giovedì 3 marzo 2016

Nel 2015 ventimila elefanti africani uccisi per l'avorio Rapporto Cites per la Giornata mondiale della natura

Oltre la metà delle morti di elefanti nel mondo avviene per mano dei bracconieri: dall'inizio dell'anno sono stati già uccisi 1500 pachidermi per il loro avorio. Lo afferma la Fondazione Born Free in occasione della Giornata mondiale della Natura che ricorre oggi ed è dedicata quest'anno agli elefanti asiatici e africani. Secondo i dati della fondazione, che monitora la popolazione di elefanti dal 2012, sono stati uccisi per l'avorio contenuto nelle loro zanne oltre 140 mila elefanti, in Africa e in Asia. Il World Wildlife Day, sottolinea Adam M. Roberts, amministratore delegato di Born Free, "rappresenta la perfetta occasione per i leader globali di dichiarare una fine permanente e decisa al commercio dell'avorio". 

Nel 2015 si stima che almeno 20mila elefanti africani siano stati uccisi per il loro avorio. Una piaga, quella del bracconaggio e dei traffici illegali, che sta decimando la popolazione mondiale dei pachidermi secondo l'ultimo rapporto del Programma di monitoraggio dell'uccisione illegale degli elefanti (Mike) del Cites.

Nonostante il calo rispetto al picco negativo registrato nel 2011, il bracconaggio risulta ancora una minaccia immediata e seria per la sopravvivenza degli elefanti africani perché è superiore al normale tasso di crescita della loro popolazione.

Difendere la natura dai criminali diventa sempre più pericoloso. Secondo un'indagine condotta in Asia dal Wwf i ranger preposti alla difesa della fauna selvatica non si sentono supportati dalle autorità nel loro compito. Il 63% degli intervistati ha dovuto affrontare situazioni in cui la propria vita era a rischio, il 74% non si sente adeguatamente equipaggiato e il 48% non pensa di avere la giusta formazione.

Circa un terzo non ha uno stipendio appropriato o regolare.

Il bracconaggio poi alimenta tutta una serie di traffici illeciti legati alla natura che ormai nel loro complesso sono il quarto giro d'affari illegale al mondo. Foraggiando criminalità e corruzione. Anche il web fa la sua parte: Facebook sta diventando un nuovo mercato online per il traffico di specie a rischio. Gli attivisti di Traffic denunciano la scoperta di centinaia di animali protetti - tra cui gibboni e binturong o gatti orsini - in vendita su gruppi Fb in Malesia.

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