domenica 23 luglio 2017

41BIS Il Tribunale di sorveglianza: “Resti in carcere” Riina: “Non mi pento, posso farmi anche tremila anni”

RESTERÀ IN CARCERE. Il boss Totò Riina non ha ottenuto il
differimento pena o di detenzione domiciliare e nel frattempo
subisce un sequestro patrimoniale. Il tribunale del riesame di Bologna
ha rigettato la domanda motivata dalle ragioni di salute e presentata
dagli avvocati del boss, una richiesta a
cui si è opposto il procuratore generale di Bologna
Ignazio De Francisci. Riina resta detenuto al
41bis nel reparto riservato ai carcerati dell’ospe -
dale di Parma. “Non potrebbe ricevere cure e assistenza
migliori in altro reparto ospedaliero” o
ai domiciliari, ritengono i giudici.
Ieri mattina, nel frattempo, i carabinieri del Ros
hanno sequestrato parte del patrimonio riconducibile
a Riina, tra cui la villa a Mazara del Vallo,
numerosi terreni e 38 conti correnti, intestati
ai familiari, per quasi un milione e mezzo di euro. “Io non mi
pento... a me non mi piegheranno”, diceva alla moglie Antonietta
Bagarella in un colloquio avvenuto lo scorso 27 febbraio e riportato
nell'ordinanza del tribunale di Bologna. Per i giudici è “degno di nota”
il fatto che Riina asserisca che “non si piegherà e non si pentirà
mai”:“Io non voglio chiedere niente a nessuno. Mi posso fare anche
3000 anni, no 30 anni”, diceva alla moglie. Il boss 86enne è “ancora
in grado di intervenire nelle logiche di Cosa Nostra”e, nonostante le
sue condizioni di salute e l’età, “va quindi ritenuta l’attualità della
sua pericolosità sociale”, scrivono i giudici.

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