Il corriere della sera di domenica 23 dicembre riportava, nella cronaca di Roma, alcune inchieste relative alle frodi alla comunità europea da parte di alcune aziende romane con riferimento anche ai contributi relativi alla legge n. 488/1992.
Pur non essendoci alcun riferimento né è intenzione dimostrarlo, anche il progetto della centrale a biomasse prevista a nel nucleo industriale di Mazzocchio nel comune di Pontinia, ha beneficiato di un cospicuo finanziamento per un’opera che, forse, speriamo, non sarà mai utilizzata.
Il progetto delle biomasse risulta ammesso al finanziamento in base alla legge 488/2003 bando 2003, graduatorie 2004, progetto 81509-12 per l'importo di € 8.128.758.
Alcune disposizioni relative alla legge 488/1992:
“I benefici si sostanziano in una quota di contributo in conto capitale ed in un finanziamento agevolato, regolato al tasso dello 0,50%, reso disponibile dalla Cassa Depositi e Prestiti a valere sul Fondo Rotativo per il Sostegno alle Imprese e da affiancare obbligatoriamente ad un finanziamento bancario di pari importo e durata regolato a tasso di mercato.
Il Contributo in Conto Capitale è erogabile in 2 (se esplicitamente richiesto) o 3 quote annuali, a seconda della durata prevista dei programmi di investimento (24 o 48 mesi), ed avviene a fronte della presentazione di adeguati stati avanzamento lavori o, in alternativa e solo per la prima quota, di una fideiussione bancaria/polizza (la c.d. “anticipazione”). La prima quota è resa disponibile per l’erogazione il giorno successivo alla stipula del contratto di finanziamento.”
Nell’interesse della società proponente, nell’ipotesi che la centrale non venga mai autorizzata sarebbe opportuno rinunciare al finanziamento per il sito di Pontinia in quanto sono già trascorsi oltre 3 anni dalla graduatoria e non ha potuto compiere alcuna opera.
Inoltre la stessa società potrebbe presentare altri progetti in altre località.
Lo stesso finanziamento potrebbe e dovrebbe tornare poi a favore della comunità (visto che il finanziamento utilizza i soldi di tutti anche dei 13 mila cittadini di Pontinia contrari all’impianto) e di altre attività che propongono energia naturale e rinnovabile.
Facendo quattro conti con quel finanziamento si possono realizzare 10 aziende (nel settore metalmeccanico e per le energie rinnovabili) aventi ognuna un capannone di 1000 mq coperti, lotto di 5 mila mq, con 30/50 posti di lavoro per azienda .
Avremo 300/500 posti di lavoro, tutte di manodopera locale, a servizio di altre realtà territoriale, le aziende sarebbero autosufficienti per produzione di energia, con la parte eccedente che potrebbe essere ceduta ad altre aziende del consorzio industriale.
Calcolando l’introito che queste aziende porterebbero alle casse comunali avremo circa 100 mila euro dall’ICI e circa 50 mila euro dalle imposte sul reddito dei dipendenti, per un totale di circa 150 mila euro l’anno che non è molto distante da quanto promesso come royalty.
Non è chiaro, mi pare dove sarebbe l’interesse pubblico di questo impianto.
Anzi potrebbe essere vero il contrario, lo stesso finanziamento potrebbe essere speso meglio.
Pontinia 28 dicembre 2007 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
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