venerdì 1 dicembre 2017

Sulle spiagge italiane ci sono 100 milioni di cotton fioc - Secondo il dossier Enea, otto rifiuti su dieci sui litorali sono plastiche, particelle presenti anche nel sale. Ogni lavaggio in lavatrice espelle 700 mila microfibre. "La maggior parte dei rifiuti può essere riciclata e dobbiamo bandire l'uso dei bicchieri usa e getta"

di Corrado Zunino
Otto rifiuti su dieci sulle spiagge italiane sono plastiche. Metà, il 46 per cento, sono frammenti di plastica, di dimensioni inferiori a cinque millimetri. Minacciano l'ecosistema e la salute dell'uomo. In alcune località costiere sono stati rinvenuti fino a diciotto oggetti in un metro quadrato. L'Enea, che ha realizzato uno studio sulla questione e lo ha presentato oggi al worskhop romano "Marine litter: da emergenza ambientale a potenziale risorsa", stima che su tutto il nostro litorale oggi giacciano abbandonati, piantati nell'arena, nascosti dalla sabbia cento milioni di cotton fioc, l'avanzo più perfido.
 
L'INCHIESTA - Tutta la plastica che beviamo

Ancora, un solo lavaggio in lavatrice scarica in mare 700 mila microfibre di plastica, presenti nei tessuti sintetici. I prodotti cosmetici, da soli, pesano per 24 tonnellate (parliamo sempre di microplastica) riversati nei mari europei e, quindi, pronti a entrare nella catena alimentare. Questo lo rivelano altri lavori, comparati con quello Enea. Così minuscoli, i frammenti non possono essere trattenuti dagli impianti di depurazione.
 
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Nel convegno organizzato dall'Agenzia per lo sviluppo e l'economia sostenibile, insieme all'Accademia dei Lincei e al Forum Plinianum, il ricercatore Enea Loris Pietrelli ha spiegato come prodotti di degradazione delle plastiche siano stati ritrovati nel fegato delle spigole, negli stomaci dei pesci spada e nelle posidonie spiaggiate. Frammenti sono stati rinvenuti persino nel sale da cucina. "La presenza delle plastiche in mare è in larga parte dovuta a una scorretta gestione dei rifiuti solidi urbani, alla mancata o insufficiente depurazione dei reflui, a comportamenti individuali quotidiani inconsapevoli. Il rischio di trasformare i nostri mari in discariche è elevato", ha detto a convegno il ricercatore Pietrelli, Divisione protezione  e valorizzazione del territorio. Alcune previsioni ipotizzano nel 2050 un mare con più plastica che pesci.
 
Nella Palazzina dell'Auditorio, sede del convegno, è stato citato un rapporto Unep (United Nations Environment Programme) che rivela come l'impatto economico derivato dai rifiuti nei mari del Pianeta sia di otto miliardi di euro l'anno mentre la spesa europea per la pulizia annuale delle spiagge è pari a 412 milioni di euro. Il Mar Mediterraneo non è ancora ai livelli di inquinamento del Pacific Trash Vortex, l'isola di plastica nell'Oceano Pacifico, ma i polimeri non degradabili anche da noi sono diventati un problema ambientale primario: un rapporto dell'Unione europea del 2015 stima nel Mar Mediterraneo oltre centomila pezzi di plastica per chilometro quadrato.
 
Le attività di ricerca condotte dall'Enea hanno rivelato che la maggior parte dei rifiuti censiti è costituita da polimeri termoplastici come polietilene e polipropilene, materiali riciclabili attraverso, appunto, il loro riscaldamento. "Possono tornare risorsa economica", sostiene l'Enea. E rappresentare il punto di partenza per una gestione sostenibile delle plastiche: recupero, trattamento e riciclo "in grado di valorizzare le potenzialità dei materiali a fine vita, oggi in massima parte sottovalutate".
 
Non c'è una sirena in mare che sparge i rifiuti nelle acque salate, si spiega in sala, "la gran parte delle plastiche arrivano in mare da terra". L'Enea chiede, allora, un impegno alle amministrazioni pubbliche per rodare le loro politiche del rifiuto, uno sforzo da parte dei produttori industriali ("costruire una Bic con materiale che dura decenni quando si possono fare in acido polilattico, che ha un vita di otto mesi, è assurdo") e dei singoli individui: "Non è più accettabile che si utilizzino oggetti per il solo tempo, vedi i bicchieri delle feste, necessario a bere una bevanda". http://www.repubblica.it/ambiente/2017/12/01/news/dossier_enea_cento_milioni_di_cotton_fioc_sulle_spiagge_italiane-182694839/?ref=RHRS-BH-I0-C6-P13-S1.6-T1

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