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BUONE PRATICHE|«Subito "prove" per addio a buste plastica»
Francesco Ferrante
La proposta di Francesco Ferrante, capogruppo del Pd in commissione Ambiente al Senato e promotore dell'emendamento che ha stabilito per l'Italia il divieto alle buste di plastica dal 2010. «Bisogna promuovere e testare le soluzioni alternative»
Lo stop della Cina ai sacchetti di plastica «è una gran bella notizia per l'ambiente. Più paesi sceglieranno di rinunciare alle buste inquinanti e più si potranno ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera». Lo afferma in una nota il senatore Francesco Ferrante, capogruppo del PD-Ulivo in commissione Ambiente al senato e promotore dell'emendamento che ha stabilito per l'Italia il divieto alle buste di plastica dal 2010.
«È necessario però - ha aggiunto Ferrante - che il ministero dell'Ambiente avvii rapidamente la necessaria fase di sperimentazione. Stadio utile anche a promuovere e testare le soluzioni alternative come i sacchetti biodegradabili di origine vegetale. Un prodotto innovativo, frutto dell'ingegno di aziende italiane che sperimentano tecnologie all'avanguardia capaci di dare un nuovo futuro, pulito ed ecosostenibile, anche al settore dell'industria chimica».
11 gennaio 2008
PLASTICA|Lotta alle buste
Non solo New York e Cina, nel mondo è scattata la guerra a buste di plastica un po' ovunque con diverse modalità. Non ultima l'Italia. Legambiente fa il punto della situazione/ Ferrante (Pd): Subito la sperimentazione
ITALIA. Divieto dal primoo gennaio 2010. Oggi in Italia si producono 300mila tonnellate di buste in plastica all'anno, l' equivalente di 430 mila tonnellate di petrolio e di circa 200mila tonnellate di CO2 emesse in atmosfera. In Italia 2 milioni di tonnellate di plastica finiscono ogni anno tra i rifiuti e sono consumati non meno di 4 miliardi di sacchetti. I tempi di degrado delle buste di plastica da 10 a 20 anni. Nel 2002 sono state raccolte dai volontari di Legambiente oltre un milione e mezzo di buste di plastica, che equivale a una densità di 0,25 buste ogni metro quadro. Gettare sacchetti di plastica in mare o sulla spiaggia causa la morte per soffocamento di animali marini come le tartarughe, i delfini e le balene che le scambiano per meduse, il loro cibo prediletto. I sacchi da asporto in Italia hanno un mercato di circa 500mila euro l'anno.
TAIWAN E AUSTRALIA. Shopper già eliminati completamente.
CINA. Il divieto scatterà dal primo giugno 2008 e riguarda le buste realizzate con materiale sottile (sotto i 0,025 millimetri di spessore). Quelle più spesse e resistenti potranno continuare a essere usate ma i negozianti saranno obbligati a farle pagare ai consumatori, indicandone il prezzo alla cassa. Si stima che ogni giorno in Cina vengano usati 3 miliardi di buste di plastica.
BANGLADESH. Il provvedimento è stato varato già nel 2002 quando si è scoperta la responsabilità dei sacchetti di plastica nell'intasare il sistema di deflusso delle acque, aggravando drammaticamente i danni delle frequenti alluvioni.
PARIGI. Scelta pionieristica rispetto al resto dell'Europa e della stessa Francia con il divieto delle buste di plastica già dall'inizio del 2007.
SAN FRANCISCO. La plastica è stata definitivamente bandita a partire da settembre 2007 dai maggiori supermercati e in seguito vietata anche nelle farmacie.
GIAPPONE. Ha optato per una tassa sulla plastica seguendo l'esempio dell'Irlanda
IRLANDA. Ha introdotto la tassa Plastax dal 2002, permettendo di tagliare del 90% il consumo delle buste di plastica e di rimpinguare le casse dello Stato di 8 milioni di Euro passando da un consumo di 1,2 miliardi l'anno a poco più di 200 milioni.
LONDRA. Problema in discussione.
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