venerdì 31 marzo 2023

Il Fatto di domani. Condoni, appalti senza regole, giustizia spuntata: è il governo dell'impunità. La Russia arresta un giornalista Usa per spionaggio

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-30-marzo-2023/

RITORNO ALL’IMPUNITÀ: IL GOVERNO VUOLE APPALTI SENZA REGOLE E GIUSTIZIA SPUNTATA. È anche per mettere il turbo alle opere pubbliche e al Pnrr, che Matteo Salvini si è speso per il nuovo Codice degli appalti. Le Opere procederanno spedite ma a scapito di “trasparenza, controllabilità e libera concorrenza”, secondo il presidente dell’Anac (Autorità nazionale anti corruzione) Giuseppe Busia. Sotto i 150 mila euro, l’appalto sarà affidato senza gara. Fino a 5,4 milioni, basterà contattare fino a 10 aziende con la procedura negoziale senza bando. Dunque il 98% delle opere pubbliche sarà gestito senza una gara pubblica. Andranno “benissimo il cugino o anche chi mi ha votato, specie nei piccoli centri”, ha rincarato Busia. La Lega ha aperto il fuoco chiedendo le dimissioni del presidente Anac: “Se pensa che i sindaci siano tutti corrotti, non può stare più in quel ruolo”, è l’attacco di Stefano Locatelli, responsabile Enti Locali del Carroccio. Secondo Matteo Salvini, del resto, velocizzando le opere è più difficile che “il corrotto incontri il corruttore”. Come fosse una corsa. E qualora trovassero il tempo di incontrarsi, corrotto e corruttore, per i magistrati sarà difficile scoprirli. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio è già al lavoro per indebolire le inchieste delle toghe, con la riforma dell’abuso d’ufficio, della prescrizione e delle intercettazioni. Sul Fatto di domani metteremo in fila gli ultimi provvedimento in gestazione e presi dal governo Meloni per tracciare una mappa dell’impunità. Che sembra presto sarà arricchita: il viceministro (e avvocato di Berlusconi) Francesco Paolo Sisto ha annunciato entro fine aprile un pacchetto di proposte. Includerà misure per “contrastare le baby gang”: la foglia di fico della delinquenza giovanile è già pronta, come nel caso dei migranti e dei rave.


MELONI E SALVINI IN ROTTA DI COLLISIONE SU PNRR FISCO E PONTE SULLO STRETTO. Non è una guerra aperta, ma di trincea, dove ognuno cerca di rinforzare il suo fortino. Ad esempio sul condono penale per gli evasori. Meloni e il viceministro Maurizio Leo hanno voluto inserire, nel decreto per la proroga degli sconti sulle bollette approvato martedì, la depenalizzazione dell’omesso versamento. Dal condono, in molti nella Lega hanno preso le distanze attribuendo la decisione alla premier e al suo fedelissimo. Salvini, dal canto suo, ha occhi solo per il Ponte sullo Stretto di Messina, con l’intenzione di resuscitare il contratto già sepolto con WeBuild di Pietro Salini. Soluzione sgraditissima a Palazzo Chigi e al Quirinale. Meloni guarda alle prossime tornate delle elezioni amministrative come l’occasione per sancire i rapporti di forza a destra: mentre la Lega annaspa nei sondaggi, Fratelli d’Italia veleggia sul 30%. Domani la premier sarà a Udine per sostenere il governatore uscente Massimiliano Fedriga, super favorito nel voto friulano di domenica. Poi, alla metà di maggio si apriranno le urne in 791 comuni per oltre sei milioni di persone. Difficile che la Lega risalga nei consensi, con la grana del Pnrr pronta a esplodere. La terza rata da 19 miliardi è sospesa: l’Italia è in ritardo, l’Ue pressa e il negoziato proseguirà per un mese. Molti progetti fanno capo al ministero delle Infrastrutture guidato dal Capitano, osservato speciale. L’operazione verità che Meloni prepara sul Pnrr non è detto dia tutta la colpa a Draghi.


I MEDICI (E I PAZIENTI) IN FUGA DALLA SANITÀ PUBBLICA. La sanità è tra le “missioni” più in ritardo nel Piano di ripresa e resilienza italiano: l’anno scorso sono stati spesi solo 79 milioni su 343 preventivati. Tuttavia, è un problema anche la spesa corrente: perché non solo si spende poco, ma si spende male. Il governo ha approvato un pacchetto di misure per il settore insieme all’ultimo decreto bollette. Il primo atto è dimezzare il cosiddetto “payback”, ossia il contestatissimo rimborso per lo sforamento del tetto di spesa per i dispositivi medici che le aziende sanitarie hanno accumulato durante l’emergenza Covid: il conto era di 2,2 miliardi, il governo lo ha scontato di 1 miliardo ma ha scontentato sia i camici bianchi che le imprese. La norma più d’impatto è quella che limita fortemente il ricorso ai medici gettonisti nei pronto soccorso, pagati fino a 4 volte più di un dipendente. Si potranno prendere medici e infermieri in affitto soltanto una volta, senza proroghe, e per non più di 12 mesi. Con un tariffario che il ministero di Orazio Schillaci si è impegnato a definire entro 90 giorni. Il tema è rendere più attrattivo il lavoro in corsia d’urgenza, rispetto a quello nelle cliniche private o all’estero dove le paghe sono molto più alte. Per questo il governo ha deciso di alzare i salari dei medici di pronto soccorso e ha dato anche agli infermieri la possibilità di esercitare la libera professione intramoenia (come accade già per i medici). Il sindacato di settore Anaao-Assomed ha spiegato con un report dettagliato che in Italia non mancano laureati in medicina, ma medici specializzati. Nel 2030 ci saranno 32 mila laureati più dei pensionati. Il problema non è il numero chiuso ma la “fuga” dalla Medicina di Emergenza e Urgenza, area in cui ogni anno 6 posti su 10 sono abbandonati o non assegnati. Domani a Bari gli Ordini dei medici saranno in piazza insieme ai sindacati. Al primo punto della protesta le lungaggini nelle liste di attesa, la sanità territoriale a pezzi e i problemi di organico. Sul Fatto di domani il nostro approfondimento.


LA RUSSIA ARRESTA UN GIORNALISTA AMERICANO. PAPA FRANCESCO: “ANCHE PER LA LEGITTIMA DIFESA L’OBIETTIVO È LA PACE”. Il reporter americano Evan Gershkovich, residente in Russia da sei anni e dipendente del Wall Street Journal, è stato arrestato dalle autorità russe con l’accusa di spionaggio. Non accadeva dai tempi dellal Guerra fredda. È successo durante un viaggio di lavoro nella città degli Urali di Ekaterinburg, dove ha sede una fabbrica di carri armati. Secondo i servizi dell’FSB Gershkovich “stava raccogliendo informazioni classificate sulle attività di una delle imprese del complesso militare industriale russo”. Per il portavoce del Cremlino Peskov addirittura sarebbe stato “colto in flagrante”. Il Wall Street Journal è intervenuto in difesa del suo giornalista e negato con forza ogni accusa. Il reporter resterà in carcere fino al 29 maggio, e Mosca per il momento dice di ritenere prematuro discutere di uno scambio di prigionieri con gli Usa. Intanto, secondo i britannici, le autorità russe stanno per lanciare una nuova campagna di reclutamento per 400.000 nuovi soldati destinati all’Ucraina. Sul fronte, le forze di Kiev hanno dichiarato che i russi hanno ottenuto qualche successo strategico nella città di Bakhmut, sul fronte orientale dove si combatte da mesi. Anche l’Institute for the Study of War ha rilevato che le forze russe sono avanzate nel sud e nel sud-ovest della città. Mentre Zelensky è intervenuto in video collegamento con il Parlamento austriaco, e alcuni deputati di estrema destra hanno lasciato l’Aula, il suo ministro degli Esteri Kuleba ha fatto sapere che la Cina sta “valutando attentamente” l’invito al presidente Xi Jinping a visitare Kiev. Intanto Papa Francesco, ancora ricoverato al Policlinico Gemelli per un’infezione ai polmoni (la messa delle Palme sarà celebrata dal Cardinal Sandri), ha diffuso un video con un nuovo appello per la pace e un “un minore ricorso alle armi, sia da parte degli Stati che dei cittadini”. “La guerra è una follia – ha detto Francesco –. Ricordiamoci che, anche nei casi di legittima difesa, l’obiettivo è la pace. E che una pace duratura può essere solo una pace senza armi”.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Registrazioni dei figli delle coppie gay, Bruxelles bacchetta l’Italia. L’Eurocamera ha approvato un emendamento al testo della Risoluzione sullo Stato di diritto – presentato dal gruppo di Renew europe e supportato da Sinistra, Verdi e Socialisti – che “condanna” le istruzioni date dal governo al Comune di Milano di sospendere la registrazione delle adozioni delle coppie omogenitoriali.

Cospito, le motivazioni della Cassazione sul 41bis. L’anarchico “non ha in alcun modo manifestato segni di dissociazione” ed è ancora “pericoloso”. È quanto si legge nelle motivazioni con cui la Suprema corte, il 24 febbraio scorso, ha rigettato la richiesta di revoca del regime di 41bis. “Se sottoposto a regime ordinario” scrivono i giudici, può continuare a essere “punto di riferimento e fonte di indicazione delle linee programmatiche criminose e degli obiettivi da colpire” da parte dei suoi “accoliti”.

“Quando” e soprattutto perché: il nuovo film di Veltroni. Una pellicola noiosa e revisionista. Salvatore Cannavò ha guardato per voi l’ultima pellicola del fondatore del Pd (ed ex sindaco di Roma).


OGGI LA NEWSLETTER GIUSTIZIA DI FATTO

Bankitalia beffa il whistleblower reintegrato dal Tar

di Luca Teolato

Secondo il Tar del Lazio Carlo Bertini, ex capo del team ispettivo di Banca d’Italia che ha indagato senza fare sconti a nessuno su uno dei più grandi scandali che ha travolto alcuni istituti di credito italiani, è stato licenziato illegittimamente ma, il giorno dopo la sentenza, l’Istituto di via Nazionale l’ha di nuovo sospeso. Lunedì scorso il tribunale amministrativo ha accolto il ricorso presentato dai legali di Bertini perché, durante il procedimento disciplinare a suo carico da parte di Bankitalia, non gli è stato permesso di avvalersi dell’assistenza di un avvocato durante l’udienza. Ma il giorno dopo dal dipartimento risorse umane di Palazzo Koch è arrivata la doccia fredda: “Sospensione cautelare per gravi motivi”.

Una sorta di gioco dell’Oca senza fine per Bertini che in passato ha fatto luce sull’affaire inerente la vendita di diamanti da parte del Monte dei Paschi, attraverso una società indicata ai clienti, a prezzi gonfiati rispetto al reale valore di mercato dei brillanti. Una truffa a danno degli acquirenti, emersa a seguito di alcune inchieste del Fatto e di Report, che oltre a Mps ha coinvolto Banca Intesa, Unicredit e Banco Bpm, con vari processi penali in corso e rimborsi per circa 1,2 miliardi di euro per i clienti raggirati.

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