giovedì 2 giugno 2016

Il mini Mose come l’altro: “Del bando me ne sbatto” QUELRAMODELLAGO Corruzione, falso e turbativa d’asta travolgono anche l’amministrazione di centrosinistra a Como. Le intercettazioni dei funzionari

Oggi in Campidoglio
Indagata la Petrocelli,
fino al 2015 segretario
generale poi scelta
da Tronca per Roma
32 milioni
La spesa lievitata
Erano 12 quelli
all’inizio dei lavori
DAVIDE MILOSA
inviato a Como
Dalle star di hollywood
al malaffare. Dopo
Lodi, anche Como
capitola. Appena
dieci mesi d’indagine per mettere
insieme un bel carnet di
reati che travolgono la città
guidata dal sindaco Mario Lucini
e da una giunta di centrosinistra
appoggiata dal Pd.
Tanto per capire: corruzione,
falso, turbativa d’asta, violazione
della normativa edilizia
e paesaggistica. Sul tavolo della
Procura il mini Mose, un
progetto di “paratie” per arginare
l’acqua alta. Un sistema
simile a quello di Venezia affidato,
fin dal 2008, alla società
Sacaim, la stessa che ha operato
in Laguna, poi travolta
dallo scandalo giudiziario veneto.
UN’OPERA, quella delle paratie,
la cui spesa iniziale era di 12
milioni e che oggi, a colpi di varianti,
è lievitata fino a 32. Il
cantiere è fermo dal 2012. Da
allora il lungo lago è sfregiato
dalle impalcature. Tanto che i
cittadini hanno inviato oltre
80mila cartoline al premier
Renzi perché intervenga. In
carcere è finito il funzionario
del comune Pietro Gilardoni,
dal 2013 (nominato da Lucini)
direttore lavori per le paratie.
Domiciliari per Antonio Ferro,
responsabile dell’o p e ra .
Entrambi sono accusati di turbata
libertà nella scelta del
contraente, favoriti anche da
Maria Antonietta Marciano
dirigente dell’area legale del
Comune e da Antonella Petrocelli
(anche lei indagata), segreteria
generale a Como fino
al 2015, oggi al Comune di Roma
con lo stesso

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