lunedì 2 aprile 2018

A Montello trovati i resti di elefanti antichi

https://www.ilmessaggero.it/latina/a_montello_resti_di_elefanti_antichi-3641952.html
di Marco Cusumano
Stava effettuando un sopralluogo su alcuni terreni agricoli a borgo Montello, come consulente tecnico, quando si è trovato davanti qualcosa di straordinario. Agli occhi di un profano potevano sembrare soltanto sassi, ma Marco Mastroleo, archeologo, sapeva benissimo che quei frammenti rappresentavano ben altro.

«Si tratta - spiega Mastroleo - di ossa di grandi mammiferi, elefanti e ippopotami, vissuti in epoca di Neanderthal. Sono poi tornato nella zona con altri amici e colleghi per una ricognizione di superficie. Abbiamo trovato sul posto 8 frammenti di selce scheggiata e 2 frammenti di osso». Un successivo sopralluogo ha consentito di recuperare altri frammenti, in tutto 27, tra i quali una parte consistente di una zanna di elefante antico.

Il caso è stato segnalato alla Soprintendenza Archeologica: «I frammenti - spiega Mastroleo - sono attribuibili provvisoriamente al Paleolitico medio e, in minima parte, al Paleolitico superiore. Ho subito segnalato il ritrovamento alla Soprintendenza sperando che si proceda con uno scavo sistematico o un saggio in transetto che consentirebbero uno studio più accurato».

Perché questo ritrovamento ha un significato così importante? «Perché potrebbe dimostrare - risponde Mastroleo - una significativa presenza di elefanti e ippopotami tra i Neanderthal. Oltre agli strumenti di pietra, trovati anche in altri siti, qui ci sono anche ossa di grandi mammiferi. Potrebbe dunque trattarsi di una stazione di caccia, il che può offrirci una bella fotografia della vita nel paleolitico».

Insomma i siti archeologici pontini potrebbero crescere di importanza, oltre che di numero, e la zona di Montello potrebbe raccontare molto sulla storia del territorio, troppo spesso ignorata o sottovalutata. Oltre alle aree di Santa Maria e Fogliano, merita un approfondimento anche quella di Montello dove potrebbero essere isolate zone di lavorazione e di caccia. Secondo un'analisi svolta su foto satellitari da Mastroleo, i siti sono topograficamente correlabili.

«Ma è chiaro - aggiunge - che la questione va affrontata in maniera approfondita e non a livello amatoriale». Intanto però Mastroleo ha aperto una strada che potrebbe portare chissà dove, coinvolgendo altre persone esperte: Marco Antonio Loreti (naturalista collaboratore della Fondazione Marcello Zei), gli studiosi dell'Istituto Italiano di Paleontologia Umana Fabio Parenti e Simone Belarmino che hanno visitato l'area, l'archeologa Giulia Santoro e il naturalista Emanuele Pantone.

Ora la Soprintendenza dovrebbe avviare, almeno questo è l'auspicio, uno studio preliminare per determinare il rischio archeologico del sito e la sua importanza. Di certo la terra pontina continua a sorprendere svelando nuovi frammenti di una storia ancora tutta da scoprire.

UN TESORO IN CERCA DI CASA. In una scarpata artificiale, creata dal livellamento dei campi agricoli, sono stati rinvenuti frammenti e parti di ossa di grandi mammiferi, probabilmente attribuibili a un cervide e a Hippopotamus anfibius. Trovato anche un frammento di zanna di elefante. Il materiale è in possesso di Marco Mastroleo che ha suggerito alla Soprintendenza la custodia nella mostra Homo sapiens e Habitat di San Felice Circeo. Nessuna risposta è ancora arrivata.

Domenica 1 Aprile 2018 - Ultimo aggiornamento: 23:31

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