mercoledì 2 gennaio 2019

L’Eni nell’intrigo congolese Ma Conte: “Descalzi resti”.Conflitto d’i n t e re s s i I sospetto dei pm: c’era la moglie dell’ad fino al 2014 dietro il gruppo che affittò navi al colosso dal 2012 al 2017. Il premier: “Ha la mia fiducia”. Contratti Le Fiamme Gialle studiano le carte prese giovedì per capire i rapporti con i fornitori

il fatto quotidiano 22 dicembre 2018MARCO LILLO
E FERRUCCIO SANSA Le spine del manager
 LA PROCURA DI MILANO giovedì ha acquisito
all’Eni i contratti con la Petro Service Congo e altre
aziende del gruppo estero che opera in Africa nel
settore petrolifero. Tra il 2012 e il 2017 ha affittato
a Eni Congo navi e servizi per 105 milioni di
dollari. I pm sospettano che, fino al 2014, il
gruppo sia stato controllato, tramite la
lussemburghese Cardon Investments, da Marie
Magdalena Ingoba (non indagata) moglie
congolese di Claudio Descalzi, allora numero due
di Eni e dall’aprile 2014 amministratore delegato
 L’INCHIESTA era emersa ad aprile, con
perquisizioni a carico tra gli altri dell’inglese
Alexander Haly a cui Ingoba avrebbe ceduto la
Cardon. Lei nega. L’ipotesi degli investigatori è che
Eni abbia pagato un sovrapprezzo del 10% per il
rinnovo delle concessioni petrolifere in Congo e
riconosciuto diritti sullo sfruttamento a una
società di un consigliere del presidente congolese
Denis Sassou Nguesso
 IL CASO NIGERIA. Per le presunte tangenti
pagate in Nigeria sono a giudizio, tra gli altri,
Descalzi e l’ex ad di Eni Paolo Scaroni. Altri due
imputati sono stati condannati con rito abbreviato  

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