Sono rimasti in 160
Non tutti credono alle
rassicurazioni :
“Avevano detto così
anche all’albergo”
» GIAMPIERO CALAPÀ
inviato a Campotosto (L’Aq u i l a )
L
a strada regionale 577
che s’inerpica attorno
al lago di Campotosto,
tra tornanti, animali
sulla carreggiata e ghiaccio,
diventa praticamente una pista
da bob appena le tenebre e
il freddo gelano il nevischio
acquoso sull’asfalto. Le pareti
laterali, alte almeno due
metri, in alcuni tratti anche
tre, sono la neve accumulata
dal lavoro incessante delle
turbine.
A RR I VA N DO da L’Aquila la
strada più veloce, la Sp86 verso
Vasto è impraticabile, sbarrata,
un carabiniere forestale,
come si chiamano dopo l’ac -
corpamento, vigila all’imboc -
co: “Non può passare nessuno,
il rischio valanghe è elevatissimo”.
Il Gran Sasso non perdona,
l’hotel Rigopiano di Farindola,
dall’altra parte della
montagna, ne è la prova. Bisogna
ritornare indietro a L’Aquila
e risalire dalla Ss 80 fino
a raggiungere i bordi del lago:
una immensa distesa di ghiaccio,
le luci della diga s’intra -
vedono lontane, per Campotosto
mancano pochi chilometri
che sembrano infiniti,
ma il primo intoppo sono ventidue
mucche nel mezzo della
strada, salvate dalla neve con
la gru e al centro di una difficile
operazione per caricarle
su un camion che le porti in
salvo, alle cure di un veterinario
con la barba bianca e la camicia
a quadri. Inconsapevoli
che il terrore del loro allevatore
si è sommato ad altro terrore:
“Sisma, neve, gelo, crolli,
e adesso l’incubo della diga,
ma cosa dobbiamo fare qui se
non mollare tutto e andarcene.
O morire”.
AN COR A pochi chilometri e,
finalmente, il bivio per il paese
fantasma di Campostosto. C’è
un blocco. Un furgone dei vigili
del fuoco e uno spalaneve.
Un signore, di quelli con le belle
rughe che raccontano una
vita di lavoro, dallo sguardo
triste e rassegnato: “I miei cavalli...”,
quasi piange Gino, allevatore
nato e cresciuto tra
questi monti, indicando i suoi
due animali affondati nella neve,
bloccati al gelo da ore, ormai
ai limiti della sopravvivenza.
I vigili del fuoco stanno
cercando di aprire un varco
per recuperarli, siamo arrivati
nel tardo pomeriggio di ieri,
subito si fa buio mentre lo spalaneve
combatte, il bianco accecante
viene sconfitto dall’oscurità,
il sentiero è tracciato,
ma bisognerà continuare domani:
“In mattinata avrà i suoi
cavalli”, promette un uomo in
divisa verde, di quelli che adesso
è di moda chiamare angeli
prima di dimenticarli fino
al gatto che non scende dall’al -
bero o, peggio, fino alla prossima
emergenza nazionale.
A CAMPOTOSTO,crollato su se
stesso con le sue frazioni disperse
tra i monti finite anche
peggio, l’esasperazione lascia
il posto al terrore come la notte
al giorno. Sergio Bertolucci,
presidente dell’Autorità nazionale
grandi rischi, domenica
è passato dal possibile “ef -
fetto Vajont” all’auto-smenti -
Pontinia (LT) dall'ambiente, alla difesa dei diritti civili e sociali, dalla politica alla tecnica. Si riportano stralciriportandone autori. Nota: qualora si ritenga la pubblicazione (o i commenti) siano lesivi o notizie superate si prega di comunicarlo con mail giorgio.libralato@gmail.com e saranno rimossi. Oppure allo stesso modo si può esercitare il diritto di replica. Qualora si ritenga che una pubblicazione o parte di essa ledano i diritti di copyright o di autore saranno rimossi
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