<Un incontro, ma anche uno scontro. Tra prospettive diverse a seconda della parte del mondo in cui si vive. Tra generazioni. Questo lascia la ‘Youth4Climate’ alla PreCop, in un simbolico passaggio di testimone che sa di “ora fateci vedere se davvero ci avete ascoltato”. Molte storie sono state raccontate in questi giorni, a Milano, soprattutto nell’ultima giornata, quella in cui – prima di dare il via alla PreCop – giovani e ministri di molti Paesi si sono trovati faccia a faccia. Mentre fuori si manifestava, proprio come oggi, e in sala arrivavano notizie di tensioni con la polizia, l’incontro-scontro tra generazioni è andato avanti e il “bla bla bla” lanciato da Greta Thunberg due giorni prima è tornato più volte su quel palco. Nei commenti dei ragazzi, anche sfiduciati. E in quelli dei leader, come il premier Mario Draghi (“Bla bla bla a volte è un modo per nascondere la nostra incapacità”). I giovani delegati hanno rivolto domande e spiegato quali sono gli ostacoli alla transizione nei rispettivi Paesi. Ma in realtà non si è trattato di un botta e risposta. Alcuni leader avevano preparato il discorso e così, semplicemente, hanno detto la loro lasciando le domande dei ragazzi in sospeso. Come ha fatto John Kerry, inviato speciale del presidente Usa Biden per il clima che, davanti alla domanda di un delegato argentino sul problema dell’indebitamento, ha risposto con il suo discorso sul clima. Altri hanno elencato gli interventi attuati nei loro Paesi, come per cercare consenso. “Non siamo qui perché raccontiate quello che avete già fatto e che, evidentemente, non è bastato” è stato detto. Ma c’è stato anche chi quelle storie le ha ascoltate, ha preso appunti e ha anche risposto. Per tutti una consapevolezza mai più chiara: a bloccare la transizione ecologica è, prima di tutto, la disuguaglianza globale. E alla fine il ministro britannico Alok Sharma, presidente designato della COP26: “Spero che i ministri si siano visti presi alla sprovvista e che ciò che stavamo ascoltando li abbia fatti vergognare”.>