martedì 31 ottobre 2023

il fatto di domani in edicola SGARBI, L’ANTITRUST AVVIA UN’ISTRUTTORIA: “POSSIBILI CONDOTTE ILLECITE”

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-31-ottobre-2023/

La giornata in cinque minuti

 Ascolta il podcast del Fatto di domani

SGARBI, L’ANTITRUST AVVIA UN’ISTRUTTORIA: “POSSIBILI CONDOTTE ILLECITE”. “Dalle prime evidenze emergono elementi dai quali si evince che le attività” del sottosegretario “sono state effettivamente prestate” e come tali potrebbero quindi “porsi in contrasto” con quanto previsto dalla legge Frattini che dispone norme in tema di conflitto di interessi. Lo scrive il Garante della Concorrenza nella delibera con cui ha predisposto l’avvio del procedimento nei confronti di Vittorio Sgarbi. Nella delibera si informa anche che l’istruttoria, aperta dall’Autorità in seguito alla segnalazione del ministro Sangiuliano (mossa quest’ultima successiva all’avvio della nostra inchiesta), dovrà concludersi entro il 15 febbraio 2024. “Sono felicissimo, si stabilirà che è esercizio legittimo del diritto d’autore – ha dichiarato il sottosegretario –. Partirà il mio contrattacco non appena la polizia postale avrà individuato la persona che ha mandato la lettera anonima” alla stampa. Di certo, adesso la sua posizione è ancora più in bilico: la premier Meloni aveva inizialmente sostenuto di voler appunto aspettare le indagini dell’Authority per decidere se ritirargli le deleghe. Sul Fatto di domani vedremo cosa succederà. Ieri sera, ospite della trasmissione “Quarta Repubblica” condotta da Nicola Porro (il quale si è auto-denunciato amico di Sgarbi), il critico è tornato ad attaccare il Fatto e il nostro Thomas Mackinson, che ha definito “ignorante” e “capra”. L’altro giorno aveva parlato di “campagna di delegittimazione” e addirittura di “minacce e tentativo di estorsione” ai danni di un suo ex collaboratore. Come abbiamo raccontato oggi, oltre ai cachet d’oro per i suoi interventi da quando è sottosegretario (sui quali, appunto, adesso indaga l’Antitrust) e alle tasse non pagate, Sgarbi ha avuto rapporti turbolenti anche con i suoi autisti: uno di loro è stato abbandonato a piedi di notte all’autogrill di Rio Ghidone Ovest, dalle parti di Fossano, mentre nel bagagliaio dell’auto c’era un dipinto; un altro è finito in coma per un incidente all’altezza di Frosinone; un altro è stato sepolto dalle multe e ha perso i punti sulla patente.


LA MANOVRA DEI BLUFF E DELLE TASSE AUMENTATE: SOLO 17MILA USERANNO QUOTA 103, MEDICI VERSO LO SCIOPERO. “Tanti stipendi si sono alzati, altri si sono abbassati. Non si è riuscito a fare di più”. Questo dice oggi il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani intervistato dalla Stampa. Ma guardiamo meglio a cosa ha fatto il governo. Quota 103, salvata in extremis per evitare di fare un passo in più verso la legge Fornero? Potranno sfruttarla solo 17 mila lavoratori nel 2024 (con almeno 62 anni di età e 41 di contributi). Lo scrive nero su bianco la Relazione tecnica allegata alla legge di Bilancio inviata in Parlamento. E si confermano i tagli per i dipendenti pubblici, tra cui il personale medico in particolare che conferma lo sciopero. Pignoramento sui conti correnti, che Giorgia Meloni in persona aveva garantito non sarebbe mai arrivato? Invece c’è eccome, e vale più di un miliardo di incasso per il biennio 2025-2026, secondo le stime del ministero dell’Economia di Giorgetti. Cedolare secca aumentata (dal 21% al 26%) per chi affitta dalla seconda casa in poi (fino alla quarta, perché poi la legge cambia)? La misura, già accolta dalle proteste dei costruttori e di Forza Italia, partorisce un topolino che non porterà più di 17 milioni di maggior gettito per il 2025. La seconda manovra del governo Meloni è tutt’altro che uno sforzo per aiutare le famiglie e i meno abbienti, come dicono i portavoce dei partiti di maggioranza. È anzi un misto preoccupante tra bluff e nuove tasse (nel solco del governo Draghi). Sul Fatto di domani vedremo di smentire la retorica del governo, per raccontare la verità su quello che gli italiani dovranno aspettarsi. Tutto questo mentre i dati economici del Paese vanno tutt’altro che bene: l’economia italiana è ferma, a crescita zero nel terzo trimestre dopo aver perso mezzo punto nel secondo, in conseguenza del lungo periodo di alta inflazione che ha depresso tutta l’Europa. E anche il dato positivo sull’inflazione di ottobre, che cresce molto poco, non è (e non potrebbe mai esserlo) un effetto del “carrello tricolore”, come sono corsi a dire il ministro Urso e gli altri, ma è un dato atteso, come vedremo sul giornale di domani. E mentre il testo della manovra è approdato in Parlamento e farà ora il giro delle commissioni, la Cgil ha chiesto a tutti i gruppi parlamentari di Camera e Senato un incontro, “per un confronto” in vista di una mobilitazione annunciata.


PREMIERATO, DIVERSIVO POLITICO SENZA MIGLIORAMENTI: PARLA IL COSTITUZIONALISTA DEM PERTICI. C’è un altro aspetto su cui Tajani non si sottrae oggi, nell’intervista alla Stampa già citata. Ed è il progetto del presidenzialismo: “Andremo avanti comunque, anche se le opposizioni non sono contente. In una democrazia parlamentare si vota e vince la maggioranza”, dice il capo di Forza Italia. Parole un po’ più dure di quelle di Maria Elisabetta Alberti Casellati, da sempre promotrice della riforma costituzionale, che si augura che le opposizioni non frappongano steccati ideologici di fronte al progetto della maggioranza. La riforma sarà presentata dalla premier Meloni venerdì. Qualche forza di opposizione, vera o presunta, già dialoga: parliamo di Azione e Italia Viva, che oggi concorrono a mostrare la patente di aver inventato il progetto del cosiddetto “sindaco d’Italia”. I giornali mainstream si dilungano oggi nell’elencare gli effetti del cambiamento, citando per esempio la scomparsa dei senatori a vita. D’accordo, ma come leggerete sul giornale di domani bisogna prima chiarire che il presidenzialismo in salsa meloniana per il momento non è molto di più che un diversivo per coprire i problemi dell’esecutivo. Oltretutto, come vedremo con un’intervista al costituzionalista Andrea Pertici, di area PD, cambiare l’assetto dei poteri dello Stato non risolve alcun problema strutturale della nostra rappresentanza democratica.


ISRAELE-GAZA, DURI SCONTRI TRA ESERCITO E FONDAMENTALISTI. HAMAS: “50 MORTI PER LE BOMBE SUL CAMPO PROFUGHI”. USA, IL SEGRETARIO DI STATO BLINKEN: “CONSIDERARE PAUSA UMANITARIA”. L’esercito israeliano sta avanzando verso Gaza City lungo due linee: per la prima volta, oggi, Tel Aviv ha annunciato la morte di due suoi soldati durante l’operazione di terra. L’assedio potrebbe durare mesi, confermano alcune fonti, e la linea di comando di Hamas è pronta a dare battaglia. Per il premier israeliano Netanyahu non c’è spazio per una tregua, dopo il raid degli estremisti islamici del 7 febbraio che ha causato l’uccisione di 1.400 persone e la cattura di 240 ostaggi. Resta il dramma dei civili presi tra due fuochi; anche oggi un bombardamento sul campo profughi di Jabalya, nel nord della Striscia ha provocato molte vittime; il ministero della Sanità di Hamas parla di “almeno 50 morti” e altri 15 si contano nel campo di Nuseirat. L’Autorità nazionale palestinese ha proclamato una “giornata della rabbia” dopo la diffusione della notizia del bombardamento. Con il conflitto in corso è difficile avere più fonti di informazione su quanto accade nella Striscia, quelle locali denunciano all’emittente del Qatar, Al Jazeera, le condizioni estreme in cui si trova la popolazione. Per quel che riguarda gli ostaggi in mano agli estremisti, il capo del Consiglio di sicurezza nazionale israeliano, Tzachi Hanegbi, ha affermato di non considerare vicino un accordo per la loro liberazione. Nella guerra si inseriscono anche i miliziani Houti dallo Yemen che rispondono all’Iran; gli Houti hanno rivendicato l’attacco a Eilat, la città sul Mar Rosso, con missili e droni; la minaccia è stata sventata dall’Idf che per la prima volta ha utilizzato il sistema di difesa Arrow. Il quadro è fosco, e dagli Stati Uniti il segretario di Stato Blinken sollecita una pausa umanitaria durante un’audizione al Senato, durante la quale ci sono state contestazioni per il sostegno americano ad Israele. Il tema della guerra in Medio Oriente coinvolge gli Usa e l’amministrazione Biden, che teme contraccolpi per la sua rielezione dagli elettori musulmani. Sul Fatto di domani leggeremo altri particolari sulla giornata, e un reportage di Fabio Bucciarelli sulla Cisgiordania, l’altro fronte aperto, da Jenin a Nablus.


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Letteratura, addio a Ernesto Ferrero. Scrittore, intellettuale, editore, critico, traduttore e narratore, aveva 85 anni. Nel 2000 vinse il Premio Strega con il suo romanzo “N”. È stato direttore del Salone del Libro di Torino dal 1998 al 2016. Il suo ritratto sul giornale di domani.

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