mercoledì 31 agosto 2016

discarica di Borgo Montello tra emissioni odorigene moleste e roghi dolosi

Nella serata del 29 agosto, come spesso accade agli
 impianti di trattamento rifiuti, specialmente in occasione 
di "particolari" difficoltà per il rinnovo o la scadenza di 
autorizzazioni nella regione Lazio c'è stato un rogo 
doloso anche nei pressi della discarica di Borgo 
Montello, si ritiene opportuno vigilare affinchè non 
si ripetano ulteriori episodi. 
L'incendio è avvenuto nei pressi dell'impianto a biogas, 

quali potevano essere le conseguenze? 
 (Vedere alcune immagini http://pontiniaecologia.blogspot.it/2016/08/discarica-di-borgo-montello-roghi.html) 
Nella notte dalle 23 del 30 fino oltre l'1 del 31 agosto
 forti emissioni odorigene moleste dalla discarica di 
Borgo Montello verso le residenze in via Monfalcone.
Se dopo anni, udienze di processi, sopralluoghi, 
conferenze dei servizi, documentazione prodotta 
comune e provincia di Latina continuano a ritardare
 le richieste di accesso agli atti, anche solo per spiegarne
 le motivazioni, quando la norma attuale ha escluso 
tale aspetto, se ci hanno ricevuto e invitati al parlamento 
europeo a Bruxelles, nella commissione contro le ecomafie
 bicamerale, alla Pisana non deve meravigliare l'assenza
 di qualsiasi intervento locale in difesa delle persone, 
dei cittadini e delle aziende da decisioni sbagliate delle Istituzioni.
Se dopo l'evidente e riconosciuto disastro ambientale
 ancora si privilegia al rispetto della vita umana, alla tutela 
dei diritti civili e sociali, alle garanzie costituzionali l'aspetto
 burocratico le risposte alla mancata prevenzione e tutela 
della salute pubblica, che sarebbero un obbligo istituzionale 
per comune e provincia, non so quali possano essere.
Un mese e mezzo fa i cittadini di via Monfalcone sono 
stati ricevuti dal Sindaco di Latina Damiano Coletta che 
aveva promesso un intervento.
Se l'amministrazione comunale si dice sia l'espressione 
del "bene comune", ai cittadini di via Monfalcone diventa 
legittimo pensare che se "Cristo si è fermato ad Eboli", 
il "bene comune" o anche solo "bene" e "comune" forse 
si sono fermati in via Piave, di sicuro non sono arrivati 
dalle famiglie torturate dalla discarica.

 Si chiede pertanto che tale disagio ripetuto deve 
essere considerato nella valutazione di impatto
 ambientale per gli impianti sottoposti a valutazione 
di impatto ambientale che, se continuano a generare
 tale situazione con i conferimenti pressochè interrotti
 da circa 1 anno è facile immaginare cosa succederà se 
e quando, nonostante non si ritiene ci siano le condizioni 
di legge, la regione Lazio intendesse approvare l'ennesimo 
conferimento di rifiuti nel sito.
Si ribadisce agli Enti competenti l'urgenza più volte 
rappresentata e riconosciuta dagli stessi Enti di delocalizzare
 le persone oltre alla prevenzioni di tali fenomeni di inquinamento. 
 
Grazie dell'attenzione e della sensibilità, si allega il documento sulle 

 conseguenze sanitarie delle discariche (Isde Position Paper ISDE Italia La gestione sostenibile dei rifiuti solidi urbani)

Distinti saluti.
 (Isde Position Paper ISDE Italia La gestione sostenibile dei rifiuti solidi urbani)
 http://www.isde.it/wp-content/uploads/2014/02/2015-08-12-Position-Paper-RIFIUTI-finale.pdf
Come illustrato in precedenza, le discariche di rifiuti sono, in questo momento, la modalità di smaltimento più diffusa nel nostro Paese.Discariche che, anche se controllate, possono causare contaminazione del suolo [16, 17] (in particolare da metalli pesanti [17-20]) e delle falde acquifere [17, 21-23], inquinamento atmosferico [24-28], oltre a contaminazione della catena alimentare [29, 30]. Considerando soltanto le discariche per RSU apparentemente ben gestite, uno studio osservazionale condotto in Italia, per un periodo di nove anni e in un’area che comprendeva otto Comuni (oltre 11.000 residenti) limitrofi a una discarica, ha mostrato eccessi di mortalità anche per malattie non neoplastiche (cardiovascolari, respiratorie, dell’apparato digerente e del sistema nervoso) [31]. Un altro studio condotto tra il 1995 e il 2000 su una vasta area della Toscana (sei discariche localizzate in cinque diverse province) ha rilevato eccessi di mortalità per malattie cardiocircolatorie e cerebrovascolari, per tumori maligni del sistema ematolinfopoietico, del fegato e della vescica [32]. È stato inoltre riportato un aumentato rischio di malformazioni congenite in popolazioni residenti in prossimità di discariche [33]. Una revisione della letteratura ha segnalato un incremento di rischio pari al 2% per l’insorgenza di anomalie congenite e del 6% per basso peso alla nascita nella popolazione residente entro due chilometri di distanza da discariche di rifiuti. L’incremento del rischio è risultato essere maggiore nel caso di discariche di rifiuti tossici [34]. 14Eccessi di anomalie congenite (in particolare difetti del tubo neurale e dell’apparato circolatorio, gastroschisi, e palatoschisi) in nati da madri residenti in prossimità di discariche per rifiuti tossico-nocivi sono stati rilevati anche in altri studi [35-37]. È stato inoltre suggerito come il tasso di malformazioni congenite decresca all’aumentare della distanza dalla discarica [38]. Alcuni studi hanno evidenziato la possibile presenza di un aumentato rischio di neoplasie del fegato e della vie biliari, del rene, del pancreas, della vescica, dello stomaco, del polmone, della prostata e un’aumentata frequenza di linfoma non-Hodgkin in chi vive in prossimità di queste aree [32, 39-41]. Anche nel caso in cui il percolato contenga basse concentrazioni di contaminanti chimici con capacità cancerogena nota, la presenza combinata di più sostanze può generare elevata tossicità e causare effetti sinergici o additivi in termini di cito-tossicità e genotossicità [42]. Studi in vitro hanno inoltre dimostrato che il percolato è in grado di indurre danno del DNA, epatotossicità e stress ossidativo [43, 44], rappresentando un grave rischio per la salute umana e per l’ambiente [45]. Oltre all’inquinamento da tossici chimici, sono possibili rischi di contaminazione microbiologica da diffusione di batteri potenzialmente patogeni, la cui presenza è stata dimostrata sia in campioni di aria indoor e outdoor [46, 47] che nel suolo [47], con elevata frequenza di batteri gram-negativi [46]. L’inquinamento dell’aria, in particolare, è di entità tale da incrementare il rischio sanitario e alterare la qualità della vita nei residenti in territori limitrofi [28, 48], principalmente a causa di emissioni non convogliate di acido solfidrico [28, 49], metano [50, 51], CO2 e di oltre 200 composti organici non metanici [52], cloruro di vinile [48, 53], benzene [48], metalli pesanti [54], particolato [55-57]. Il biogas prodotto dalle discariche ha anche un’ulteriore ricaduta negativa a causa dell’effetto clima alterante del metano. Le emissioni di metano da discariche di rifiuti urbani e dalle acque di scarico ammontano a circa il 90% di tutte le emissioni prodotte dai vari sistemi di trattamento dei rifiuti. Tuttavia, pur rappresentando circa il 18% delle emissioni antropogeniche di metano, in termini globali le emissioni di gas serra, attribuibili ai rifiuti, contribuiscono solo in piccola parte alle emissioni antropogeniche totali di gas serra (circa il 3%) [58]. Uno studio sull’esposizione a piombo ha rilevato che la concentrazione di questo metallo tossico nella polvere domestica di case localizzate in prossimità di una discarica dismessa, superava i livelli di legge nel 17% dei casi e che valori rilevanti di piombo erano 15 riscontrabili nel sangue di bambini di età inferiore ai 6 anni residenti nell’area esaminata [54]. Studi in vitro hanno dimostrato una immuno-tossicità e una capacità di indurre processi flogistici più marcati per il particolato proveniente da siti che ospitavano discariche, rispetto a quello campionato in zone urbane e rurali [55].

Messaggio di posta certificata



Il giorno 31/08/2016 alle ore 07:21:25 (+0200) il messaggio
"discarica di Borgo Montello tra emissioni odorigene moleste e roghi dolosi" è stato inviato 
indirizzato a:
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Il messaggio originale è incluso in allegato.
Identificativo messaggio: opec281.20160831072125.21625.01.1.66@pec.aruba.it

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