domenica 27 maggio 2018

La propensione alla corruzione in certi uffici pubblici (1.a parte)


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Nel convegno di Libera a Latina qualche anno fa un giornalista di una testata cattolica dichiarava che dieci anni prima, dalla Procura di Latina, aveva saputo che la provincia di Latina, dal punto di vista delle infiltrazioni malavitose, era persa.
Anche diverse dichiarazioni di esponenti dell'antimafia e della commissione antimafia della scorsa legislatura erano arrivate molte conferme e timori.
In un incontro pubblico di 4 anni a Borgo Bainsizza il responsabile del settore legalità della regione Lazio era stato informato di diverse criticità legate alle ecomafie a partire da centrali a biomasse e biogas, con il caso eclatante della discarica di Borgo Montello.
La relazione delle ecomafie della commissione bicamerale confermava e aggravava il tutto.
Il problema, lo abbiamo ripetuto più volte, non sono casi più o meno isolati di bande o associazioni a delinquere ma della propensione alla corruzione in aziende o uffici pubblici e in comportamenti simil mafiosi di aziende o uffici.
All'epoca di mani pulite anche a Latina ci sono stati diversi arresti e inchieste che sono continuati fino ai giorni nostri, anzi con diversi casi a livelli nazionale dal 2014 in poi.
Nel frattempo sono arrivate richieste di commissariamento per due volte per il comune di Fondi e poi per quello di Nettuno.
Diverse aziende soggette ad interdittive continuano ad operare anche in ambito pubblico.
Numerosi arresti di pubblici dipendenti per corruzione hanno interessato provincia di Latina, comuni, uffici pubblici, agenzia delle entrate, esponenti delle forze dell'ordine.
Anche ultimamente il sindaco di Latina afferma che ancora non è completo il ritorno alla legalità negli uffici pubblici.
Alcuni discorsi o affermazioni di dipendenti pubblici “guadagno solo 1.000 o 1.200 o 1.500 € al mese e non ci posso mantenere la famiglia” potrebbero essere condivisibili certo.
Così come la necessità di fare un secondo lavoro o di svolgere anche la libera professione.
Alle condizioni ovvie che non significhino trascurare l'incarico pubblico oppure che non venga svolto al meglio o, peggio, che non sia una ritorsione per danneggiare professionisti o consulenti ritenuti “concorrenti”.
A condizione che non vengano danneggiati cittadini e amministrazione.
Molti casi sono già stati denunciati.
A volte non sempre è facile comprendere il limite tra una richiesta legittima e una che sa di ricatto o di minaccia oppure di favori o denaro non dovuti.
Ci possono stare simpatie (o antipatie) la professionalità ne deve prescindere così l'obbligo deontologico .
L'incarico pubblico è un servizio, denaro e risorse pubbliche quasi come fossero sacre.

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