lunedì 2 luglio 2018

WWF Al via i campi di volontariato nelle Alpi bergamasche e in Maremma

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Parte oggi, nelle Alpi orobie bergamasche, la terza edizione del Progetto Pasturs , l’iniziativa volta a facilitare la coesistenza tra i grandi carnivori e le attività di pastorizia. Quest’anno sono ben 50 i volontari, provenienti da tutta Italia, che trascorreranno una o due settimane in alpeggio, dopo essere stati formati per conoscere adeguatamente i problemi relativi alla presenza dei grandi predatori nelle zone rurali e poter contribuire al meglio al sostegno dei pastori...
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WWF.IT
I volontari collaboreranno con gli allevatori del Progetto Pasturs nelle attività quotidiane

Parte oggi, nelle Alpi orobie bergamasche, la terza edizione del Progetto Pasturs , l’iniziativa volta a facilitare la coesistenza tra i grandi carnivori e le attività di pastorizia. Quest’anno sono ben 50 i volontari, provenienti da tutta Italia, che trascorreranno una o due settimane in alpeggio, dopo essere stati formati per conoscere adeguatamente i problemi relativi alla presenza dei grandi predatori nelle zone rurali e poter contribuire al meglio al sostegno dei pastori nelle attività quotidiane. In particolare, li supporteranno nella gestione dei metodi di prevenzione più adatti per la riduzione dei possibili danni, come reti elettrificate per la notte e cani da guardiania appositamente addestrati per la difesa di greggi e mandrie.
E a breve avrà inizio anche la seconda edizione di Volontari Attivi, nei paesaggi dolci della Maremma  grossetana, dove i 7 volontari selezionati supporteranno gli allevatori virtuosi di DifesAttiva nelle loro attività quotidiane, in una delle zone a più alto impatto di predazione da lupo, contribuendo a mantenere alta la qualità dei prodotti tipici della zona, in primis il famoso pecorino.
Recenti dati hanno dimostrato che, nelle Alpi marittime, con l’utilizzo di tecniche di prevenzione integrata i (cani, recinti o ricoveri notturni, presenza del pastore) i danni al bestiame si riducono fortemente: metà degli attacchi si concentra in  allevamenti senza alcun sistema di prevenzione, mentre solo il 15% avviene in allevamenti con due sistemi e meno dell’1% in aziende con tre sistemi. In questo modo, in Provincia di Cuneo, dal 2000 ad oggi le vittime sono calate del 70%, nonostante i branchi di lupo presenti siano passati da uno ad undici. Risultati simili in Maremma (dati finali del progetto LIFE MedWolf): con l’utilizzo di cani da pastore e ricoveri notturni, in soli tre anni danni ridotti del 47%, con l’81% degli allevatori che si dichiara soddisfatto e giudica le recinzioni un valido strumento per ridurre il rischio di predazione, nonostante necessitino di una gestione costante.

“Grazie all’aiuto dei nostri sostenitori, che hanno contribuito con i loro SMS alla campagna ‘SOS lupo’, abbiamo potuto supportare concretamente queste attività a sostegno degli allevatori che si impegnano ad affrontare pacificamente la presenza dei grandi predatori”. Dice il responsabile Specie ed Habitat WWF Italia Marco Galaverni che spiega: “Orsi e lupi non sono peluches: la loro presenza va gestita in maniera adeguata. Queste esperienze  dimostrano che con opportuni accorgimenti la convivenza (che proprio per gli allevatori può costituire una coabitazione difficile) è sempre possibile, e che allevatori, associazioni e individui possono lavorare insieme per garantire un futuro sia alla presenza di specie fondamentali per i nostri ecosistemi che alle attività rurali”.

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