sabato 4 maggio 2024

Stabilimento siderurgico di Taranto: quale impatto sanitario? dall'articolo di Marco Talluri ambiente e non solo

 tratto da https://ambientenonsolo.com/stabilimento-siderurgico-di-taranto-quale-impatto-sanitario/

Stabilimento siderurgico di Taranto: quale impatto sanitario?

Abbiamo visto nell’articolo I costi per la salute e l’ambiente derivanti dall’inquinamento atmosferico industriale in Europa che l’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) stima in 393 milioni di euro l’anno i costi derivanti dallo stabilimento siderurgico di Taranto, che si colloca al primo posto degli 11 impianti più impattanti presenti in Italia (e 18° a livello europeo).

Abbiamo parlato di Taranto anche a proposito del crowdfunding per “Taranto chiama”, il documentario-inchiesta della giornalista Rosy Battaglia. In quell’occasione ricordammo che la Corte Europea per i Diritti Umani ha condannato lo Stato Italiano per ben quattro volte, dopo la sentenza del 24 gennaio 2019, in quanto “continua ancora oggi a non tutelare la salute dei cittadini dagli effetti delle emissioni nocive del siderurgico e non procede alle bonifiche di tutta la zona coinvolta dall’inquinamento”.   Il Relatore Speciale delle Nazioni Unite su “inquinamento e diritti umani”,  Marcos A. Orellana ha dichiarato: “Il diritto a respirare aria pulita è una componente essenziale del diritto umano ad un ambiente pulito, sano e sostenibile (…). Questo è fondamentale ora più che mai a Taranto, visti i livelli intollerabili di inquinamento. Nel nostro recente rapporto sul diritto ad un ambiente non inquinato, l’abbiamo definita ‘zona di sacrificio’.” (vedi “Taranto chiama e Ginevra risponde“)

Segnaliamo questa volta il rapporto dell’OMS Valutazione dell’impatto sanitario delle attività dell’impianto siderurgico di Taranto.

Il rapporto evidenzia come da diversi decenni l’impianto è noto per il suo impatto ambientale negativo, con emissioni notevoli di vari inquinanti che interessano vaste aree, anche densamente popolate, come la stessa città di Taranto. Taranto e i comuni circostanti sono inclusi in una lista dei “siti di interesse” per la contaminazione ambientale individuati dal Governo italiano.

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