mercoledì 30 marzo 2022

Il Fatto di domani. Gli italiani ripudiano la guerra, ma Draghi calca l'elmetto. Ucraina, la pace è rimandata un'altra volta

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-30-marzo-2022/?utm_campaign=Echobox2021&utm_content=fattoquotidiano&utm_medium=social&utm_source=Twitter#Echobox=1648659709-4

SPESE MILITARI: DRAGHI CALA L’ELMETTO, MA GLI ITALIANI NON VOGLIONO LA CORSA ALLE ARMI. Dopo lo scontro con Giuseppe Conte ieri sera, Mario Draghi ha scelto di salire addirittura al Colle per incassare il sostegno di Mattarella. Oggi il leader Pd Letta si dice preoccupato per una crisi di governo. Conte però ripete che l’obiettivo 5S non è affondare la maggioranza ma sollevare un problema. Il Movimento non mette in discussione la fiducia al decreto sugli aiuti all’Ucraina, che si voterà domani in Senato, e sull’aumento delle spese militari chiede più gradualità (entro il 2030). Lo stesso ministro della Difesa Guerini ha affermato che il tetto del 2% del Pil sarà raggiunto “entro il 2028”. Sul Fatto di domani vedremo dove andranno a finire i soldi e come verranno stanziati. Senza dimenticare che, come hanno mostrato già diversi sondaggi, gli italiani sono tutt’altro che favorevoli all’impeto militarista del governo, anche se la loro posizione scompare dai media mainstream. Sul ripudio della complessità da parte del pensiero unico atlantista interverrà sul giornale di domani Donatella Di Cesare, mentre Alessandro Orsini analizzerà la connessione tra invio di armi ed escalation di morti e devastazioni belliche. Infine daremo uno sguardo al quadro europeo e al progetto dell’esercito comune con un’intervista a Laurent Warlouzet, storico della Sorbona di Parigi ed esperto della costruzione europea, che si concentrerà in particolare sugli effetti del riarmo della Germania.

MOSCA E KIEV RAFFREDDANO GLI ENTUSIASMI, LA GUERRA NON SI FERMA. 24 ore dopo, le speranze ventilate dai negoziati di Istanbul sembrano già sfiorite. Non c’è niente che assomigli a una svolta, ha commentato il portavoce del Cremlino Peskov, aggiungendo che resta “molto lavoro da fare”. Anche il presunto ritiro delle truppe russe dai dintorni di Kiev si è rivelato piuttosto un riassetto: i movimenti sono limitati e riguardano i battaglioni che hanno subito maggiori perdite, riferisce Kiev. Sulle città le bombe continuano a cadere. Gli ucraini denunciano che a Mariupol è stato colpito un deposito della Croce rossa, che però era vuoto e chiuso da giorni, secondo Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa Italiana. Parlando con Macron, Putin aveva chiarito che le operazioni nella città sul mar d’Azov andranno avanti fino alla resa degli assediati. Sul Fatto di domani racconteremo la devastazione di Kharkiv con un reportage di Stefano Citati arricchito dalle foto di Alfredo Bosco. Nel pomeriggio Joe Biden ha parlato con Zelensky, mentre Draghi ha avuto l’annunciata telefonata con Putin, durata circa un’ora secondo Palazzo Chigi. Il ministro degli Esteri russo Lavrov invece ha incontrato il suo omologo cinese: la dichiarazione finale del vertice denuncia la “natura controproducente” delle sanzioni “unilaterali illegali”.

ALLERTA SUL GAS IN EUROPA, MA IL RUBLO PUÒ ATTENDERE. Putin non ha parlato solo con Draghi, ma anche con il cancelliere tedesco Scholz. In entrambi i casi ha affrontato la questione del pagamento del gas in rubli. Mosca oggi ha parzialmente ritrattato la deadline fissata al 31, spiegando che per la transizione nei contratti servirà più tempo. Germania e Austria, in ogni caso, hanno dichiarato lo stato di allerta preventiva per una possibile carenza degli approvviggionamenti energetici, che comporterebbe un forte razionamento dei consumi. Ma si continua a discutere con Mosca e il cambio di valuta non è escluso. Il rublo peraltro è tornato ai livelli pre-guerra. Sul Fatto di domani faremo il punto sulla situazione e vedremo le ultime previsioni sulle bollette in Italia nel prossimo trimestre: per Arera, dopo 18 mesi di aumenti ora le tariffe scenderanno lievemente, di circa il 10%.

COVID, IL POST-FIGLIUOLO È SEMPRE DEI MILITARI. Con la fine dello stato d’emergenza, domani, decade anche il ruolo di Figliuolo come commissario all’emergenza. A sostituirlo ci sarà un altro generale, Tommaso Petroni, che ricoprirà la carica di direttore dell’Unità per il completamento della campagna vaccinale e per l’adozione di altre misure di contrasto alla pandemia. Petroni era già da un anno a capo dell’area logistica della struttura commissariale. Sarà lui a gestire l’eventuale sviluppo della campagna per la quarta dose di vaccino, su cui però il ministero non ha ancora preso una decisione, in attesa di un pronunciamento comune europeo, e gli scienziati mostrano scetticismo. Occorrerebbe prima aggiornare i vaccini alla variante, dicono. Sul Fatto di domani parleremo dei farmaci per le cure Covid, e vedremo perché l’Italia è il fanalino di coda in Europa per questi trattamenti. Questi i numeri di giornata: 77.621 i nuovi contagi, 170 le vittime.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Indagato Paolo Romani. Il senatore ex di Forza Italia, ora con Cambiamo è indagato dalla Procura di Bergamo per corruzione, nell’ambito di una inchiesta relativa al fallimento, nel 2017, della società Maxwork.

ITA, privatizzazione con dimissioni. Sei consiglieri di amministrazione su nove del cda di Ita si sono dimessi. La versione ufficiale è che era tutto programmato perché il cda aveva l’obiettivo di traghettare la società dalla creazione alla fase di vendita sul mercato, operazione conclusa. Ma le cose sembrano più complicate e ci sarebbero tensioni tra l’amministratore delegato e il Tesoro.

Il primo film di Emmanuel Carrère. Il popolare scrittore francese presenta stasera a Roma, al festival del cinema francese, il suo primo lungometraggio: Tra due mondi, con Juliette Binoche. Lo abbiamo intervistato.


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