martedì 29 novembre 2022

Il Fatto Quotidiano Ascolta il podcast del Fatto di domani LA “PAZZA” IDEA DELLA NATO: MANDARE TANK A KIEV. ARMI A KIEV E SPESE MILITARI, IL GOVERNO RITIRA L’EMENDAMENTO MA CALA L’ASSO CON LA MOZIONE. Un

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LA “PAZZA” IDEA DELLA NATO: MANDARE TANK A KIEV. ARMI A KIEV E SPESE MILITARI, IL GOVERNO RITIRA L’EMENDAMENTO MA CALA L’ASSO CON LA MOZIONE. Un dibattito sulla possibilità di inviare carri armati a Kiev. Mentre il Vaticano prosegue silenziosamente il suo lavoro alla ricerca di un dialogo (con qualche difficoltà: oggi l’ambasciatore russo presso la Santa Sede si è detto indignato per le parole del Papa), la Nato varca un’altra frontiera di guerra. Il segretario generale Stoltenberg, oggi da Bucarest dove si tiene la ministeriale degli esteri dell’Alleanza, ha ribadito che l’unico interesse Nato è continuare a sostenere l’Ucraina. Si studia l’invio del sistema di difesa missilistico Patriot, mentre fonti interne hanno rivelato che si starebbe discutendo addirittura dell’invio di mezzi pesanti. Il tutto mentre l’Italia va spedita nel solco della tradizione Draghi. Non c’è infatti solo il tentato blitz dell’emendamento che prolunga l’invio di armi fino a tutto il 2023, infilato ieri in un decreto per la Calabria e poi ritirato dopo le proteste delle opposizioni. Come abbiamo scritto su Fq Extra, infatti, la maggioranza ha preparato anche una mozione che impegnerà il nostro Paese a continuare a mandare armi a Kiev per tutto il 2023 e a investire per il settore della Difesa una cifra pari al 2% del Pil, proprio come chiede la Nato. Come nell’era Draghi, la lista degli equipaggiamenti passerà dal Copasir e non sarà resa pubblica. La mozioni sarà discussa con le altre 4 dell’opposizione (tra cui quella del M5S che chiede un confronto parlamentare e quella di Verdi-Sinistra che chiedono di fermare gli invii di armi) domani in Aula. Sulla guerra e sulle vie di pace possibili leggerete sul Fatto di domani anche un’intervista a Stefano Zamagni. Vedremo poi che aria tira sul Copasir: domani sarà votato il presidente, che dovrebbe essere un esponente dell’opposizione Pd o 5S.


CALENDA INCONTRA MELONI E PARLA DA ALLEATO. MANOVRA, IL GOVERNO CONFERMA CONDONO E NORME PRO-EVASIONE. “Ho trovato Meloni molto preparata sul merito, conosceva la nostra presentazione, ne ha discusso per un’ora e mezza. Mi pare un buon segnale”. Non sono le parole di un esponente del centrodestra di governo ma di Carlo Calenda. Il leader di Azione ha incontrato oggi la premier Meloni per presentare le proposte del suo partito sulla manovra economica. Del resto, i punti di contatto sono tanti: sul gas e sui soldi alle imprese, come anche sulla guerra contro il reddito di cittadinanza. Non abbastanza per entrare in maggioranza, dichiara ufficialmente il leader di Azione: “Non c’è nessuna disponibilità da parte nostra a essere parte di questa coalizione di Governo”. Ma subito dopo si arrischia a dare consigli all’alleato scalpitante di Meloni, Forza Italia. Con una dichiarazione impregnata del solito qualunquismo: “Se i partiti di governo, leggi Forza Italia, invece di sabotare Meloni contribuissero a fare la manovra e l’opposizione, invece di andare in piazza, presentasse provvedimenti migliorativi, forse sarebbe un Paese normale”. Che però si può leggere come “disponibilità all’appoggio esterno in caso di rottura con i berlusconiani”. Sul Fatto di domani vedremo il testo finale della manovra di bilancio, rimaneggiata tante volte nonostante sia stata presentata pubblicamente dalla premier. Nell’ultima versione sono rimasti l’obbligo di accettare i pagamenti digitali con carta e bancomat senza sanzioni a 60 euro invece di 30 e l’innalzamento del tetto al contante a 5000 euro. E resta pure il condono sulle cartelle esattoriali.


I VERTICI DELLA JUVENTUS DECAPITATI DOPO L’INCHIESTA SUL FALSO IN BILANCIO. Era un addio atteso, che hanno provato a ritardare in tutti i modi. L’intero cda della Juventus si è dimesso ieri sera. La decisione, presa all’unanimità deriva dal coinvolgimento nell’indagine per falso in bilancio e dalle contestazioni della Consob. La decisione è stata comunicata dopo l’assemblea dei soci, che ha approvato il bilancio con le correzioni per evitare altre contestazioni: per il management non c’era altro modo che dimettersi, visto che la loro linea è stata difendere a spada tratta l’operato degli ultimi anni. Sul Fatto di domani ricostruiremo la vicenda e vedremo cosa accade ora. Il dato è che Andrea Agnelli lascia la presidenza del club bianconero dopo 12 anni. Il nuovo presidente della società, nominato da Exor, sarà Gianluca Ferrero, commercialista revisore e ad di varie aziende.


ISCHIA, LA PROCURA INDAGA. I MORALISTI DI OGGI FACEVANO I LASSISTI IERI. La Procura di Napoli ha aperto un’indagine sugli allarmi inascoltati lanciati dall’ingegnere Giuseppe Conte, ex sindaco di Casamicciola, quattro giorni prima della frana che all’alba di sabato ha travolto il comune ischitano provocando distruzione e almeno 8 morti. Continuano, sempre più disperate, le ricerche dei dispersi: mancano ancora all’appello quattro persone. Sul Fatto di oggi abbiamo fatto il contropelo ai politici che oggi sfruttano la tragedia per la campagna (post)elettorale, ma quando si trattava di decidere hanno strizzato un occhio agli abusivi: da De Luca agli esponenti della Lega e di Italia Viva. Sul Fatto di domani ricorderemo una riunione fatta a settembre a Napoli tra il leghista Edoardo Rixi e i rappresentanti di proprietari e costruttori per parlare dell’abusivismo. E intanto De Luca si mette di traverso sulla nomina del commissario: il governo aveva individuato Simonetta Calcaterra, ma la Regione l’ha contestata con lettera ufficiale. Giovedì dovrebbe essere discusso in Consiglio dei ministri un decreto Ischia con aiuti alle aree colpite dalla frana.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Sentenza Ilva, le motivazioni. “A Taranto gestione illegale e danni alla vita. I Riva sapevano dal 1995, mai fatto nulla per ambiente e sicurezza”. Domani una sintesi delle oltre 3700 pagine di dispositivo.

Caso Santanchè. Domani una nuova puntata della nostra inchiesta esclusiva.

Ritratto di Giuseppe Valditara. Il nostro Pino Cacucci ripercorre storia e idee (sic) dell’attuale ministro dell’Istruzione.

Intervista a Niccolò Fabi. Venerdì esce il nuovo album “Meno per meno”, progetto artistico del cantautore romano che a ottobre ha festeggiato all’Arena di Verona i 25 anni di carriera.

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