lunedì 22 maggio 2023

Il Fatto di domani. Addestramento degli ucraini, il piano di Meloni per disinnescare i putiniani di casa sua. Fitto smantella il Pnrr (poi smentisce), ma i ritardi restano

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-22-maggio-2023/

La giornata in cinque minuti

 Ascolta il podcast del Fatto di domani

L’ITALIA, I PILOTI UCRAINI E IL PIANO DI MELONI PER ACCONTENTARE GLI ALLEATI DELLA NATO E NON LITIGARE NEL GOVERNOSul Fatto di domani leggerete come il governo Meloni intende mantenere l’impegno emerso al G7 di Hiroshima, senza suscitare le ire degli alleati di governo, Lega e Forza Italia, già in disaccordo sulle armi inviate al presidente Zelensky. Il tema è delicato: l’Italia non ha jet F-16, ma la premier per rimanere sulla scia degli alleati ha ipotizzato di partecipare agli aiuti fornendo addestramento su sistemi occidentali a piloti che sino ad ora sono stati abituati a pilotare caccia da combattimento di fabbricazione russa come i Mig-29. Ancora sulla guerra in Ucraina, potremo leggere una intervista di Silvia Truzzi a Francesco Pallante, professore ordinario di Diritto Costituzionale all’Università di Torino che in un suo intervento sostiene: il presidente Mattarella e la premier Meloni disattendono l’articolo 11 della Costituzione che ripudia la guerra.


PNRR, INCIDENTE SULLE DICHIARAZIONI DI FITTO, IL GOVERNO CORRE A SMENTIRE. LA TERZA RATA ANCORA SOSPESA: DOVE SONO I VERI PROBLEMI. Sullo sfondo del dibattito sull’alluvione resta quello sui fondi del Pnrr. Non solo perché la segretaria del Pd, Elly Schlein, l’ha evocato come potenziale bacino di risorse per l’emergenza (inappropriatamente, in questo caso), ma anche perché la terza rata del finanziamento europeo non è ancora arrivata. Sono 19 miliardi. La Commissione Ue oggi ha fatto sapere che la valutazione è ancora in corso e, soprattutto, ha chiarito di non aver ricevuto alcuna richiesta formale di cambiamento del Piano nazionale di ripresa e resilienza da parte del governo italiano. Insomma, le parole degli esponenti della maggioranza finora restano parole. Poi Bruxelles ha avvisato che qualsiasi revisione non deve “abbassare l’ambizione complessiva” del progetto. La precisazione è arrivata dopo l’incidente diplomatico scatenato da un articolo del quotidiano La Stampa che, riassumendo un intervento del ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto di ieri, ha sintetizzato così: “Il Pnrr va smantellato, molte grandi opere sono irrealizzabili”. Sintesi troppo spinta, è corso a dichiarare lo stesso Fitto, chiarendo di non aver mai pronunciato quelle parole. Senza aspettare la smentita, Matteo Salvini in mattinata ha reagito subito piccato: “Nessuna rinuncia a nessun progetto. Spendere bene e spendere tutti i fondi”, ha dichiarato. La sostanza dei dubbi del governo sulla realizzabilità dei progetti previsti dal piano, comunque, è nota e non è una novità. Sul Fatto di domani metteremo a fuoco le reali mancanze del Pnrr, con una mappa dei ritardi e dei problemi di spesa connessi.


ALLUVIONE, ORA SI SCAVA NEL FANGO. ALLERTA ROSSA PER LE FRANE. MELONI A CACCIA DI SOLDI IN VISTA DEL CDM. L’acqua si ritira in Emilia Romagna, ma è ancora allerta rossa fino a domani. Il problema ora sono soprattutto le frane: un migliaio quelle recensite, 305 quelle più significative in 54 comuni. Restano invece 43 i comuni con allagamenti in corso. Si spala per far defluire l’acqua in eccesso e per creare argini contro potenziali inondazioni future. Oltre a Protezione civile e vigili del fuoco, che fanno sapere di aver compiuto quasi 5 mila interventi, all’opera ci sono oltre 1600 volontari. Anche grazie a loro tanta gente è potuta tornare a casa: gli sfollati sono scesi a 23 mila. Domani sarà anche il giorno in cui finalmente si riunirà il Consiglio dei ministri per varare le norme dello stato d’emergenza. Si parla di almeno 20 milioni, più il ricorso ai fondi europei di solidarietà. Ieri Giorgia Meloni ha visitato alcune località alluvionate. Ha parlato solo brevemente con i giornalisti ma si è dilungata in strette di mano e abbracci con la popolazione (debitamente ripresi dal reparto comunicazione di Palazzo Chigi). La premier ha garantito che tutte le risorse che servono si troveranno, e infatti oggi ha passato la giornata a parlare con i ministri del primo pacchetto di finanziamenti. E anche per discutere la questione del commissariamento, che resta un nodo. Era stato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, a chiedere l’individuazione di un commissario speciale (per molti autocandidandosi), ma il governo non aveva apprezzato l’idea. Adolfo Urso, ministro delle Imprese, ha confermato che saranno sospesi mutui, rateizzazioni e oneri fiscali. Il ministro dell’Ambiente, Pichetto Fratin, ha affermato che è ancora impossibile fare una stima precisa dei danni: “Abbiamo avuto ieri sera l’elenco da parte della Regione di quali sono i Comuni da considerare alluvionati. Sono circa 100. Ci vorrà qualche giorno per avere un quadro un po’ più certo”. Mentre il ministro della Protezione civile Nello Musumeci riferirà in Parlamento mercoledì o giovedì.


BAIARDO E LE FOTO DI BERLUSCONI CON GRAVIANO. UN RITRATTO INEDITO DEL PORTAVOCE DELLA MAFIA STRAGISTA. Salvatore Baiardo, l’uomo legato ai boss mafiosi Graviano, torna sotto i riflettori stasera con la puntata di Report su Rai3. Come avete letto sul giornale di oggi, il “portavoce” dell’ala stragista di Cosa Nostra conferma, durante l’intervista, di aver scattato lui stesso tre foto che ritraggono Silvio Berlusconi con Giuseppe Graviano e il generale dei carabinieri Francesco Delfino: immagini che – sostiene Baiardo – risalgono al 1992, dopo la morte del magistrato Paolo Borsellino saltato in aria a Palermo il 19 luglio di quell’anno con cinque agenti della sua scorta. Le foto sarebbero state scattate sul lago d’Orta. Sul Fatto di domani potrete leggere un ritratto di Baiardo di Marco Lillo con particolari inediti su un personaggio che nelle ultime settimane ha fatto molto discutere.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Ponte Morandi: “Nel 2010 emerse che era a rischio crollo ma non feci nulla”. A parlare, nel processo di primo grado in corso a Genova per il disastro, è l’ex uomo dei Benetton Gianni Mion, ex amministratore delegato di Edizione, holding che controllava Autostrade attraverso Atlantia: “Emerse che il ponte aveva un difetto originario di progettazione e che era a rischio crollo. Chiesi se ci fosse qualcuno che certificasse la sicurezza e Riccardo Mollo mi rispose: ‘ce la autocertifichiamo’. Non dissi nulla e mi preoccupai. Era semplice: o si chiudeva o te lo certificava un esterno. Non ho fatto nulla, ed è il mio grande rammarico”.

Caso Cospito, i pm chiedono l’archiviazione per Delmastro, ma il gip fissa l’udienza. Il sottosegretario è indagato per aver rivelato a Giovanni Donzelli il contenuto di un documento riservato sul caso dell’anarchico al 41bis. “La richiesta di archiviazione – ha scritto la Procura – riconosce l’esistenza oggettiva della violazione del segreto amministrativo ed è fondata sull’assenza dell’elemento soggettivo del reato, determinata da errore su legge extrapenale”. Il gip, però, ha scelto di non accogliere subito la richiesta di archiviazione, fissando per luglio un’udienza in cui verranno ascoltate le parti.

L’Italia e altri 7 Paesi contro gli Euro 7. Con Bulgaria, Repubblica ceca, Francia, Polonia, Romania, Slovacchia e Ungheria, il nostro Paese ha sottoscritto uno studio congiunto inviato alla Commissione europea per motivare lo scetticismo contro il nuovo standard sulle emissioni di gas nocivi dei diesel, che entrerà in vigore nel 2025. Il timore è per il contraccolpo economico della stretta, per un settore già in ritardo sulla transizione all’elettrico.

Meta, multa record dall’Ue per violazione delle norme sui dati. La società di Zuckerberg è stata condannata a pagare 1,2 miliardi di euro. Il caso riguarda il coinvolgimento di Facebook nella sorveglianza di massa da parte delle agenzie di intelligence anglo-americane. Si tratta della sanzione più grande da quando è entrato in vigore il regime di privacy dell’Ue cinque anni fa.


OGGI LA NEWSLETTER IL FATTO ECONOMICO

FT: “Dimitra”, la cripto di sinistra con cui Varoufakis è tornato in politica

di Eleni Varvitsioti

A Schimatari, cittadina industriale in difficoltà alle porte di Atene, la settimana scorsa una discreta folla aveva accolto l’arrivo del primo ministro greco di centro-destra, Kyriakos Mitsotakis, in campagna elettorale prima delle elezioni politiche di domenica scorsa. A parte un iniziale elenco dei risultati del suo governo, Mitsotakis ha preso subito di mira un avversario politico inaspettato: non Syriza di Alexis Tsipras, ma il MeRA25, il partito più piccolo del parlamento greco guidato dall’ex ministro dell’Economia dello stesso governo Tsipras, Yanis Varoufakis.

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