venerdì 25 agosto 2017

Ninfa a secco: “L’emotività non serve, servono studi e un approccio integrato” La Fondazione Caetani fornisce i dati e stimola un tavolo tecnico per guardare al futuro in modo consapevole

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Ninfa a secco: “L’emotività non serve, servono studi e un approccio integrato”
La Fondazione Caetani fornisce i dati e stimola un tavolo tecnico per guardare al futuro in modo consapevole
LATINA – “Le portate complessive delle sorgenti che si trovano al piede dei Lepini nella zona di Ninfa sono scese quest’anno di almeno il 20% e i valori minimi saranno raggiunti nei prossimi 40 – 60 giorni”.  Il peggio dunque non è ancora arrivato. “In questa situazione la sorgente che alimenta il Lago di Ninfa (e quindi il fiume e, a cascata, il Giardino e Pantanello) che è la più alta in quota, è la prima ad aver subito gli effetti dell’abbassamento del grande serbatoio idrogeologico contenuto nei calcari che costituiscono i Monti Lepini”.
Lo dicono i dati diffusi oggi in una nota dalla Fondazione Caetani che gestisce il Monumento Naturale e che ha incaricato un idrologo di eseguire le misurazioni per avere dati reali sulla questione resa pubblica in queste ore da un esposto inviato al Prefetto dagli ambientalisti della Lipu e di Italia Nostra e dal sindaco di Sermoneta.
“Ad oggi possiamo affermare  – dicono dalla Fondazione – che il Fiume Ninfa (del quale si è fatta rilevare la portata idrica residua non più tardi di 15 giorni fa per avere almeno un dato su cui incardinare le nostre preoccupazioni) è molto più in secca di tutti gli altri corsi d’acqua che raccolgono il poco che è rimasto in dotazione alle sorgenti: all’uscita del nostro Giardino, poco fuori le mura, esso ha, difatti, una portata liquida di soli 228 litri al secondo, ossia quattro/quinti in meno di quanto ha fatto registrare, come portate medie, negli ultimi 30 – 40 anni”.
UN TAVOLO TECNICO CON L’UNIVERSITA’– “Servono un tavolo tecnico e uno studio approfondito da parte di Istituti di ricerca e Università per discutere un modo integrato di gestione della risorsa idrica, che contempli – oltre agli inderogabili usi idropotabili ed irrigui – anche un uso ambientale della risorsa stessa.”, dicono dalla Fondazione confermando che i dati scientifici sono allarmanti “e che la situazione estremamente critica di quest’anno potrebbe non essere isolata, se il fenomeno cui stiamo assistendo si inquadrasse nel più ampio contesto delle mutazioni climatiche”.
GESTIONE INTEGRATA – Occorre dunque avere sguardo lungo e l’ausilio di esperti: “Sappiamo che non è facendo leva sull’emotività che tali problemi possono essere affrontati, ma solo sulla capacità di gestione di una risorsa che va affrontata in modo integrato, ossia da un punto di vista complessivo dal punto di vista dei problemi di cui tener conto e degli attori che operano sulla scena. Probabilmente questa crisi è destinata a ripetersi anche nei prossimi anni, per cui diventerà fin da ora primaria una visione strategica delle iniziative da adottare”.
LATINA – “Le portate complessive delle sorgenti che si trovano al piede dei Lepini nella zona di Ninfa sono scese quest’anno di almeno il 20% e i valori minimi saranno…
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