giovedì 28 luglio 2016

Con equivalente di costo 3 km di inutili (e dannose) autostrade si realizzano 4 bicipercorsi italiani Nasce un’Italia da scoprire in bicicletta

Firmato il protocollo delle ciclovie nazionali: 1500 chilometri tra grandi città e luoghi minori 

ROMA

I finanziamenti erano stati trovati nell’ultima legge di stabilità, ma il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio - uno che in bici ci va anche in città - ha mantenuto la promessa di fare presto. E così, con la firma ieri dei protocolli d’intesa per la progettazione e la realizzazione delle prime quattro ciclovie - presenti il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, i governatori di Lombardia e Veneto Roberto Maroni e Luca Zaia e i rappresentanti delle Regioni coinvolte - nasce ufficialmente il sistema delle ciclovie nazionali. 

Quattro percorsi - da Torino a Venezia, da Verona a Firenze, da Caposele nell’Avellinese a Santa Maria di Leuca a Lecce, intorno alla capitale - su cui i ciclisti potranno viaggiare con i loro tempi in sella a una bicicletta, su percorsi protetti e sicuri. Se tutto andrà bene, bisognerà aspettare il 2018: anche se in tutti e quattro i casi i progetti sono già elaborati da anni, i passaggi burocratici per permessi e gare prenderanno almeno due anni. 

Una grande notizia per gli amanti della bicicletta, che nel Belpaese sono tanti e maltrattati. Una grande notizia anche per le sempre più numerose imprese che scommettono sul turismo slow e sostenibile, che in Italia potrebbe assicurare un giro di affari di oltre tre miliardi e molti posti di lavoro. Soldi che oggi prendono la direzione di Francia e Germania, i Paesi meglio attrezzati per sfruttare la ricchezza del cicloturismo. Per l’operazione nei prossimi tre anni sono stati stanziati 91 milioni, che saranno utilizzati (ma ne serviranno almeno il triplo in più, per fare le cose per bene, con risorse che verranno investite dalle Regioni e da altri enti locali) per costruire 1500 chilometri di ciclopiste. Con la stessa somma stanziata dal Parlamento, attenzione, si sono realizzati «ben» tre chilometri dell’inutilizzata autostrada Brebemi in Lombardia o un chilometro e mezzo della discussa Tav Torino-Lione. 


I quattro progetti sono pronti da tempo e da anni sono sostenuti dal mondo ambientalista e della bicicletta. Si va dalla Ciclovia del Ven-To, elaborata dagli esperti del Politecnico di Milano, 680 chilometri lungo il Po da Venezia a Torino, alla Ciclovia del Sole, 300 chilometri da Verona a Firenze. C’è quella dell’Acquedotto Pugliese, 500 chilometri, e il «Grab», il Grande Raccordo Anulare delle Biciclette, intorno a Roma. Il protocollo d’intesa per il «Grab» ancora non è stato perfezionato, ma lo sarà in tempi rapidi. La selezione dei primi percorsi ha visto una serie di criteri: le indicazioni della rete ciclabile europea «Eurovelo», il redigendo Piano straordinario per la mobilità turistica di Mit, Mibact e Regioni e le proposte di tracciati già delineati da studi di fattibilità, redatti da parte di associazioni, privati ed enti. 

«È un giorno importante - ha detto Delrio -. Vogliamo riportare la bicicletta come mezzo di turismo e non solo di trasporto. È passato un messaggio culturale della necessità di una rete di ciclovie nazionali e prevediamo tempi di realizzazione rapidi, con apertura dei cantieri nel 2017 e operatività nel 2018». «Non stiamo facendo annunci - ha commentato Franceschini - ma realizzando cose concrete. Ora dobbiamo valorizzare tutto il territorio nazionale e credere in forme di turismo diverse da quello tradizionale». 
http://www.lastampa.it/2016/07/28/scienza/ambiente/focus/nasce-unitalia-da-scoprire-in-bicicletta-4HMr73ut66K9G5DEcAUT6N/pagina.html

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