sabato 2 settembre 2017

La foresta amazzonica e' un po' salva: revocati permessi estrattivi per oro e minerali


http://dorsogna.blogspot.it/2017/09/revocato-il-diritto-di-estrarre.html
La notizia e' stata data qualche giorno fa: il presidente del Brasile Michel Temer aveva approvato operazioni minerarie nella cosiddetta Renca, la Reserva Nacional de Cobra e Associadas (riserva nazionale di rame ed associati). 

L' area e' ricca di minerali preziosi, e' grande quanto la Svizzera, e contiene nove aree protette.  Fra queste, la Riserva Biologica di Maicuru, dove vivono gruppi di indigeni che non hanno mai avuto contatto con l'uomo "occidentalizzato". In totale Renca occupa un'area di 46mila chilometri quadrati, fra gli stati di Amapa e Para, nel nord del Brasile. 
Ma perche' hanno creato nove aree protette dentro una riserva nazionale di rame?

Renca fu creata nel 1984 durante la dittatura militare di João Figueiredo. L'idea era che chiamandola zona protetta solo lo stato avrebbe potuto estrarre minerali. E infatti cosi e' stato anche se in realta' le estrazioni statali sono state molto limitate.

Michel Temer, l'attuale presidente del Brasile e' colui che dopo 33 anni che ha avuto l'idea malsana idea malsana di aprire Renca ai privati. Mr Temer e' subentrato a Dilma Rousseff nel 2016, dopo che Dilma e' stata oggetto di impeachment nel suo paese.

Fra le varie decisioni di Mr. Temer prese finora, quelle di allentare le protezioni per la natura, tagli agli enti che si occupano di vigilare sull'implementazione delle leggi ambientali e di combattere la deforestazione illegale. Ha pure tagliato i fondi degli enti che si occupano di promuovere i diritti degli indigeni.
  
E cosi, da Renca, i privati avrebbero potuto estrarre oro, rame, manganese,  e ferro a volonta'. In totale Temer ha in programma di approvare trivelle e miniere a favore in 20,000 siti minerari in 400 aree protette del Brasile.

La buona notizia e' che la decisione e' stata revocata il giorno 29 Agosto 2017, grazie all'impegno degli ambientalisti della zona, e a causa dello sdegno a livello globale manifestato sui social media e sulla stampa di mezzo mondo che all'unanimita' aveva considerato l'idea delle estrazioni nella foresta una calamita'.

Gli attivisti e gli enti ambientalisti del Brasile avevano spiegato che il via libera alle miniere di Renca avrebbe portato a crescita demografica insostenibile, depauperamento delle risorse idriche, perdita di biodiversita' e conflitti fra comunita' locali, oltre che evidentemente della perdita di foresta.

Addirittura il senatore Randolfe Rodriguez aveva parlato del piu' grande attacco all'Amazzonia in cinquanta anni.

Il giudice Rolando Valcir Spanholo ha pero' deciso che Mr. Temer non aveva l'autorita' di dare l'Amazzonia in pasto ai cercatori d'oro perche' solo il parlamento, e non un decreto presidenziale, puo' autorizzare autorita' mineraria in zone protette.

Subito dopo gli annunci sulla stampa mondiale, il governo si era affrettato ad aggiungere che ci sarebbero state misure di mitigazione per proteggere l'ambiente e gli indigeni. Che "solo" il 30% dell'area sarebbe stata impattata e che le miniere avrebbero portato lavoro e ricchezza. Hanno pure detto che le approvazioni governative avrebbero evitato attivita' estrattive illegali, ma ovviamente nessuno ci ha creduto. Non ci vuole la laurea per capire che l'unico modo di proteggere foreste e persone e' di non continuare a rimpicciolire l'Amazzonia in cambio di sviluppo scellerato.

Il tribunale prende la decisone grazie ad un professore universitario di legge di Fortaleza, Antonio Carlos Fernandes, che dopo avere letto della notizia sui giornali e dopo avere visto lo sdegno a livello internazionale, ha deciso di agire. Ha fatto un esposto e mandato la richiesta ufficiale per fermare le estrazioni e la deforestazione dall'Amazzonia.

E il giudice gli ha dato ragione.

"Sono solo un cittadino normale, ed ora so che un cittadino normale ha veramente tanto peso" ha detto il Prof. Fernandes.

Il governo annuncia il ricorso,  e quindi la partita non e' chiusa. Ci sara' molto da lavorare ancora.

Intanto anche le celebrita' si sono attivate. Gisele Bündchen, modella brasiliana, scrive su Twitter "Vergogna" a Michel Temer e aggiunge: stiamo svendendo l'Amazzonia. 

Gia' in passato Gisele Bündchen aveva usato Twitter per chiedere a Michel Temer di non tagliare le aree protette dell'Amazzonia, e, in modo trumpesco e inusuale per lui, Temer aveva risposto pure lui da Twitter annunciando che no, la foresta amazzonica non sarebbe stata rimpicciolita. 

Perche' Michel Temer e' cosi insistente nel volere distruggere l'Amazzonia? Per il motivo di sempre: il vile denaro e perche' l'industria mineraria, petrolifera, dei ranch e dell'agricoltura intensiva rappresentano lobby potenti nel paese che fra l'altro e' anche in crisi economica. Per di piu' Temer, per la verita' non troppo amato dal popolo, era stato accusato di corruzione nell'ambito delle varie inchieste sugli intrallazzi fra Petrobras e il governo. E' riuscito ad evitare di andare a processo, grazie ad esponenti del governo che lo hanno protetto,

Evidentemente niente e' gratis e in cambio di quei voti salva-processo i parlamentari si aspettano qualche ritorno economico, a scapito della foresta amazzonica.
Come sempre, gli alberi e il mare e la natura non parlano e non si lamentano, sta a noi proteggerli.

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