mercoledì 22 febbraio 2017

Nube radioattiva sull'Europa, l'Ispra: ''Livelli al di sotto della soglia di sicurezza''

E' ancora mistero attorno ai valori di iodio 131 registrati in alcuni Paesi europei. Tra le ipotesi anche test nucleari russi, ma l'Istituto di Sicurezza Radionucleare francese suggerisce le condizioni climatiche di gennaio tra le possibili cause della radioattività

"L’Istituto di Sicurezza Radionucleare francese, IRSN, ha pubblicato solo da una settimana i dati dello scorso mese, dai quali si evincevano concentrazioni più alte di un isotopo, lo iodio 131, in vari Paesi. A febbraio invece non si riscontrano anomalie, comunque i valori di gennaio, pur superiori alla media, erano bassissimi, molto al disotto della soglia di sicurezza". Valori tracciabili solo con strumenti molto sofisticati come quelli del centro regionale di radioprotezione dell’Arpa Lombardia, l’unico a notarli sul nostro territorio nazionale.

"Per dare un’idea: parliamo di concentrazioni dell’ordine del milionesimo di Becquerel al metro cubo, mille volte inferiori a quelle trovate in Europa subito dopo l’incidente nucleare di Fukushima, che, come si sa, non ebbe un impatto radiologico sul suolo europeo" spiega Matteocci. Ma da dove arriva lo iodio 131? "E’ un isotopo radioattivo di origine artificiale: la sua presenza in atmosfera è collegabile al rilascio da un’installazione o, come è avvenuto in passato, da test nucleari. Però al momento non risulta alcuna correlazione tra queste rilevazioni e fatti di cui si sia a conoscenza. Ad esempio – proprio per la tempistica delle rilevazioni - non ci può essere alcuna correlazione con l’incidente della centrale di Famanville, in Francia, che è avvenuto dopo - il 9 febbraio - e non ha riguardato la parte nucleare dell’impianto" commenta Matteocci.

"Lo stesso IRSN suggerisce quella che potrebbe essere la soluzione dell’enigma: le condizioni climatiche di gennaio. Il forte abbassamento termico che si è verificato alle basse quote non ha favorito la dispersione delle sostanze rilasciate nell’aria: ad esempio si sono riscontrate maggiori concentrazioni di quegli elementi che si trovano ai bassi livelli dell’atmosfera, come il piombo 210 e altri inquinanti". Stessa cosa potrebbe essere accaduta per l’isotopo in questione, secondo Matteocci: "Lo iodio 131 è presente nelle formule di scarico delle centrali nucleari, in quantitativi limitati e controllati, autorizzati dalle autorità nazionali".http://www.repubblica.it/ambiente/2017/02/22/news/nube_radioattiva_sul_nord_europa-158953458/?ref=HREC1-19

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