venerdì 27 marzo 2020

coronavirus si aggrava la condizione precaria dei malati di amianto, l'appello di Antonio Dal Cin vittima del dovere


Quando è pericoloso — ARPA Veneto


(immagine tratta da  https://www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/amianto/immagini/amiantofriabile.jpg/image_mini)
Nessuna guerra è giustificata dalla ragione, nessuna arma svolge un compito umano, nessuna offesa al genere umano è ammissibile. Alla guerra dichiarata dalla speculazione, dal profitto, dello sviluppo sempre insostenibile che ha riempito, per questi scopi, il pianeta di ogni genere di veleni e di rifiuti. Questa guerra fa ogni giorno migliaia di vittime innocenti colpiti nel corpo, nella mente, nella dignità. Questa guerra facilita la nascita di nuove malattie, lo sviluppo di nuovi virus, come quello del Covid 19 o coronavirus, facendo strage di persone già perseguitate dalla vita e da malattie spesso provocate da follie umane. Tra questi sicuramente i più deboli i malati di amianto già di per sé in situazione di fragilità e non ne fanno la spesa solo loro in prima persona, ma soprattutto i loro familiari. Per questo rilancio molto volentieri l’appello di Antonio Dal Cin:
“I malati di amianto sono abbandonati a se stessi. Forse, è perché sono già dei condannati a morte che non gli vengono fatti i tamponi? Un incubo nell'incubo quello che vivono i malati di patologie asbesto-correlate e i loro familiari, già provati da quel dramma che da decenni si ripete nel tempo e in Italia conta circa 6.000 morti l'anno. Questi i numeri dei decessi causati dall'amianto nel nostro Paese già prima della pandemia di coronavirus. In una condizione così drammatica, spesso le famiglie sono abbandonate a se stesse, con il compito di assistere anche al domicilio i propri cari. Un'impresa ardua che pone a dura prova anche il più coraggioso e ne segna per sempre l'esistenza. I familiari non potranno mai dimenticare ciò che i loro occhi hanno visto. Ma adesso, la situazione è ancora più drammatica per i malati di patologie asbesto correlate, che già fortemente provati da un nemico subdolo ed invisibile, quel killer spietato e silenzioso di nome amianto, temono l'infezione da coronavirus. La paura aumenta significativamente in chi non vuole arrendersi, ma sa perfettamente cosa significa la definizione di "killer invisibile capace di uccidere". C'è piena consapevolezza e non solo da questo punto di vista, perchè chi vive il dramma dell'amianto, convive quotidianamente con quella mancanza d'aria che lo accompagnerà fino alla morte. Un'angoscia vissuta in totale e piena lucidità, perchè è così che muoiono i malati di amianto, privati della possibilità di respirare, non prima di aver patito atroci sofferenze. Forse, è per questo che sono ulteriormente lasciati soli insieme alle loro famiglie. Per loro i tamponi non esistono (tamponi a politici, calciatori, vip e non ai medici, agli infermieri, ai comuni cittadini e a chi è affetto da gravi patologie, tra cui i malati di amianto), ragion per cui viene meno il diritto alla vita, ovvero, quel rispetto del diritto alla vita che non ha bisogno di trovare fondamento nelle norme giuridiche, essendo il diritto a vivere, primordiale, quindi spettante a ogni essere umano che ha il diritto di vivere in condizioni ecologiche, sociali, psicologiche, tecnologiche, che ne consentano lo sviluppo di tutte le potenzialità, senza mai lederlo. Ci appelliamo ancora una volta a quella doverosa sorveglianza sanitaria che deve essere costantemente assicurata, e quindi garantita, a determinate categorie cosiddette "ad alto rischio", che vanno assolutamente tutelate, perchè hanno diritto a vivere fino in fondo la loro aspettativa di vita, indipendentemente da qualunque essa sia. Respiriamo per vivere, non per morire, e questo vale sia per l'amianto che per il coronavirus. Siamo persone e non numeri di un bollettino di guerra. Con tutto il cuore, vi prego di rendere questo post virale. Il mio appello alle Istituzioni, con preghiera a tutti gli organi di stampa, affinchè ne diano più ampia diffusione. Antonio Dal Cin Malato di asbestosi, vittima del dovere.”

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