<Il grande fantasma che si aggira alla Cop26 di Glasgow è il nucleare. Almeno per quanto riguarda l’Italia. Infatti mentre diversi Paesi, in primis la Francia, spingono da tempo e cercano alleanze su questo fronte (anche a Roma) contro Stati più restii come la Germania, in Scozia il premier Mario Draghi e il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, non ne parlano apertamente. Neppure quando in conferenza stampa il premier sottolinea i limiti delle rinnovabili, che potrebbero non fare raggiungere i target al 2030 e al 2050, e parla di “alternative praticabili”. Il ministro aggiunge: “C’è una tassonomia che dirà cosa può essere definito realmente verde“. Trattasi dell’atto legislativo che stabilirà che cosa è un investimento verde dal punto di vista dell’impatto climatico e che cosa non lo è. E si dà il caso che, proprio pochi giorni prima dell’apertura della Cop26, la Commissione europeache ha più volte temporeggiato, abbia scoperto le carte. La presidente Ursula von der Leyen ha dichiarato che per la transizione green “abbiamo bisogno di più rinnovabili” ma “abbiamo anche bisogno di una fonte stabile, il nucleare, e del gas”.>