venerdì 2 giugno 2023

30 maggio Il Fatto di domani. Voto, la debacle dei fu giallorosa: i pareri degli esperti. Meloni ne approfitta e accelera con le “schiforme”

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-30-maggio-2023/

La giornata in cinque minuti

 Ascolta il podcast del Fatto di domani

DISASTRO AMMINISTRATIVE, QUALE FUTURO PER I FU GIALLOROSA? I PARERI DI REVELLI, RANIERI, SARACENO E RICCIARDI. Dopo il primo turno Elly Schlein si era detta “soddisfatta e fiduciosa per i ballottaggi”, alla guida di un partito “con ottima salute”. Ma all’indomani del ballottaggio, il Pd fa i conti con la batosta elettorale. La leader dem ha convocato una segreteria speciale e ha rinviato la trasferta a Bruxelles. Nella capitale belga avrebbe dovuto incontrare i parlamentari per sciogliere un nodo spinoso: l’utilizzo dei finanziamenti europei (Pnrr e fondi di Coesione) per comprare armi e munizioni. Da Roma, invece, Schlein ha aperto il processo alla sconfitta lanciando il tema delle alleanze: “Da soli non si vince”, ha ammonito la segretaria. Giuseppe Conte, l’altro sconfitto, ha convocato una conferenza stampa per parlare di mutui e caro affitti, senza rinunciare ad una stoccata al Nazareno: “Meloni non si batte con i campi larghi ma con un’idea diversa di Paese”. Poi ha annunciato il battesimo degli 84 gruppi territoriali: iniziativa attesa da tempo, per rinsaldare i legami con le realtà locali. In serata si riunirà l’assemblea dei parlamentari M5s. Intanto, Conte ha lanciato la manifestazione del 17 giugno “per dare voce e volto al disagio sociale”. Nel fossato che divide M5s e Pd prova infilarsi Carlo Calenda – “orfano” di Matteo Renzi – per abbracciare il Nazareno mettendo all’angolo Conte: “Quando fai accozzaglie col Movimento, no a tutto, la gente non ti vota”, è la profezia del leader di Azione. Sul Fatto di domani approfondiremo le cause del disastro nelle urne e ascolteremo il parere degli esperti sulla rotta giusta da intraprendere, per Giuseppe Conte ed Elly Schlein. Di sicuro, c’è il conto delle sconfitte nei capoluoghi chiamati al voto: 9 a 3 a favore della maggioranza. L’unica vittoria ai ballottaggi è stata a Vicenza, con il sindaco Giacomo Possamai (indicato da Enrico Letta) che in campagna elettorale ha accuratamente “scansato” Schlein.


MELONI ACCELERA SULLE RIFORME: INCONTRO CON LE PARTI SOCIALI. Il giorno dopo la vittoria ai ballottaggi, Giorgia Meloni ha incontrato sindacati e Confindustria per accelerare sulle riforme, in vista delle elezioni europee del 2024. Palazzo Chigi ha illustrato il programma su riforme istituzionali, delega fiscale, inflazione, pensioni, sicurezza sul lavoro e produttività. Verso le 16 è stato il turno delle associazioni dei lavoratori. Al tavolo sono invitati Maurizio Landini (Cgil), Luigi Sbarra (Cisl), Pierpaolo Bombardieri (Uil), Paolo Capone (Ugl), Angelo Raffaele Margiotta (Confsal). Contro il carovita, la premier ha dichiarato di voler istituire “un osservatorio governativo sul tema del potere d’acquisto: salari, monitoraggio dei prezzi”. Poi ha aperto il capitolo della riforme costituzionali: la leader FdI è per il premierato – cioè l’elezione diretta del presidente del Consiglio – per garantire “la stabilità dei governi e il rispetto della volontà dei cittadini”. Ma il rischio è di mettere il Parlamento al guinzaglio del governo, secondo autorevoli costituzionalisti. Meloni ha sorvolato i diversi temi in agenda: denatalità, riforma del fisco (con l’ampliamento dello scaglione Irpef più basso), pensioni. Sul Pnrr ha ribadito l’intenzione di modificare il Piano con un “tagliando”. Bruxelles attendeva le richieste di modifica a giugno, ma il governo – con buone probabilità – non riuscirà a consegnarle prima di agosto. Risultato: l’Italia rischia di perdere tutti i fondi del 2023 (la terza rata è sospesa da due mesi). Sul Fatto di domani vi racconteremo i dettagli dell’incontro, le reazioni delle parti sociali, e nuovi dettagli sulla riforma del Fisco. La Cgil, intanto, ha già lanciato mobilitazioni per sabato 24 giugno – a tutela della sanità pubblica – e sabato 30 settembre – contro l’Autonomia differenziata. Ma questa è la riforma voluta dalla Lega e non è detto che Meloni desideri condurla in porto.


UCRAINA, RAID DI DRONI SU MOSCA, PUTIN ACCUSA KIEV. ARMI, ORA ZELENSKY VUOLE CHIEDERE AGLI ALLEATI GLI EUROFIGHTER. Continua la guerra tra Kiev e Mosca, anche a colpi di droni. Domani sul Fatto leggeremo di questa nuova incursione sulla capitale russa. Il governo ucraino ha negato ogni responsabilità anche se il portavoce Mykhailo Podolyak prevede che questo tipo di azioni “aumenteranno”. Il Cremlino accusa Kiev – “Vuole terrorizzare i russi” – e anche la Nato: “Le sue assicurazioni che il regime d Kiev non avrebbe colpito in profondità sul territorio russo si sono rivelate completamente ipocrite”. Leggeremo altri approfondimenti sia sul piano diplomatico che sul fronte delle armi. Il Sudafrica concederà al presidente Putin l’immunità diplomatica per consentirgli di partecipare al vertice dei paesi Brics (Russia, Brasile, India, Cina e Sudafrica) in programma a fine agosto, in contrapposizione al mandato di arresto emesso a marzo dalla Corte penale internazionale nei confronti del leader russo. Jet da combattimento, Kiev potrebbe allargare la richiesta: non più solo F-16, difficili da reperire, ma cercare di ottenere anche gli Eurofighter, più accessibili tra gli alleati europei.


LA JUVENTUS VOLA IN BORSA, IL TRIBUNALE FEDERALE ACCETTA IL PATTEGGIAMENTO SUL PROCEDIMENTO “MANOVRA STIPENDI”. Rinuncia a tutti i ricorsi, una ammenda di 718 mila euro e soprattutto nessun ulteriore punto di penalizzazione. Sul Fatto di domani leggeremo altri particolari sulla chiusura del procedimento sportivo sul filone degli stipendi che ha coinvolto la società bianconera. La Federazione ha accettato il patteggiamento tra la Procura e gli avvocati del club, mettendo fine alla vicenda che era nata con l’inchiesta penale degli investigatori di Torino. Non ci saranno altre stangate legate al secondo filone dell’indagine che puntava sul filone degli stipendi e le plusvalenze, i rapporti con gli agenti dei calciatori e possibili rapporti da chiarire con altri club. Un compromesso che permette alla Juventus di mantenere un posto in Europa nella prossima stagione. E ieri a Piazza Affari il titolo ha guadagnato il 7%.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Ilva, lotta al vertice. Dopo le minacce di querela all’indirizzo del Fatto, domani torneremo sul caso Ilva per raccontare le “divergenze” tra il presidente Franco Bernabè e l’amministratrice delegata Lucia Morselli.

Il Mes arriva in Parlamento. Approderà alla Camera il 30 giugno la proposta di legge di ratifica del Meccanismo europeo di stabilità. Non è un mistero la riluttanza della premier a sottoscrivere il Trattato. L’Italia è l’unico paese Ue a non averlo ancora approvato.

L’ex portavoce di Chiara Appendino (M5s) rischia 9 anni di carcere. È la pena chiesta dal pubblico ministero di Torino – Gianfranco Colace – per Luca Pasquaretta. Le accuse sono di peculato, traffico di influenze e tentata estorsione. Il Pm ha anche chiesto di valutare la genuinità della testimonianza di Appendino e di Laura Castelli, ex viceministra dell’Economia.

Milano, trans picchiata, indagati tre agenti della Municipale. La Procura ha iscritto nel registro degli indagati tre agenti della Polizia Muncipale con l’accusa di lesioni aggravate anche dall’abuso della pubblica funzione. Il caso si lega alla denuncia della transessuale di 42 anni e il trattamento subito il 24 maggio in zona Bocconi. La Procura al momento esclude le aggravanti per discriminizione, tortura e minacce gravi ipotizzate nella denuncia, ed ha lasciato fuori dall’inchiesta un quarto agente che non ha preso parte all’intervento. Le immagini amatoriali riprese da un condominio con gli agenti che colpiscono la trans già a terra sono state rilanciate dai media


OGGI LA NEWSLETTER IL FATTO FOR FUTURE

Dopo Cannes, anche il big dei crediti di carbonio finisce nella bufera

di Riccardo Antoniucci

Aumentano le crepe nel sistema europeo della compensazione dei crediti di carbonio. La settimana scorsa un terremoto si è abbattuto su due delle principali aziende del mercato della vendita di compensazioni di CO2, che tra i loro clienti annoverano marchi rinomati come Gucci, Wolkswagen, Porsche, Shell, Disney e perfino il Festival di Cannes.

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