AL SIGNOR SINDACO DEL COMUNE DI PONTINIA
Oggetto: energia solare e giornata del risparmio energetico
Il 15 febbraio sarà la giornata del risparmio energetico con iniziative in tutta l’Italia.
Facciamo partecipare anche il nostro comune per una serie di motivi:
- il pericolo dell’approvazione di 2 progetti invisi a questa amministrazione e alla maggior parte dei cittadini di Pontinia per le cause che potrebbero nefaste per l’economia locale, la salute pubblica e l’ambiente, quali le centrali a turbogas e a biomasse;
- il livello di emissioni nell’atmosfera del centro cittadino al di sopra della media e soprattutto della normativa;
- la necessità di risparmiare sulla gestione degli uffici e dei servizi pubblici per migliorare i servizi e offrirne di nuovi;
- l’opportunità di migliorare l’ambiente e il clima in tutti gli uffici e servizi pubblici con la temperatura adatta, senza lo spreco attuale per impianti superati e costosi.
L’unica strada alternativa e democratica è quella dell’energia solare, naturale e rinnovabile che può e deve sostituire quella da combustibili fossili che, oltre a produrre inquinamento elevato, sono destinati ad esaurirsi in tempi brevi.
Arriva l’ennesimo studio, di cui allego la notizia di agenzia, a dimostrarlo.
Mancherebbe solo la volontà politica, che invece a Pontinia c’è.
Pontinia 20 gennaio 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
2008-01-20 16:38
CON 'GRANDE PIANO' 69% ELETTRICITA' DA SOLE
ROMA, - La possibilità di abbandonare il petrolio ed ottenere buona parte dell'energia elettrica dal Sole c'é, quello che manca è la volontà politica. Lo sostiene la rivista americana Scientific American, che ha elaborato un 'grande piano solare' con cui sarebbe teoricamente possibile produrre il 69% dell'energia elettrica di un grande paese come gli Usa soltanto utilizzando il Sole e a costi competitivi con quelli attuali. L'energia che arriva dal Sole in 40 minuti, scrive la rivista, sarebbe sufficiente a coprire il consumo globale per un anno. Convertendo solo il 2,5% di quella che colpisce gli stati del Southwest americano si coprirebbero i consumi statunitensi del 2006. Attualmente però dal solare gli Stati Uniti ricavano solo il 6% dell'energia. Il piano proposto da Scientific American prevede di ottenere almeno 3mila Gigawatts di energia da impianti fotovoltaici, da stoccare con la tecnica dell'aria compressa e da distribuire con un metodo totalmente nuovo di trasmissione.
L'obiettivo del 69%, che potrebbe essere addirittura maggiore se al fotovoltaico si accoppiassero le altre fonti rinnovabili, sarebbe raggiunto nel 2050 al prezzo di 400 miliardi di dollari, appena il doppio di quanto prevedeva di spendere la Casa Bianca per la guerra in Iraq. "Queste cifre sono scientificamente valide, ma rimarranno un buon auspicio se non ci sarà la volontà politica - spiega Carlo Manna, responsabile del centro studi dell'Enea - gli Usa sono stati i primi a investire nel solare già negli anni '80, ma poi la politica non ha piu' sostenuto questa strada e adesso gli americani sono indietro anche rispetto alla Cina, oltre che a Spagna e Germania che sono ai massimi livelli. Il potenziale c'é ed è notevolissimo, ma senza investimenti questi rimangono scenari irrealizzabili, anche se la tecnologia adatta già c'é".
Se negli Usa è difficile, per l'Italia sarebbe quasi impossibile raggiungere un obiettivo del genere: "Anche in Italia le possibilità tecnologiche ci sono, e spesso sono anche più avanzate del resto del mondo, come nel caso del solare a concentrazione in cui addirittura vendiamo pezzi alla Spagna - conferma Manna - il problema sono le difficoltà del sistema, dalla farraginosità nell'ottenere le autorizzazioni e la scarsità di installatori degli impianti". Il piano proposto per gli Usa permetterebbe di chiudere 600 centrali elettriche tradizionali, e di abbattere le emissioni del 62%: "Non solo - sottolinea l'esperto - in Usa si fanno già i conti di quanti posti di lavoro e quanta ricchezza possono derivare incentivando le energie rinnovabili. Da noi ancora non ci sono invece le industrie necessarie a sostenere un aumento della domanda di fotovoltaico, rischiamo di dover comprare gli impianti all'estero con un costo enorme sulla bolletta".
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