Leggo con preoccupazione su La Provincia di lunedi dell'unanimità della mozione pro areoporto di Latina, la stessa unanimità della centrale a turbogas.
Tutti i progetti, se giustamente valutati, programmati, studiati nei vari aspetti, calati nella giusta realtà, se si integrano nel tessuto sociale e produttivo, se non creano pregiudizio alle atttività esistenti e danni irreparabili potrebbero favorire lo sviluppo e creare nuove opportunità.
Dall'analisi dei progetti che vanno dall'inceneritore, alla turbogas, al corridoio tirrenico, ai vari porti, al progetto a biomasse, alle terme, alla metropolitana leggera, all'appia bis, al raddoppio del porto di San Felice solo un romantico sognatore, uno col prosciutto sugli occhi, non si accorgerebbero che non è così.
Ho cercato sul web documenti, studio, analisi, considerazioni che argomenti seri e comparati in favore dell'areoporto di Latina.
Anzi ho fatto di più ho chiesto spiegazioni ad esperti del settore (ingegneri del trasporto e aeronavali, metereologi) che hanno fatto studi in tempi recenti e non sospetti 2002.
Nessuna ragione che facesse pensare a Latina.
Poi appunto leggo sul giornale della mozione e penso che siamo proprio senza speranza, se questi sono i nostri amministratori.
Se ci si ferma al tifo sia esso di partito, di appartenenza di coalizione, di corrente, territoriale, imprenditoriale o del culto della persona siamo senza speranza.
Se non c'è un progetto di gestione del territorio comunale integrato nel sistema attuale o nel possibile sistema provinciale, regionale, nazionale e oltre siamo senza speranza.
Se non c'è la cultura del possibile o se preferite del sostenibile se non si abbandona il progresso sostenibile (come dire che una linea che misura un km è infinita) non c'è speranza.
Andremo sempre appresso alle emergenze (ambientali, sanitarie, sicurezza, sociali), ci sarà sempre qualcuno che ci farò vivere nell'ansia se non nel terrore di attentati, di guerre, ci sarà sempre qualcuno che per non far vedere le sue miserie cercherà di farci spostare lo sguardo.
Presa di coscienza mai.
Pensavo che un consiglio comunale nella situazione corrente avesse di che pensare e dare risposte, speranze obiettivi e non di abbaiare alla luna.
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