giovedì 1 dicembre 2022

Il Fatto di domani. Il dicembre infernale di Meloni tra Pnrr, proteste e manovra. Esclusiva: Covid prima ondata, ecco cosa accadde in Val Seriana nel 2020

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-1-dicembre-2022/?utm_content=fattoquotidiano&utm_medium=social&utm_campaign=Echobox2021&utm_source=Twitter#Echobox=1669917810-1


Le anticipazioni del giornale di domani

IL DICEMBRE DI LACRIME PER GIORGIA. Un Vietnam fino a capodanno attende la premier. Entro il 31 dicembre il governo punta ad approvare una sfilza di decreti e la legge di Bilancio. La Manovra arriverà alla camera il 20 dicembre e dovrà essere approvata a tamburo battente entro il 29 per evitare l’esercizio provvisorio. Poi ci sono i decreti da convertire in legge: come quello sull’invio di armi a Kiev per il 2023 e sulla frana di Ischia (in discussione al Cdm di stasera), l’Aiuti quater e l’anti-rave. Con tutte le retromarce raccontate in questi giorni. La maggioranza deve sedare i malumori di Forza Italia per le avances di Carlo Calenda a Giorgia Meloni. Dopo quelli esplicitati ieri da Salvini (“gli daremo un cantiere”). Poi c’è la rabbia della piazza. Domani Giuseppe Conte sarà a Scampia con i napoletani contro i tagli al Reddito di cittadinanza. Il 17 dicembre sarà il turno del Pd contro la Manovra. Anche Cgil e Uil si preparano alla mobilitazione (il 7 incontreranno Meloni a Palazzo Chigi). I sindacati dei medici scenderanno in piazza il 15 dicembre. L’altro guaio sono i ritardi nell’attuazione del Pnrr. Il ministro Fitto ha già messo le mani avanti: “Temo che la percentuale di spesa sarà molto distante dal target di 22 miliardi”. Ma il commissario Ue Paolo Gentiloni ha avvisato il governo: “Tutti i Paesi hanno difficoltà, alcuni hanno chiesto rinvii sulla data del 2026, ma non sono possibili dal punto di vista tecnico, politico e legale”. Sul Fatto di domani passeremo in rassegna tutte le mine che Giorgia Meloni dovrà disinnescare.


NAZIONALIZZARE PRIOLO? UN’ALTRA GRANA PER IL GOVERNO. Stasera è attesa anche la decisione sul destino della raffineria di Priolo (Siracusa), uno dei punti all’ordine del giorno del Cdm.Lo stabilimento produce il 20% della benzina italiana e può coprire un terzo del fabbisogno di derivati del petrolio, però usa il greggio russo. Quando entrerà in vigore l’embargo agli idrocarburi di Mosca – il 5 dicembre – l’impianto rischierà di restare a secco e 10 mila lavoratori di finire disoccupati. Il presidente della Regione Renato Schifani accusa le banche di aver chiuso i rubinetti del credito, probabilmente per timore delle sanzioni americane su chi mantiene rapporti commerciali con la Russia. Priolo in realtà fa gola agli americani: secondo il Financial Times, un fondo ha già presentato un’offerta di acquisto, rifiutata, a Lukoil. Ora il governo potrebbe chiedere una deroga alle sanzioni oppure – in attesa di un compratore – intervenire con una “quasi nazionalizzazione”, secondo le parole del ministro Pichetto Fratin. Sul Fatto di domani leggeremo anche i numeri dell’Osservatorio italiano sulla povertà energetica: sono 2,2 milioni le famiglie che non hanno adeguato accesso a gas ed elettricità, mentre l’11,9% dei nuclei familiari non può permettersi i costi del riscaldamento.


RENZI PORTA IL CASO OPEN IN SENATO, SCAMBIO DI CORTESIE CON NORDIO. Per l’incipit, il Senatore di Rignano ha attinto a un’opera di grande successo: non il suo Il mostro, ma il Giulio Cesare di Shakespeare: “Non vogliamo parlare dell’inchiesta Open, l’interrogazione non riguarda noi ma chiunque ci segua da casa”, ha esordito la sua interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia Carlo Nordio, sul caso Open che lo riguarda. Poi, ovviamente, del caso ha parlato eccome. Renzi chiede per l’amico Marco Carrai come mai il pm dell’inchiesta di Firenze abbia deciso di non dissequestrargli i beni, dando seguito a una sentenza della Cassazione, e di chiedere invece una perizia del Copasir. “Le chiedo se lei sia a conoscenza dei fatti e che provvedimenti intenda prendere nel caso lo ritenga sbagliato. Per noi o è eversivo, o è anarchico oppure è un atto di cialtronaggine. Quest’ultima la escludo, sulle altre due aspetto la sua risposta”. Nordio ha risposto che il mancato dissequestro non gli era noto e che avvierà un’indagine ispettiva, Renzi si dice soddisfatto e saluta la competenza del ministro. Scambi di cortesie di cui leggeremo il senso politico sul Fatto di domani, con un fact-checking di Marco Lillo.


UCRAINA, REPORTAGE DA UN PAESE AL BUIO. MACRON DA BIDEN “PARLARE CON PUTIN SI PUÒ”. LAVROV ATTACCA IL PAPA. Gli Stati Uniti hanno negato ieri, ancora una volta, i missili a lunga gittata a Kiev, ma non si tirano indietro sugli altri. A ringraziare non sono solo gli ucraini ma anche la Raytheon, l’azienda che produce esplosivi e che ha vinto un bando del Pentagono per 1,2 miliardi di dollari per produrre altri sistemi missilistici Nasams. Quelli che l’esercito ucraino sta usando da agosto e che ora scarseggiano sul mercato (per produrli servono 24 mesi). A Washington in questi giorni c’è Emmanuel Macron, in visita da Biden con sotto braccio il dossier economico, per dire all’omologo che il suo piano di sussidi anti-inflazione fa concorrenza sleale alle imprese europee. Il presidente francese però ha detto parole rilevanti sulla guerra, ovvero che “è ancora possibile” negoziare con Putin per mettere fine all’invasione. Tutto ciò mentre, da Mosca, il ministro degli Esteri Lavrov se la prende con il Papa per le parole sulla ferocia dei ceceni e poi, tra uno stigma e l’altro contro la Nato, dice soprattutto che la Russia non si opporrebbe a un incontro Biden-Putin e dà un endorsement diplomatico a John Kerry: “un vero partner di dialogo”. Nel frattempo sul campo, Kiev ha licenziato il vice direttore della centrale di Zaporizhizhia, accusato di collaborazionismo dopo che Mosca lo aveva promosso a responsabile. Sul Fatto di domani leggerete un nostro reportage dal Paese al buio: i problemi di approvvigionamento energetico riguardano ormai 6 milioni di persone, mentre l’inverno morde.


COVID-19, PRIMA ONDATA: ECCO COSA ACCADDE IN VAL SERIANA NEL 2020. La procura di Bergamo non ha ancora presentato le attese conclusioni dell’indagine su come il nostro Paese ha reagito alla prima ondata di Covid, a gennaio del 2020, in particolare nelle valli della Bergamasca dove morirono oltre 6 mila persone. Gli inquirenti devono accertare come fu gestita la pandemia dentro l’ospedale di Alzano, come furono trattati i pazienti, come si diffuse il virus, se fosse necessario istituire una zona rossa nell’area di Alzano e Nembro e come fu applicato il piano pandemico nazionale. In esclusiva sul Fatto di domani alcune delle ricostruzioni e delle analisi che permettono di restituire, a partire dalla super perizia consegnata ai pm, e a due anni da quei terribili giorni come e chi non ha agito come avrebbe dovuto: dal governo alla Regione Lombardia, passando dal ministero della Salute. Un’anticipazione sul nostro sito.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Inchiesta sulla Juventus. Chiesti 13 rinvii a giudizio: 12 persone fisiche, tutta la dirigenza del club e la società come entità giuridica. Sul Fatto di oggi Antonio Massari spiega come è stato occultato al mercato parte dello stipendio di Ronaldo.

Ischia, trovati altri tre cadaveri. All’appello manca soltanto una donna, Giovanni Legnini è stato nominato commissario all’emergenza. Il 5S Sergio Costa ha denunciato che nel prossimo bilancio si tagliano i fondi del 40%.

La Russia di Stalin. Un ritratto feroce dell’Unione Sovietica staliniana e degli intellettuali di regime, firmato da Nadezda Mandel’stam, moglie del letterato Osip Madel’stam.


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