tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-18-ottobre-2024/
MEDIO ORIENTE, GLI USA DOPO L’UCCISIONE DI SINWAR: “LA PRIORITÀ ORA È LA TREGUA”. HAMAS: “NON LIBEREREMO GLI OSTAGGI SE L’IDF NON SI RITIRA”. LIBANO, GIORGIA MELONI: “MISSIONE UNIFIL VA RINFORZATA”. ISRAELE CHIEDE AI CIVILI DI SGOMBRARE. L’uccisione di Sinwar, capo di Hamas e artefice del massacro del 7 ottobre, potrà accelerare la tregua nella Striscia? Si tratta di una speranza, ma i segnali non sono positivi. Negli Usa, il portavoce del consiglio di sicurezza, John Kirby sottolinea: “Dopo l’uccisione di Yahya Sinwar la priorità di Joe Biden è arrivare al cessate il fuoco, alla liberazione degli ostaggi e all’aumento degli aiuti umanitari a Gaza”. Ma Hayya, uno dei pochi leader dei fondamentalisti ancora in vita, ha dichiarato che gli ostaggi – catturati durante l’eccidio e costretti nei tunnel da più di un anno – non saranno liberati finché Israele non cesserà gli attacchi contro la Striscia e ritirerà le sue truppe. Una condizione che non è accettabile dal primo ministro israeliano, Netanyahu. Intanto il corpo di Yahya Sinwar è stato trasferito in un luogo segreto, in Israele, dopo essere stato sottoposto a un’autopsia; il nemico numero uno dello Stato ebraico, secondo il risultato delle analisi, è stato ucciso da un colpo di arma da fuoco alla testa. In parallelo non accenna a diminuire la crisi in Libano, dove oggi è arrivata il primo ministro, Giorgia Meloni, che ha detto:“La missione Unifil va rinforzata”. L’esercito israeliano ha chiesto agli abitanti di 23 villaggi di evacuare verso nord, oltre il fiume Awali. Sul Fatto di domani leggerete le ultime notizie sulla crisi del Medio Oriente e un reportage dal Libano firmato da Fabio Bucciarelli. “SCHIAFFO” A MELONI, BOCCIATI I TRATTENIMENTI DEI 12 MIGRANTI IN ALBANIA: TORNERANNO TUTTI IN ITALIA. Della sparuta truppa dei 16 migranti portati in Albania, domani non dovrebbe restare più nessuno. Quattro di loro – due minori e due persone vulnerabili – erano già stati portati in Italia. Domani a Bari dovrebbero sbarcare anche gli altri e il centro di permanenza per il rimpatrio di Gjader, la bandiera di Giorgia Meloni, resterà vuoto. La sezione immigrazione del tribunale di Roma non ha convalidato il trattenimento dei migranti, disposto per i 12 stranieri dalla questura di Roma il 17 ottobre scorso. Dieci provengono dal Bangladesh e 6 dall’Egitto: Paesi non sicuri, secondo la sentenza della Corte di Giustizia europea del 4 ottobre. Secondo i giudici del Vecchio continente, un Paese è sicuro solo se non ci sono minoranze a rischio. Non è il caso di Egitto e Bangladesh: dunque sarebbero inapplicabili, per il tribunale di Roma, la procedura di frontiera e il trasferimento dei migranti fuori dall’Albania. Prima del tribunale di Roma, è arrivata la pronuncia della commissione d’asilo istituita dal Viminale nel centro di Gjader: bocciate tutte e 12 le richieste. Ma una volta in Italia, i migranti potranno presentare ricorso per ottenere lo status di rifugiato. Intanto, le destre sono scese in trincea. Fratelli d’Italia accusa su X (ex Twitter): “Assurdo! In aiuto della sinistra parlamentare arriva quella giudiziaria”. Il presidente del Senato Ignazio la Russa si è detto “molto stupito, ma non voglio commentare perché lo stupore supera ogni commento”. Elly Schlein lancia il sospetto del danno erariale per lo sperpero di denaro pubblico: “Si tratta di 800 milioni buttati che potevano essere usati per la sanità”. Giorgia Meloni urla allo scandalo per l’interrogazione all’Europarlamento firmata da Pd, M5s de Avs, in cui si invoca la procedura d’infrazione contro l’Italia per i trasferimenti dei migranti in Albania. Sul Fatto di domani vi racconteremo i dettagli dello schiaffo a Meloni. OPEN ARMS, L’ARRINGA DI BONGIORNO PER L’ASSOLUZIONE DI SALVINI: “LA BARCA BIGHELLONAVA, I MIGRANTI POTEVANO SCENDERE E L’ITALIA SI È MESSA IN GINOCCHIO”. Mentre la piazza palermitana con ministri ed eletti manifestava solidarietà a Matteo Salvini, nell’aula di giustizia l’avvocata Giulia Bongiorno pronunciava l’arringa difensiva con parole di fuoco verso la ong spagnola Open arms. La parlamentare del Carroccio ha chiesto l’assoluzione per il vicepremier, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. Correva l’anno 2019, a palazzo Chigi sedeva Giuseppe Conte sostenuto dalla maggioranza gialloverde, con Salvini ministro dell’Interno. Per 19 giorni i migranti sulla nave di Open Arms rimasero a bordo, senza toccare terra dall’1 al 19 agosto. Al leader del Carroccio sono contestati gli ultimi 5 giorni, la sentenza arriverà il 20 dicembre. Oggi Giulia Bongiorno ha respinto ogni addebito indirizzato a Salvini. Anzi, l’imbarcazione avrebbe avuto “innumerevoli possibilità di far sbarcare i migranti”, preferendo “bighellonare anziché andare nel suo Stato di bandiera”, cioè la Spagna. “L’Italia si è messa in ginocchio, sarebbe bastato solo mandare un’email con i moduli già compilati sulle condizioni a bordo per farli scendere”, ha proseguito la legale. Del resto, negare lo sbarco fu una scelta del governo, ha ribadito Bongiorno. Certo, il 14 agosto Giuseppe Conte aveva scritto a Salvini per indurlo a far scendere i minori: ma fu solo “un pizzino d’amore per il Pd, per fare capire che la sua linea stava per cambiare”. E del resto, quello di Open Arms non sarebbe neppure un salvataggio, bensì una “consegna concordata” dei migranti, ha affondato la parlamentare leghista. Intanto, la scorta è stata assegnata a Giorgia Righi, pubblico ministero dell’accusa contro Salvini: dopo la richiesta della condanna a sei anni per il vicepremier, sulla toga si è abbattuta la valanga di insulti e minacce social. Per Salvini, invece, davanti al teatro Politeama del capoluogo siculo, si sono radunati i big del Carroccio: i ministri Giancarlo Giorgetti, Giuseppe Valditara, Alessandra Locatelli e Roberto Calderoli, insieme ai parlamentari nazionali, europei e ai consiglieri regionali. Sul Fatto di domani vi racconteremo la piazza del Carroccio e il processo Open Arms. CRISI STELLANTIS, 20MILA METALMECCANICI IN PIAZZA A ROMA. AUTO RICOPERTE DI SCRITTE CONTRO TAVARES PER LA DELOCALIZZAZIONE SELVAGGIA. Sono state 20mila le persone scesa in piazza a Roma per la manifestazione nazionale di Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil, in piazza del Popolo, legata alla crisi del settore automotive. “Oggi è il lavoro che riprende la parola, sono le persone che tengono in piedi questo paese che oggi non sono ascoltati. Il rischio concreto è che salti il sistema produttivo del nostro paese”. Maurizio Landini, segretario generale della Cgil punta il dito contro la dirigenza di Stellantis: “Chiediamo in modo esplicito che la presidenza del consiglio convochi tutte le aziende della componentistica e Stellantis, perché su questo punto c’è da fare un piano di investimenti straordinario che sia in grado di utilizzare la competenza e l’intelligenza che le persone hanno”. In piazza anche gli esponenti dei partiti d’opposizione: Schlein (Pd), Conte (M5S), Fratoianni (Avs). Sul giornale di domani leggerete la cronaca della giornata e le voci degli operai del settore automobilistico. In particolare, in piazza del Popolo alcuni dei modelli più iconici di Stellantis – dalla 500 X alla Jeep – sono stati coperti con scritte contro il ceo Carlos Tavares, che denunciavanocome molte auto, tra cui le Alfa Romeo, siano ormai prodotte all’estero, e non negli stabilimenti italiani. LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE San Severo, spara alla moglie e si suicida; lei muore poco dopo in ospedale. Le ha sparato nel parcheggio di un supermercato e si è poi suicidato. Mauro Furo, 59 anni, agente di polizia penitenziaria in pensione, ha teso un agguato a Celeste Palmieri, 56 anni, all’estero del supermercato di via Salvemini; la donna è stata trasferita in elisoccorso dall’ospedale di San Severo, al reparto di rianimazione del policlinico Riuniti di Foggia, ma le sue condizioni erano molto gravi. La coppia si stava separando. Mario Furo era stato denunciato più volte dalla moglie, tanto che aveva un divieto di avvicinamento e indossava il braccialetto elettronico. Inchiesta Sogei, trovati 100mila euro in contanti a casa dell’ex direttore generale Paolino Iorio. Secondo la difesa il denaro sarebbe frutto di “consulenze”. Il giudice ha disposto il carcere per l’ex manager della partecipata dal mef. È indagato per corruzione e turbativa d’asta, dopo aver ricevuto sotto gli occhi dei finanzieri una tangente di 15mila euro. Gli inquirenti contestano anche la cancellazione dei video degli ultimi 15 giorni delle telecamere di sicurezza in casa di Iorio. |
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