domenica 3 dicembre 2017

come difendere il territorio dagli impianti incompatibili per rifiuti, trasformazione del territorio, energia. 1.a parte

E' importante resistere nel tempo, solo così si impediscono questi progetti incompatibili. Il primo passo è sempre quello del riconoscimento e della legittimazione dei comitati e dei cittadini. Si ottiene anche chiarendo che la politica deve seguire o inseguire i comitati e i cittadini, mai il contrario. Perché quella dei comitati deve essere l'unica vera Politica. Tutela, valorizzazione, programmazione del territorio non devono essere lasciati preda degli speculatori e dei predoni vestiti, a seconda delle occasioni da palazzinari, centri commerciali, impianti per rifiuti, centrali nucleari, turbogas, biomasse, inceneritori, biogas. 
Il secondo passo è quello della lettura e conoscenza di documenti e procedure, contestando ogni errore, strafalcione, aggressione alla comunità locale, alla sua socializzazione, economia, salute. Il terzo passo è quello di chiarire che la tutela del territorio, della salute, del lavoro, della comunità locale non ha colore politico, è un'esigenza della continuazione delle specie (tutte umana, animale, vegetale). Non si tratta di ideologia o religione, bensì del rispetto della dignità e dei diritti civili e sociali. Se ci sono delle mura, dei reperti archeologici, storici "patrimonio dell'umanità" figuriamoci donne, uomini, bambini, rispetto della biodiversità. Il quarto passo è sempre quello di smentire quello che ci propongono come "sviluppo", che in realtà è distruzione, con le loro carte. Non ci sono vantaggi economici, sono tutti progetti e impianti che senza i soldi e finanziamenti pubblici (che dovrebbero per priorità essere utilizzati per curare le persone, per prevenire e non certo per creare inquinamento, quindi veleni, malattie e morte) sarebbero in perdita e nessuno li farebbe. La storia si ripete. Sempre. In conseguenza del 4. c'è la quinta considerazione, non creano posti di lavoro, anzi spesso li distruggono e li tolgono. La sesta e ultima considerazione se l'approccio di questi impianti incompatibili con il territorio è quello di aggressione, di minacce, querele, di scelte diverse dalla programmazione e dall'economia locale, se questo è il biglietto da visita cosa succederà quando la classe politica (secondo don Patriciello che ha permesso lo scempio del territorio trasformandolo in terra dei fuochi) e/o dirigente incapace o complice ha permesso a questo predatori di dividerci, imponendoci i loro veleni? Schiavone e altri collaboratori di giustizia hanno spiegato che la malavita, anche quando si veste da azienda, ha gioco facile dividendo cittadini, comitati, amministratori che quando capiscono di aver permesso o firmato la condanna del territorio è tardi. Meglio fare a meno di chi propone questa o quella soluzione politica o personaggetto in cerca d'autore. Meglio soli, liberi e forti.

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