domenica 28 maggio 2023

Il Fatto di domani. Ucraina, le nostre armi nella controffensiva. L'Italia solidale in piazza: perché ci vuole un reddito di cittadinanza. In Rai ora è occupazione: parla Freccero

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-27-maggio-2023/

La giornata in cinque minuti

L’UCRAINA SUONA LA CONTROFFENSIVA: “NON PARLIAMO CON MOSCA FINCHÉ NON SI RITIRA”. LA CINA SMENTISCE LE APERTURE SULL’OCCUPAZIONE. Su Telegram, un video motivazionale con immagini di militari e armi occidentali e la voce di sottofondo del comandante in campo delle forze armate ucraine, Valery Zaluzhny, annuncia che la controffensiva di Kiev sui territori occupati dai russi è imminente. A confermarlo è stato anche il segretario del Consiglio di sicurezza ucraino Danilov: “L’Ucraina non perdonerà mai i russi per i loro crimini di guerra, li ucciderà e li caccerà dal suolo ucraino finché il nostro intero territorio non sarà liberato. Vi troveremo ovunque siate”. Dopo gli annunci sono state rilevate forti esplosioni nella città ucraina di Berdyansk occupata dai russi, nella regione di Zaporizhzhia. Lo slancio militare si accompagna a nuove chiusure verso la strada del dialogo con Mosca. Zelensky e il suo governo ripetono che non parleranno con i russi fino al ritiro completo delle loro truppe dal Paese. Nel frattempo il Cremlino torna a fornire la sua (nota) versione: per riportare la pace l’Ucraina deve tornare a uno status “neutrale” e non aderire né alla Nato né all’Ue, ma chiede anche il riconoscimento dell’autonomia delle regioni russofone che ha occupato. La Cina invece ha smentito che il suo inviato speciale per gli Affari eurasiatici, Li Hui, abbia mai sostenuto di lasciare a Mosca il possesso delle regioni ucraine occupate. L’indiscrezione era emersa sul Wall Street Journal. Un altro quotidiano statunitense, il New York Times, dà notizia che le forze armate ucraine hanno cominciato ad addestrarsi all’uso dei carri armati americani M1 Abrams in Germania. Su Fatto di domani leggerete un nostro aggiornamento sulla questione delle armi e delle forniture occidentali a Kiev, per capire in che modo saranno determinanti nei prossimi mesi di conflitto.


LA CORTE DEI CONTI CRITICA IL PNRR? IL GOVERNO STUDIA COME LIMITARLA. LA RAI MELONIANA: PARLA FRECCERO Il comizio della premier da Catania, per la chiusura della campagna elettorale per i ballottaggi delle Comunali, trasmesso in diretta sul canale all news della Rai, RaiNews24, senza alcuna mediazione giornalistica. Comizio, peraltro, in cui Meloni ha rivendicato di voler “liberare la cultura italiana da un sistema nel quale non potevi lavorare se non ti dichiaravi di una certa parte politica”. Il caso ha fatto infuriare le opposizioni e sarà valutato dalla Commissione di vigilanza della tv pubblica. La presidente dell’organo, Barbara Floridia del M5S, ritiene che “si potrebbe profilare una violazione importante della par condicio e del pluralismo che il servizio pubblico non si può assolutamente permettere”. È la prima grana per il neo amministratore delegato Roberto Sergio, che con una nota interna ha fatto sapere di aver chiesto alle testate di fare attenzione alla “corretta rappresentazione del dibattito politico”. Il direttore di RaiNews24 è Paolo Petrecca, è stato da poco riconfermato ed è considerato in quota Fratelli d’Italia. Ha fatto scalpore la presenza di Papa Francesco negli studi Rai di Saxa Rubra. Il Pontefice aveva promesso un’intervista al programma della Cei A sua immagine: era in agenda per marzo, ma il ricovero improvviso ha costretto il programma a rimandare a oggi. Sul Fatto di domani parleremo di Rai, egemonia cultural-televisiva e spartizione politica della tv pubblica con un’intervista a Carlo Freccero. Approfodiremo poi anche lo scontro istituzionale che si profila tra il governo, e in particolare il ministro con delega al Pnrr Raffaele Fitto, e la Corte dei conti, che ha criticato la gestione del piano. Oggi i magistrati contabili si sono riuniti d’urgenza per rispondere agli attacchi ricevuti dal ministro, che ha chiesto di critiche “più costruttive”. Ma c’è di più: il governo si appresta a presentare due emendamenti al decreto Pa, in discussione in Parlamento, per limitare i poteri della Corte dei Conti.


CI VUOLE UN REDDITO: CRONACA DALLA PIAZZA DI ROMA. LA MOBILITAZIONE EUROPEA CONTRO BIG OIL NELLE UNIVERSITÀ. Dal palco di Catania ieri Meloni ha anche sfoderare la sua antica retorica di odio ai poveri, parlando del reddito di cittadinanza come “paghetta di Stato” (l’aveva definito metadone, prima arrivare a Palazzo Chigi). Oggi Claudio Durigon, sottosegretario leghista al Lavoro, ha ribadito la linea: “C’era un problema cultura che si stava venendo a creare, ossia che le persone non si mettevano in gioco, ma erano invogliate a fare un lavoro in nero mantenendo il reddito”. Contro questa narrazione e contro la riforma di una misura sociale di base minima e raccomandata dall’Ue, oggi pomeriggio è scesa in piazza a Roma la rete di sindacati di base e associazioni riunite del Comitato Ci un vuole un reddito. Sul Fatto di domani leggerete la cronaca e le voci dalla manifestazione. A cui si aggiungerà un viaggio nelle mobilitazioni dei collettivi studenteschi e ambientalisti che partecipano alla campagna europea contro in finanziamenti alle industrie fossili End fossil fuel, che in Italia ha portato alle occupazioni di alcuni Dipartimenti universitari. Ritorneremo infine sul testo del decreto lavoro che taglia l’accesso al Rdc per mettere a fuoco contraddizioni e storture.


PONTE SULLO STRETTO, NIENTE TORNA. IL NOSTRO DOSSIER SULLA MOBILITÀ SOSTENIBILE. Per il governo sarà il ponte di tutti gli italiani, come ha detto ieri Matteo Salvini che si è intestato il progetto dal suo arrivo al ministero delle Infrastrutture. La promessa è di aprire il cantiere già l’anno prossimo e terminare l’opera in 11 anni. La maggioranza ha esultato dopo aver approvato un decreto in Parlamento, ma propaganda a parte i fatti sono molto più complicati di come vengono rappresentati dalla destra. Il Ponte sullo Stretto di Messina è inutile e dispendioso dal punto di vista economico, rischioso dal punto di vista tecnologico, dannoso dal punto di vista ambientale. Appalto e Via andrebbero rifatti, e la legge sul Ponte potrebbe essere anticostituzionale. Le obiezioni sono contenute in un dossier preparato da un pool di esperti per conto delle ong ambientaliste Kyoto Club, Lipu e Wwf, pubblicato oggi. Secondo lo studio, dati i volumi di traffico, l’opera sarebbe inutile e anti-economica e nessun privato troverà mai interesse a finanziarlo. Sul Fatto di domani leggeremo nel dettaglio i contenuti dello studio, poi parleremo di mobilità sostenibile con un’intervista a Stefano Maggi, storico italiano specializzato nello studio dei trasporti ferroviari.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Mafia, 30 anni dalla strage di via dei Georgofili. A Firenze si è tenuta la cerimonia del trentennale della strage mafiosa di via dei Georgofili: 5 morti, una devastazione imponente e tanti lati oscuri. C’era anche il capo dello Stato Sergio Mattarella. Sul Fatto di oggi abbiamo completato la pubblicazione di una serie di foto inedite degli attentati del 1993 organizzati da Cosa Nostra.

La palma d’oro di Cannes. Alle 20.30 comincerà la chiusura del Festival del cinema, con l’assegnazione dei premi. Tra i film più gettonati Fallen Leaves di Aki Kaurismäki, Perfect Days di Wim Wenders e The Old Oak di Ken Loach.

Fausto Brizzi. Il regista italiano è uscito in libreria con un nuovo romanzo dal titolo Siamo scritti a matita. Domani la nostra intervista

Nessun commento:

Posta un commento