"La sentenza della Corte d’Assise di Taranto scatta una fotografia alla gestione dell’Ilva da parte dei Riva fino al 2012. Ma mette anche dei punti fermi che, se confermati negli ultimi due gradi di giudizio, potrebbero avere implicazioni sul sul futuro dell’acciaieria tarantina. Sia in alcuni suoi uomini – condannati e interdetti dagli incarichi – che nell’assetto dei gestori, sul quale rischia di avere un’influenza ancor più rapida e incisiva la decisione di confiscare l’area a caldo del siderurgico. Sempre che non arrivi una conferma del Consiglio di Stato alla sentenza del Tar di Lecce che ha imposto lo spegnimento entro 60 giorni. Se il massimo organo amministrativo non dovesse cancellare la pronuncia dello scorso febbraio, la situazione si ingarbuglierebbe in tempi assai più rapidi."