sabato 30 marzo 2024

anticipazioni de il fatto quotidiano in edicola. Italia Viva vuole l'agenzia di Stato per cercare i "putiniani". Il ministero bacchetta le università contro la militarizzazione. Si pente Sandokan, boss dei Casalesi

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-29-marzo-2024/

La giornata in cinque minuti

 Ascolta il podcast del Fatto di domani

IDEONA DI ITALIA VIVA: UN’AGENZIA DI STATO PER ANDARE A CACCIA DI “PUTINIANI”. I sedicenti “liberali” italiani propongono di istituire un’agenzia di Stato per il controllo delle infiltrazioni estere nei media. Sembra la Russia di Putin o l’Ungheria di Orban, ma è Italia Viva. Il capogruppo in Senato del partito renziano, Enrico Borghi, membro del Copasir, ha presentato oggi in conferenza stampa un disegno di legge per istituire una “Agenzia nazionale contro la disinformazione e per la sicurezza cognitiva”. Obiettivo: “Contrastare la strategia russa che mira a influenzare le nostre opinioni pubbliche attraverso la diffusione di informazioni volutamente manipolate”. Secondo il progetto, che dettaglieremo sul Fatto di domani, l’istituto dovrebbe lavorare sotto la Presidenza del consiglio e collaborare con i servizi e l’Agcom. Quindi si suppone che prenderà di mira il lavoro dei media. “Sappiamo che verrà subito detto che vogliamo fare il ministero della verità – si è auto criticato Borghi -. Niente di più falso e fuorviante. Se leggerete che vogliamo creare l’occhiuto controllore orwelliano, quello sarà un indicatore che è un commento della disinformazione russa”. A rischio di essere accusati ancora una volta di “putinismo”, sul giornale di domani vedremo tutti i limiti di questo progetto e le vere intenzioni che lo animano.


GUERRA RUSSIA-UCRAINA, ZELENSKY SCAVA TRINCEE E CHIEDE I MISSILI PATRIOT. GERSHKOVICH, UN ANNO IN CARCERE PER IL GIORNALISTA ACCUSATO DAL CREMLINO. Appena due giorni fa il presidente Zelensky ha mostrato un video nella regione di Sumy, dove l’esercito ha scavato nuove trincee e strutture difensive. Kiev è certa che i russi in questa fase della primavera cercheranno di avanzare. Secondo l’Istituto per lo studio della guerra Isw, le truppe di Mosca “hanno conquistato 505 chilometri quadrati da quando hanno lanciato le operazioni offensive nell’ottobre 2023”. In un’intervista a Ukrinform il comandante delle forze armate, Oleksandr Syrsky ha descritto così lo stato del conflitto: “La situazione al fronte è davvero difficile. Ma non stiamo solo sulla difensiva, andiamo avanti anche in aree diverse ogni giorno”. Syrsky ha anche affermato che “il vantaggio del nemico in termini di munizioni sparate è di circa sei a uno”, e che ci sarà una mobilitazione per arruolare ma serviranno “meno dei 500 mila uomini previsti”. Il presidente Zelensky sollecita gli alleati sugli aiuti militari, in particolare sulla difesa aerea: “L’Ucraina non è ancora forte come potrebbe essere. Dobbiamo essere in grado di operare sul campo di battaglia. Per farlo, abbiamo bisogno di due cose: i sistemi Patriot che gli Stati Uniti possono fornirci e la parità nell’artiglieria”. I bombardamenti si susseguono; oltre il confine, a Belgorod, si lamentano vittime russe per un attacco con i droni, mentre Odessa dopo i raid è rimasta senza corrente e due centrali idroelettriche sono diventate obiettivo di Mosca; blackout in tre regioni. Sul conflitto ricade anche la vicenda del giornalista del Wall Street Journal, Evan Gershkovich, da un anno detenuto in Russia perché accusato di “spionaggio” ma senza che siano mai state mostrate prove. Il suo giornale lo ha ricordato con uno spazio bianco in prima pagina. Sul Fatto di domani leggerete altri particolari sullo stato del conflitto e sulle possibilità di Kiev di frenare l’avanzata russa.


UNIVERSITÀ E MILITARIZZAZIONE, IL MIUR “SCONTENTO”. GAZA, CONTINUANO LE TRATTATIVE PER LA TREGUA. ISRAELE EVOCA “UN’OFFENSIVA” AL CONFINE COL LIBANO. Sul Fatto abbiamo raccontato la battaglia che in alcuni atenei italiani gruppi di studenti e docenti stanno portando avanti contro gli accordi stretti con le aziende che producono armi, Leonardo in primis, e in particolare contro l’ultimo bando del ministero degli Esteri per la “cooperazione industriale, scientifica e tecnologica Italia-Israele”. Il 7 marzo ha cominciato l’Università di Torino, poi quella di Bari e ieri anche la Normale di Pisa, dove è stata approvata una mozione promossa dagli studenti che chiede alla Farnesina di “riconsiderare” l’accordo Italia-Israele. Il Ministero dell’Università ha fatto sapere di disapprovare. In solidarietà con un movimento che nasce da sinistra, il sindacato Usb ha lanciato una giornata di sciopero nazionale per il 9 aprile, dalle 12 a fine turno. Sul Fatto di domani allargheremo lo spettro sulla presenza dell’industria della Difesa nelle università italiane con un’intervista a Michele Lancione, autore del libro Università e militarizzazione. Leggerete anche i nostri aggiornamenti sul conflitto di Gaza. Continuano le trattative a Doha e in Egitto per una tregua con scambio di ostaggi. Il capo del Mossad David Barnea, e Ronen Bar, responsabile dello Shin Bet, sono stati autorizzati dal primo ministro Netanyahu “a inviare nei prossimi giorni proprie delegazioni a Doha e al Cairo, con un ampio potere di decisione nella prosecuzione delle trattative sugli ostaggi”. La conferma arriva proprio dall’ufficio del premier, che è sulla graticola anche sul fronte interno; dal primo aprile gli ultraortodossi potrebbero essere chiamati al servizio di leva. L’Alta corte israeliana ha emesso un ordine provvisorio che vieta il versamento di fondi pubblici alle Yeshiva, le scuole religiose, sottolineando che l’esenzione dal servizio militare per gli studenti, non è più valida. Netanyahu è sostenuto da due partiti ultraortodossi che non accettano questa decisione. Sul piano militare, Israele ha colpito basi di Hezbollah in Siria – bilancio 38 morti – e il ministro Gallant ha evocato una “offensiva a nord”, verso il Libano dove il partito-milizia sostenuta dall’Iran ha la sua roccaforte. Lo Stato ebraico si appresta anche all’operazione a Rafah, nonostante le critiche degli Stati Uniti per la presenza di più di un milione di civili.


SI PENTE FRANCESCO “SANDOKAN” SCHIAVONE, IL BOSS DEI CASALESI: “ORA SVELI I SEGRETI SU TERRA DEI FUOCHI E POLITICA”. Si è pentito il boss del clan dei Casalesi, Francesco Schiavone alias “Sandokan”, considerato finora un irriducibile. Negli anni 80 e 90 è stato il terrore di Casal di Principe. È in carcere al 41 bis da 26 anni con l’ergastolo (condannato a 6 omicidi), è malato di tumore e ha due figli già collaboratori di giustizia. I suoi parenti per il momento hanno rifiutato di entrare nel programma di protezione. Forse c’è proprio il tumore dietro la scelta di diventare collaboratore di giustizia, ma in ogni caso il passo è visto come una svolta storica per i magistrati che hanno combattuto la camorra. Lo è senz’altro per Federico Cafiero De Raho, oggi parlamentare 5S ed ex Procuratore Nazionale Antimafia che da pubblico ministero rappresentò l’accusa nel processo contro i Casalesi. “Da lui si potranno ottenere informazioni di grande rilievo, soprattutto sulla rete imprenditoriale che costituiva i cartelli per infiltrare gli appalti pubblici”, dice. Anche per Raffaele Cantone, ex presidente dell’Anticorruzione, Schiavone dovrebbe parlare del traffico di rifiuti che ha dato origine al disastro ambientale della Terra dei fuochi. Roberto Saviano, che sui Casalesi ha basato il suo best seller Gomorra, ha sollevato il dubbio che dietro il pentimento ci sia la volontà di liberarsi dall’ergastolo. Tra le reazioni di plauso della politica, da notare quella del sottosegretario alla giustizia di Fratelli d’Italia Andrea Delmastro che ha parlato di “vittoria del 41 bis”. Sul Fatto di domani approfondiremo. Qui la storia dell’ascesa del boss, dalla Nuova famiglia di Antonio Bardellino all’arresto nel 1998.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Superbonus, marcia indietro del governo per i terremotati. Il bonus 110% era diventato “una necessità” per la ricostruzione secondo molti amministratori locali, così il governo ha modificato il decreto voluto dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e reintrodotto la possibilità di accedere a sconto in fattura e cessione del credito nelle aree terremotate.

Non si ferma il crollo delle nascite. Culle sempre più vuote in Italia. Nel 2023 6,4 neonati ogni mille abitanti, secondo i dati provvisori dell’Istat. In un anno si contano 14mila bimbi nati in meno, ma se si guarda al 2008 la diminuzione è di 197 mila neonati, ossia il -34,2%.

Paolo Berlusconi: “Comprai quadri per trovare prove per Silvio”. Il fratello del defunto fondatore di Forza Italia è stato ascoltato come testimone in un processo per ricettazione a Roma. Paolo Berlusconi ha dichiarato di aver comprato tra il 2015 e il 2018 “una dozzina di opere d’arte pagandole alcuni milioni di euro per reperire determinate prove su alcune situazioni non chiare che venivano contestate a mio fratello, in alcuni processi che ha dovuto subire”. Ha affermato di aver pagato prezzi più alti delle valutazioni.


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Economia di guerra, la minaccia di Macron alle industrie: presto con le consegne belliche

di Luana De Micco

Parigi “non esclude” di ricorrere alla requisizione di personale e strumenti di produzione per accelerare l’economia di guerra e di imporre alle industrie di dare la priorità alla fabbricazione di armi e munizioni, di privilegiare cioè le “necessità belliche rispetto a quelle civili”. Una misura giudicata senza precedenti dalla stampa francese e che suona come una minaccia per l’industria transalpina, annunciata in settimana da Sebastien Lecornu, il ministro della Difesa. Lecornu ha bacchettato gli industriali, troppo lenti, secondo lui, a produrre armi al punto da farsi sfuggire dei contratti. Il monito va a aziende come Safran, Airbus, Thales, Dassault, che operano anche nel settore della Difesa. La legge francese permette questa misura “speciale”, di fatto già prevista dal Codice della Difesa e inclusa nella legge sulla programmazione militare 2024-2030, promulgata a agosto. Per la quale, in caso di “minaccia, attuale o prevedibile, sulle attività essenziali alla vita della Nazione, alla protezione della popolazione, all’integrità del territorio o alla permanenza delle istituzioni della Repubblica o della natura”, può essere decisa per decreto ministeriale “la requisizione di tutte le persone, fisiche o morali, e di tutti i beni e i servizi necessari”.

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