i Sindaci fossero diventati semplici esecutori per la ratifica di decisioni prese in altri luoghi, cosicché nel tempo scemasse il livello d’attenzione per avere una strada spianata e semplice su tutta la gestione dell’ato.
Sulle ultime inopportune ed offensive scritte comparse a Formia, per le quali il portavoce-parafulmini del Presidente della provincia, ha chiesto di abbassare i toni intorno alla questione acqua, rispondiamo che purtroppo gli stupidi non mancano di sbalordire anche noi, così come non stupisce più l’impropria ed inopportuna invadenza di campo verso la magistratura civile, penale ed amministrativa di taluni amministratori.
Invadenza perseguita anche con mezzi impropri ed eccessivi che sicuramente non giovano alla chiarezza ed alla serenità ed alimentano la percezione di un soffocante clima vessatorio, che sempre più i cittadini avvertono da parte della “casta” politica del nostro territorio”.
Comitato Acqua pubblica di Aprilia
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