Il 7 giugno di quest’anno, sull’onda emotiva del femminicidio di Giulia Tramontano, il governo approvava un ddl volto a inasprire le misure di contrasto alla violenza di genere. Le misure punitive, in particolare: con la possibilità di arresto in flagranza differita, per esempio, o l’incentivo all’utilizzo del braccialetto elettronico per i violenti. Poi è arrivata l’estate e quella che i ministri Nordio e Roccella indicavano come priorità per il Paese è finita sotto l’ombrellone. Se ne sta riparlando in questi ultimi giorni, dopo altri due femminicidi, quelli di Anna Scala e di Vera Schiopu. La prima aveva già denunciato più volte il suo ex, che è poi diventato il suo assassino. E allora tutti giù a chiedersi che fare, come tutelare le donne, se è preferibile non denunciare. E intanto il ddl, che pure qualcuno ha detto “si può approvare in due mesi”, è fermo lì. Che poi, come ci spiega Federica Di Martino che ha intervistato la presidente dell’associazione Donne in Rete contro la Violenza, Antonella Vietri, anche se entrasse in vigore domani mattina non risolverebbe il problema culturale che è alla base di qualunque forma di violenza. Stupro di Palermo compreso… Perché è tutto lì: la concezione della donna che ci portiamo dietro da millenni, il ruolo che il patriarcato ci ha imposto e che abbiamo talmente introiettato da sentirci perennemente inadeguate. “Ci vogliono perfette come Barbie – ha spiegato a Elisabetta Ambrosi la semiologa Giovanna Cosenza –. Devi essere bella ma anche colta, madre ma anche professionista in carriera, e devi dare il massimo in tutto, ma non troppo, per non essere minacciosa”. Nicola Dammacco ci consegna oggi l’ultima puntata del suo viaggio tra proverbi e modi di dire sessisti. Poiché anche il linguaggio veicola la violenza, la scrittrice Maria Grazia Colombari ci suggerisce una strada percorribile: rivedere i programmi scolastici e l’educazione dei bambini, per arrivare a ottenere più Grazia Deledda e meno “donne con le palle”. Con Alessia Grossi ci spostiamo in Spagna, dove è esploso il caso Rubiales, il presidente della Federcalcio che ha dato un bacio sulle labbra a Jennifer Hermoso, una delle campionesse mondiali. Nonostante il video di scuse (con tanti “se”), le ministre del governo uscente ne chiedono la testa e le magistrate parlano di violenza e abuso di potere. Per la pagina culturale, infine, Angelo Molica Franco ripercorre per noi due amori straordinari, sublimi e litigiosi, tragici e clandestini. E sicuramente artistici: quelli tra Rimbaud e Verlaine e tra Woolf e Sackville West. Buona lettura A cura di Silvia D’Onghia |
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