giovedì 4 agosto 2016

La pressione ambientale dell'inceneritore di Sesto Fiorentino

Non abbiamo dubbi che il progetto del " termovalorizzatore" che dovrebbe sorgere a Sesto Fiorentino sia il meglio della attuale tecnologia e assolutamente rispettoso dei limiti alle emissioni che gli organi di controllo gli hanno imposto, ma questi requisiti, che ogni nuovo impianto deve per forza avere, sono sufficienti per la sua definitiva "benedizione"?

In altre parole, la sua entrata in funzione come modificherà la qualità dell'aria nelle zone interessate alla ricaduta al suolo dei suoi fumi con un contenuto di inquinanti a norma di legge?

L'attuale qualità dell'aria nella piana di Firenze è molto nebulosa: in sostanza non esistono misure adeguate nella zona  dove si prevede che, con maggiore frequenza, potranno depositarsi i fumi.

Di qui la provocatoria iniziativa delle Mamme Noinceneritore, di realizzarsi una propria rete di monitoraggio con un finanziamento "popolare".

Ma in attesa di queste o altre misure, nei cassetti della Regione Toscana esiste un altro strumento utile per programmare gli interventi necessari per il territorio, in modo che siano rispettosi della attuale qualità dell'aria.

Parliamo dell'inventario delle emissioni, uno dei tanti strumenti tecnici previsti dalla normativa europea, recepiti dall normativa nazionale, per garantire il progressivo miglioramento della qualità dell'aria e quindi della salute di quell'aria respira.

L'inventario delle emissioni nei comuni toscani esiste, è scaricabile dalla rete, ma il fatto che sia fermo al 2010 ci fa pensare che non sia molto usato.

Dalla Autorizzazione Integrale Ambientale riconosciuta all'inceneritore della Piana Fiorentina possiamo calcolare la specifica pressione di questo impianto, in base alle tonnellate di inquinanti che emette annualmente desumibili dalle rassicurazione del proponente che afferma di poter rispettare quelli che definisce "valori di soglia di attenzione", in sintesi, concentrazioni nettamente più basse di quelle prescritte e garantite.

Questi valori di emissione sono stati utilizzati per stimare la pressione ambientale dell'inceneritore della Piana, riportata nella Tabella che segue.

La Figura in apertura di questo post mostra, su base annua, le aree di ricadute delle polveri sottili emesse dall'inceneritore, stimate in base ad un modello diffusionale e alle condizioni meteorologiche di questo territorio.

A parte alcune gravi lacune che sono emerse per calcolare queste ricadute, ma che non modificano sostanzialmente l'area di impatto riportata in figura, quello che emerge è che una ampia superfice della Piana sarà coinvolta dalla ricaduta al suolo degli inquinanti emessi dall'inceneritore.

Le maggiori concentrazioni colpiranno le zone in rosso e in blu, nel comune di Sesto Fiorentino, ma le polveri ricadranno anche sulle aree verdi.

Come si può vedere, la pressione maggiore sarà sul comune di Sesto Fiorentino, ma l'inceneritore eserciterà la sua pressione su superfici non trascurabili dei comuni di Campi Bisenzio, Signa, Firenze, Scandicci, Lastra a Signa.

La Tabella che segue mette a confronto la pressione ambientale stimata dalla Regione Toscana per il territorio di Sesto Fiorentino, in base a tutte le fonti emissive attive sul territorio nel 2010 (attività industriali, attività agricole, mobilità urbana ed extraurbana, riscaldamento...) con quella del futuro inceneritore, da noi  calcolate in base alle concentrazioni nei fumi definite dal proponente quali soglie di attenzione , ossia valori inferiori a quelli garantiti previsti dalla attuale normativa.


La Tabella ha preso in considerazione i principali inquinanti emessi annualmente dall'impianto e in particolare gli ossidi di azoto (NOx), le polveri sottili (PM10), l'anidride solforosa (SO2) e l'ossido di carbonio (CO) e ha confrontato, su base annuale, i corrispondenti valori con la pressione complessiva esercitata, per ciascun di questi inquinanti da tutte le fonti emissive presenti.

L'ultima colonna a destra della Tabella riporta la variazione percentuale di ciascun impatto quanto l'inceneritore entrerà in funzione.

Come si può vedere i rifiuti trattati nel cosidetto "termovalorizzatore" non spariscono, ma ogni anno circa 157 tonnellate di rifiuti tossici gassosi, prodotti dall'incenerimento, nel pieno rispetto delle prescrizioni, saranno immessi in atmosfera, con un significativo aumento della pressione ambientale a carico del comune di Sesto Fiorentino.

La pressione maggiore esercitata dall'inceneritore sarà dovuta agli ossidi di azoto (+ 11,9%) e, in particolare all'anidride solforosa  che quadruplicherà ( + 418%) l'attuale pressione di questo inquinante.

Questo significativo aumento ha altre conseguenze degne di attenzione :è ben noto che l'immissione nell'ambiente di ossidi di azoto e di anidride solforosa provoca la sicura formazione di polveri sottili secondarie, destinate ad aumentare significativamente  (+ 30-40% ) l'impatto complessivo  dell'inceneritore per questa classe d'inquinanti.

Ci sembra lecito chiedersi come, di fronte a questi numeri, sia stato possibile autorizzare questo impianto il cui esercizio sicuramente peggiorerà l'attuale qualità dell'aria, in palese contrasto con gli obiettivi delle normative europee e nazionali che prevedono, invece, un costante miglioramento di questa vitale risorsa.

Il miglioramento della qualità dell'aria è una costante di molti paesi paesi europei, ottenuta grazie alle Direttive Europeee in materia.

Anche Sesto Fiorentino ne ha goduto, in quanto dai precedenti inventari (1995, 2005) si evidenzia una importante riduzione dei principali inquinanti prodotti dal traffico (ossido di carbonio) e dalle attività industriali (anidride solforosa).

Con l'entrata in funzione dell'inceneritore si tornerà indietro e la qualità dell'aria di Sesto e degli altri comuni coinvolti peggiorerà. 

Infine ci chiediamo anche se la Valutazione di Impatto Ambientale sia stata effettuata in modo corretto valutando, come previsto, possibile alternative.

Specialmente quando come in questo caso, scelte diverse (riduzione alla fonte, raccolta differenziata porta a porta, riciclo e recupero, compostaggio della frazione organica, trattamento a freddo della frazione indifferenziata residuale e ulteriore recupero della materia) potrebbero permettere di risolvere il problema degli scarti della Toscana con impatti ambientali decisamente più contenuti del termovalorizzatore nella Piana di Firenze.  http://federico-valerio.blogspot.it/2016/08/la-pressione-ambientale-dellincenritore.html?utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed:+ScienziatoPreoccupato+(Scienziato+Preoccupato)

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