martedì 24 maggio 2016

Ostia, dopo mafia capitale. La spiaggia non è più pubblica è del costruttore. Verdi L’85% della spiaggia è cementificato, bisogna re vocare la concessione a tutti coloro che non lasciano libero accesso ANGELO BONELLI

Un arenile da 700 milioni di danno erariale
La condanna della Corte dei conti è arrivata nel 2011. I giudici
contabili del Lazio hanno certificato che se i canoni demaniali
marittimi, ovvero l’affitto delle spiagge, non fosse stato
errato lo Stato avrebbe incassato 700 milioni in più. L’e r ro re
riguarda sette tra i più grandi stabilimenti di Ostia: Capanno,
Dune Village, Nuova Pineta, Lido Beach, Gambrinus, Rotonda
e Capannina. A esser condannato è stato un ex dirigente del
Campidoglio, Gianfilippo Biazzo. Questa è l’origine dei mali
più recenti della spiaggia di Roma, perché “mancavano i titoli
edilizi relativamente a una serie di opere poste in essere dai
titolari degli stabilimenti”, certificò la Corte dei conti. E
ancora: “Una grave e diffusa situazione di abusivismo edilizio
e di occupazione abusiva delle predette aree demaniali”. Fu
successivamente il Demanio “a sanare la posizione di coloro
che, pur non avendo titoli legittimi d’occupazione delle aree
demaniali in corso, avevano continuato a occuparle”. Così
cominciò la storia del Lungomuro

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