Rifiuti: Toscana tra inchieste, rinvii e miasmi I traffici che la politica aveva sotto gli occhi

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Dagli scarti delle acciaierie di Piombino all’inceneritore di Firenze. Ma soprattutto i veleni di Livorno
Comuni e Regione hanno continuato a lavorare con aziende sotto inchiesta o concesso proroghe di anni

AMBIENTE & VELENI

Prima Piombino, poi Sesto Fiorentino. Prima di tutto l’inchiesta sulla Toscana del Sud che si intrecciava anche con Banca Etruria. Infine lo scandalo di Livorno, epicentro di un traffico illecito da 200mila tonnellate di monnezza in due anni, che ha stupito pochi. I nomi di varie aziende coinvolte erano già finiti agli onori delle cronache per guai giudiziari, incendi, esposti e ombre nel passato degli amministratori. Circostanze che la politica è rimasta a guardare, con un occhio chiuso e l’altro aperto

 di Veronica Ulivieri

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