lunedì 29 aprile 2024

OSPEDALE COLLEFERRO: MOLTO RUMORE PER NULLA

 ricevo e pubblico il comunicato stampa 

L’ospedale L.P. Delfino di Colleferro è stato recentemente al centro di una pungente polemica politica

tra il Sindaco di Colleferro, Pierluigi Sanna, e il Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.

Il fugace scontro si è concluso con un nulla di fatto, ma ha avuto il merito di riattualizzare nell’opinione

pubblica e negli Amministratori del territorio le problematiche della sanità locale e della salute dei

cittadini.

L’attenzione è stata deviata dai problemi che quotidianamente affrontano i pazienti ed il personale che

lavora in ospedale all’elogio della polemica politica, un modo per nascondere le mancanze del sistema

sanitario regionale e la passività di chi solo un po' di tempo fa si diceva certo che “il Patto dei Sindaci

potrà rivoluzionare le politiche locali nei nostri Comuni”.

Spostata l’attenzione dai problemi concreti allo scontro mediatico, Sindaco Sanna e Presidente Rocca

non ci hanno detto su quali questioni stanno concretamente collaborando e se vogliono ottimizzare,

riorganizzare e rifunzionalizzare il Polo ospedaliero Colleferro-Palestrina.

La Direzione sanitaria della Asl Rm5 non restituisce all’opinione pubblica una informazione aggiornata

e trasparente sui risultati prodotti dal Polo in termini di aggregazione, coordinamento ed integrazione

dell’organizzazione ospedaliera, partita nel 2017.

Le criticità rilevate un anno fa, quando abbiamo proiettato a Colleferro “C’era una volta la sanità

pubblica”, il film inchiesta che ci ha aiutato a comprendere le cause del fenomeno economico-sanitario

italiano ed internazionale, si sono aggravate dopo l’incendio all’ospedale San Giovanni Evangelista di

Tivoli dell’8 dicembre scorso.

Sono trascorsi 5 mesi dall’incendio, dove hanno perso la vita 3 pazienti, e non sembra ci sia ancora un

indagato.

Il Punto nascita è stato prima soppresso a Palestrina e poi sospeso in tutte le Asl, che significa 70

Comuni senza una sala parto, costringendo le donne a rivolgersi agli ospedali di altre Asl, tra Roma e le

sue province. Riaprirà quando e dove (a Tivoli)?

La direzione della Asl Rm5 è stata affidata ad un Commissario straordinario in luogo di un Direttore

generale ed i Sindaci hanno accettato tutto ciò di buon grado.

In ospedale, la gestione dell’attività ordinaria senza una risonanza magnetica, che manca da circa 11

anni – unica Asl in tutto il Lazio – viene portata avanti tra non poche difficoltà, che saranno superate

una volta che sarà arrivata. Non sembra si voglia ragionare intorno al fatto che il futuro del Polo non è

legato ad una dotazione tecnologica all’avanguardia, che consentirà di gestire con migliori risultati

l’esistente, oppure a stanziamenti da erogare, bensì ad un progetto strategico di riforma e rilancio del

Polo, cuore della nostra comunità.

La “Programmazione della Rete ospedaliera 2024-2026” prevede l’attivazione di Oncologia all’ospedale

di Colleferro e la Medicina d’urgenza a Palestrina. Il piano regionale stanzia 6 milioni e 374 mila euro

per il comparto operatorio del Pronto soccorso dell’ospedale di Colleferro, per l’acquisto di forniture

elettromedicali, per la risonanza magnetica e l’ammodernamento del parco tecnologico. Il PNRR

prevede l’istituzione di 4 ospedali di comunità. Misure e stanziamenti previsionali, ma non sappiamo se

erogati ed attuati.

Oltre alle dotazioni e attrezzature le criticità riguardano anche la pessima mensa ospedaliera, la

precarietà della procedura di preospedalizzazione, il cattivo funzionamento del distretto, la lunghezza

delle liste di attesa, i tempi di permanenza al pronto soccorso, la mancanza di posti letto e la scarsità di

personale.


2

Su tutte queste criticità finora non disponiamo di informazioni sugli interventi intrapresi, né visto

risultati rivoluzionari e nutriamo poche speranze che la politica voglia intervenire in modo risolutivo su

di essi.

Ma veniamo alla questione di cui si parla con toni gattopardeschi. A causa dell’incendio la Regione ha

attribuito temporaneamente il Dipartimento di emergenza e accettazione (DEA) di I livello all’ospedale

di L.P. Delfino, data l’impossibilità di farlo funzionare a Tivoli.

I comitati cittadini hanno subito prospettato la possibilità di trasformare tale assegnazione in definitiva,

anche perché Colleferro doveva già essere sede di DEA di I livello da anni, se i Sindaci lo avessero

chiesto, posto che la legge prevede la sua istituzione ogni 250 mila abitanti. Ma i Sindaci non solo non

hanno avanzato richiesta, ma leggiamo che “attendono” e si “augurano” che l’ospedale di Colleferro

continui ad essere DEA anche dopo la riapertura del San Giovanni Evangelista, ma non fanno nulla

perché tale assegnazione rientri nell’agenda politica della Regione.

Sull’istituzione del DEA di I livello il Presidente Rocca ha preso impegni precisi in campagna elettorale

e, pur nel rispetto della complessità di questi problemi, i Sindaci comincino loro a farsi promotori di una

iniziativa politica che riconosca al territorio i suoi diritti e agiscano per garantirsi l’effettiva

partecipazione dei Comuni in tutti quei processi decisionali della Regione che incidono sugli interessi

della nostra comunità, convocando la Conferenza dei Sindaci.

A distanza di oltre 1 anno dall’insediamento della Giunta Rocca si avverte la necessità urgente di

provvedimenti che sappiano incidere sulle problematiche accennate ed essere il cambiamento promesso

rispetto alla precedente amministrazione Zingaretti.

La mancanza di personale non solo impedisce di attivare nuovi posti letto presso il Polo e migliorare le

prestazioni del Pronto soccorso, ma impone al personale in servizio, che nel frattempo ha raggiunto

un’età elevata, ritmi stressanti ed orari prolungati.

La risposta alle lunghe liste di attesa deve essere un piano assunzionale in tempi celeri che riporti il

servizio sanitario regionale nell’alveo del pubblico e che segni la fine dell’emergenza e ridimensioni gli

stanziamenti al settore sanitario privato. Non basta rifinanziare la sanità pubblica se non vengono

riformate anche molte procedure organizzative-gestionali e di sperpero di denaro pubblico, introducendo

forme di controllo preventivo.

La sanità pubblica è un diritto costituzionale, che la Regione non può mettere sul mercato come un

prodotto aziendale, ed i Sindaci, espressione della comunità locale, comincino a difenderla con atti e

fatti che siano in discontinuità con gli ultimi 10 anni. Imparino a difenderla senza polemiche politiche e

strumentalizzazioni personali.


Gabriella Collacchi, Portavoce e Ina Camilli, Coordinatore del Comitato libero “A difesa dell’ospedale di Colleferro” - 

Coordinamento territoriale

Dott. Stefano Fabbroni, Presidente Comitato Salute ed Ambiente Asl Rm5


Nessun commento:

Posta un commento