domenica 25 giugno 2017

Emergenza siccità: tecnici sotto scorta in Irpinia, il Po ridotto a 13 centimetri e le capre pascolano nel lago di Bracciano

Cittadini esasperati in provincia di Avellino per l'assenza di acqua dalle 21 alle 7 in diversi Comuni. Il primo fiume italiano è ridotto a un rivolo a 30 chilometri dalle sorgenti. Laghi lombardi in affanno e l'Emilia Romagna è costretta a svuotare la diga del Brugneto. Situazione critica anche a Bracciano: il lago è sotto soglia di 1,40 metri, il doppio dello scorso anno. E #Openlake sostiene che le capre pascolino ormai dove prima c'erano i fondali In provincia di Avellino i tecnici girano sotto scorta dopo un tentativo di aggressione. Il Po, 30 chilometri a valle delle sorgenti, è ridotto a 13 centimetri sopra lo zero idrometrico dopo essere arrivato ad appena 8. Il lago di Bracciano, riserva idrica di Roma, è 1,40 metri sotto la soglia e le capre vanno a pascolare sui fondali. Per aiutare le province di Piacenza e Parma – dichiarate in “stato di emergenza” – la Regione Emilia Romagna ha dovuto svuotare la diga del Brugneto e l’acqua viene consegnata con le autobotti in alcuni comuni. La siccità continua a mettere a dura prova l’Italia da nord a sud.
In Irpinia tecnici scortati – Una delle situazioni più critiche è nella provincia di Avellino. La scarsità di acqua è stata aggravata dalla rottura di una vecchia condotta idrica costringendo i comuni a sospendere il servizio, in massima parte dalle 21 alle 7. Al lavoro in quasi tutto il territorio provinciale, i 113 operai dell’ente Alto Calore, impegnati soprattutto oggi nel Montorese e nel Solofrano. Numerose frazioni di Montoro, la terza città irpina per popolazione dopo Avellino e Ariano Irpino, è da giorni senz’acqua. L’emergenza prolungata ha provocato l’esasperazione di cittadini e titolari di aziende agricole che hanno chiesto l’intervento delle autobotti. Da mercoledì, i tecnici chiamati a intervenire raggiungono le località colpite dall’emergenza sotto scorta dopo che un loro collega ha subito il tentativo di aggressione.
Il Po? Sembra un rivolo – La stazione idrometrica dell’Arpa al ponte dei Pesci Vivi di Staffarda, nel Cuneese, a 30 chilometri dalle sorgenti, rileva appena 13 centimetri di acqua sopra lo zero idrometrico, ma giovedì il livello è sceso addirittura a 8 centimetri. Grazie alle risorgive e ad un paio di affluenti, una quindicina di chilometri a valle, a Villafranca Piemonte, dove il Po entra in provincia di Torino, il livello dell’acqua è di 35 centimetri. Poco più di un rivolo. Al momento, nella pianura cuneese, non si registrano particolari criticità per la campagna, ma sulle montagne la neve si sta sciogliendo rapidamente. Al Colle dell’Agnello, 2.748 metri di altitudine alle spalle del Monviso, negli ultimi giorni la temperatura non è mai scesa sotto gli 8 gradi. Una situazione pericolosa che potrebbe portare problemi di irrigazione per l’abbassamento delle falde acquifere nei prossimi mesi di luglio e agosto. La Coldiretti valuta il livello del Po più basso di 1,5 metri rispetto allo scorso anno. E venerdì mattina è arrivato a 3 metri sotto lo zero idrometrico al Ponte della Becca a Pavia.
La situazione dei laghi lombardi –  Situazione critica anche per i bacini d’acqua lombardi, avverte l’associazione che riunisce gli agricoltori. Il lago Maggiore è sotto di 40 centimetri rispetto ai livelli del 2016, al lago di Como ne mancano 35 rispetto allo stesso periodo. Il lago di Iseo ha un’altezza idrometrica di 78,5 centimetri contro una media 96.3 e ha un riempimento del 77%, mentre il lago Garda ha un’altezza di 68,8 centimetri contro una media di 104,3 e un riempimento del 43,2%. “Questo inverno abbiamo avuto l’80 per cento di piogge in meno, la primavera non è andata molto meglio e l’estate sembra iniziata male dal punto di vista delle acque – spiega Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia – e la situazione potrebbe peggiorare ancora se non dovesse piovere in maniera costante nei prossimi giorni e settimane. Visto che oltre al Maggiore e al Como anche gli altri laghi danno segni di affanno”.
Rispetto al 2016, Bracciano raddoppia il ‘sotto soglia’ –Il lago di Bracciano – riserva idrica di Roma, città che convive con il problema acqua da 15 anni – è un metro e 40 centimetri sotto la sua soglia. Lo scorso anno era a meno 70 centimetri, quindi è sceso del doppio. Lo ha comunicato l’Acea, specificando che i suoi prelievi “in questi primi sei mesi dell’anno” hanno “inciso per una minima parte, 18 centimetri”. Gli esperti di #openlake negli scorsi giorni hanno denunciato un “abbassamento di un centimetro al giorno” e la formazione di “isolotti, là dove un tempo sorgevano i moli dei battelli”. Così, dicono sempre da #openlake, “al posto dei fondali popolati da alghe, pesci e crostacei ora c’è una prateria arida su cui le capre brucano le piante, provando a colonizzare il nuovo habitat”.
In Emilia svuotata la diga del Brugneto – La Regione Emilia Romagna ha invece dovuto svuotare la diga del Brugneto, impegnando i suoi 4 milioni di metri cubi d’acqua per l’agricoltura. “Stiamo continuando e proseguiremo, anche mediante autobotti, laddove sia necessario, la consegna dell’acqua ai Comuni che ne hanno bisogno”, ha comunicato il governatore Stefano Bonaccini. All’opera anche i tecnici per la ricerca di nuovi pozzi per recuperare e utilizzare l’acqua ‘conservata’ più in profondità. di  | 23 giugno 2017 http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/06/23/emergenza-siccita-tecnici-con-la-scorta-in-irpinia-il-po-e-ridotto-a-13-centimetri-e-le-capre-brucano-nel-lago-di-bracciano/3681095/

Nessun commento:

Posta un commento