Vico nel Lazio, un caso virtuoso
Si tratta di una legge che, finora, è stata seguita alla lettera da un solo Comune, caso virtuoso per l'associazione del litorale laziale, e che auspica che tutti gli altri sindaci possano seguire questa buona prassi: è il caso dell'ordinanza emanata il 30 agosto dal sindaco di Vico nel Lazio in Ciociaria. «Il sindaco ha visto il territorio devastato dagli incendi, ha riletto i divieti della legge 21/11/2000 n.353 e ha notato che la fauna sì è spostata nelle aree contigue a quelle devastate dagli incendi nelle quali ha ritenuto necessario estendere il divieto di caccia - spiega nella nota il Wwf Litorale Laziale - Ha rilevato che il concentramento della fauna nelle aree limitrofe avrebbe comportato un affollamento di cacciatori con la possibile creazione di situazioni di pericolo, ha considerato il compito che gli assegna il Testo Unico degli Enti Locali per garantire l'incolumità dei cittadini e dei frequentatori delle zone montane e il 30 agosto ha emesso un ordinanza che vieta la caccia nelle zone limitrofe a quelle interessate da incendi boschivi».
Cosa dice la legge
Il passaggio della legge preso in esame dal Wwf Litorale laziale, analizza come «le zone boscate ed i pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all'incendio per almeno quindici anni». Insomma, così facendo non ci sarebbe bisogno che la Regione ordini il divieto di caccia nell'area, eppure si è dovuti giungere a tanto, soprattutto dopo una serie di incontri con le associazioni venatorie (e non ambientaliste o animaliste). «È comunque consentita la costruzione di opere pubbliche necessarie alla salvaguardia della pubblica incolumità e dell'ambiente» prosegue la nota. Ma non è tutto, perché è inoltre «vietata per dieci anni, sui predetti soprassuoli, la realizzazione di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive, fatti salvi i casi in cui per detta realizzazione sia stata già rilasciata, in data precedente l'incendio e sulla base degli strumenti urbanistici vigenti a tale data, la relativa autorizzazione o concessione. Sono vietate per cinque anni, sui predetti soprassuoli, le attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale sostenute con risorse finanziarie pubbliche, salvo specifica autorizzazione concessa dal Ministro dell'ambiente, per le aree naturali protette statali, o dalla regione competente». In questo quadro, i Comuni hanno anche delle competenze e autonomie decisionali attribuite loro dal Testo Unico delle Leggi sull'Ordinamento degli Enti Locali che i sindaci dovrebbero utilizzare nell'interesse collettivo, così come fatto dal sindaco di Vico nel Lazio in Ciociaria.
La lettera al sindaco
Così il Wwf Litorale laziale scrive al sindaco di Vico nel Lazio: «L'insensibilità, dimostrata dalle istituzioni più alte come l'Ente regionale sordo agli appelli delle associazioni ambientaliste di vietare la caccia, ci ferisce come cittadini e come volontari che hanno invece a cuore la conservazione del patrimonio boschivo e della fauna selvatica, nonché, di riflesso, dell'economia agricola e turistica del nostro territorio. Per questo tutto il nostro plauso e la nostra approvazione va a lei, Sindaco, che con la sua ordinanza coniuga la tutela del territorio a quella della protezione della vita e delle attività dei propri cittadini». http://www.latinaoggi.eu/news/servizi/56058/wwfa-incendi-boschivi_-ecco-cosa-possono-fare-i-sindaci-per-tutelare-il-territorio
Nessun commento:
Posta un commento