lunedì 28 marzo 2016

Lazio La carica dei 212 dirigenti regionali che vale 18 milioni di euro l’anno

https://www.facebook.com/notes/ivan-eotvos/la-carica-dei-212-dirigenti-regionali-che-vale-18-milioni-di-euro-lanno/761754123959979

La carica dei 212 dirigenti regionali che vale 18 milioni di euro l’anno
IVAN EOTVOS·LUNEDÌ 28 MARZO 2016
 Il settore pubblico, terra di disparità operative che non trovano alcun termine di possibile paragone nel mercato privato. E se per gli insegnanti è dura, negli ospedali mancano i macchinari e le forze dell’ordine non hanno la benzina per tenere in strada una macchina, dove non manca mai il flusso di spesa è il settore degli uffici pubblici.
Dalla “casta” politica a quella dei dirigenti il passo è breve

Il libro “La Casta” dei giornalisti Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, ha nel tempo fatto crescere la consapevolezza di come la classe politica possa costare caro ai cittadini. Ma il messaggio che alla fine le masse ne hanno tratto è forse diverso, distorto da quello che era nell’animo degli autori di uno dei libri-inchiesta di maggiore successo della storia recente. Perché se è vero che i privilegi della politica sono ancora molti, nonostante ampie scremature e rottamazioni (e adesso a tutti sembra una svolta epocale il fatto che alla buvette della Camera il caffè non sia gratis) è anche vero che c’è tutto un vasto settore pubblico dirigenziale con contratti intoccabili che nessuno elegge, ovviamente, e che hanno premi, coperture e salari base degni dei più rampanti dirigenti aziendali di successo.
Il doppio filo con la politica

Società che spendono milioni per funzionare collegate a doppio filo con la politica e le istituzioni, ma immuni a qualsiasi tentativo di spoil system, che rispondono solo e soltanto delle regole, in uno scaricabarile burocratico infernale dove alla fine, nessuno ha mai la colpa di nulla, mentre è facilissimo riconoscere i ricchi compensi di merito raggiunto. In tutti gli ambiti territoriali partendo dai comuni per arrivare fino alla Pisana, numerose posizioni dirigenziali sono perdurate indisturbate per anni, sopravvivendo a terribili inchieste, scossoni politici e penali.
La Polverini: “comandavano i dirigenti”

Sia d’esempio per tutte il caso dei dirigenti dei settori ambiente ed urbanistica a tutti i livelli, autori di veri e propri disastri culminati negli anni in arresti, inchieste e fiumi di inchiostro. Ma mentre il politico di turno è in prima linea a subire il fuoco delle opposizioni e della stampa (quando c’è) il dirigente non sente né caldo né freddo. Al processo Cerronopoli recentemente è stata ascoltata Renata Polverini, come persona informata sui fatti che hanno dato vita ad un maxi processo sui rifiuti laziali. E sebbene la sua campagna elettorale facesse molto leva sul ciclo dei rifiuti, al processo è emerso un dato che forse in molti avevano immaginato, quando l’ex governatrice del Lazio asseriva “io di rifiuti non sapevo nulla, erano i dirigenti a dirci cosa dovevamo fare”. Gli stessi dirigenti che sono oggi sospettati di essere stati al “servizio” del patron dei rifiuti e domunis del sistema Manlio Cerroni. Gli stessi dirigenti che percepivano lauti compensi.
La carica dei 212

La situazione oggi nel Lazio è interessante. Perché i dirigenti dislocati in tutti i servizi sono 212 che percepiscono quasi tutti circa 45 mila euro di stipendio tabellare lordo (il compenso base) più un indennizzo di posizione che arriva fino a 43 mila euro lordi l’anno. Circa 88 mila euro di media lordi annui per 212 persone fanno 18.656.000,00 euro circa. Una cifra davvero ragguardevole se si considera la gigantesca pianta organica dell’ente regionale e che quindi lascia presumere che si spendano moltissimi soldi per gli stipendi.
La prateria delle aziende regionali

Perché non bastasse la carica del 212 dirigenti alle dirette dipendenze della Regione Lazio ci sono anche i dirigenti delle società controllate direttamente dalla Regione, che sfuggono ancora di più alle logiche dei controlli popolari, sebbene ovviamente, in ossequio alle legge tutti i dati relativi agli stipendi dei dirigenti siano riscontrabili presso l’area “Personale” dell’amministrazione trasparenze del sito istituzionale regionale. Sebbene però, la sensibilità verso le aziende controllate sia notevolmente aumentata, ecco che basta dare un’occhiata agli stipendi dei manager e dirigenti di queste società e si possono “ammirare” stupendi lordi molto favorevoli come pure sono molto favorevoli gli accordi contrattuali di questi dirigenti, da equiparare quasi in toto a quelli che lavorano nell’area amministrativa della Regione.
I dirigenti delle società regionali

Le società sono dieci, ma non siamo riusciti a reperire in tempo utile informazioni di una di queste, la Snam.Im spa attraverso il sito dell’ente. Gli stipendi di questi dirigenti superano di gran lunga in media quelli operanti direttamente negli uffici regionali. E navigando sui vari siti apprendiamo che l’Astral, la società che si occupa delle strade e della loro manutenzione e che ogni anno spende circa 10 milioni di euro in stipendi lordi complessivi ha tredici dirigenti, con stipendi lordi che vanno dagli 86 mila ai 108 mila euro l’anno, per un costo complessivo di 1,3 milioni di euro circa. Lazio Service Spa, 1400 dipendenti, nata nel 2001 per “ottimizzare le risorse umane” dello stesso ente regionale, ha dirigenti che guadagnano fino a 130 mila euro l’anno. A breve, in ossequio alla razionalizzazione dei costi, la Lazio service verrà accorpata con la “Lait”, 13 dirigenti con una media stipendi di 83 mila euro e un milione di euro l’anno di costi vivi solo per questi stessi dirigenti, azienda che opera nel settore informatico nata sempre nel 2001 per “la realizzazione del sistema informativo regionale”. Tra tutti i dirigenti ce n’è uno dell’azienda di trasporti Cotral che guadagna 170 mila euro, mentre “Lazio Ambiente”, operante nel settore dei rifiuti e che gestisce situazioni assai complesse (come per esempio alcune discariche) ha una media di stipendi lordi per dirigente di 129 mila euro l’anno. Più si guarda la mastodontica macchina della pubblica amministrazione nel Lazio più ci si rende conto che nei servizi di prima linea si deve razionalizzare anche sulla carta o i beni di prima necessità mentre, nei centri vicini al “quartier generale” si opera a regimi di spesa difficili da sostenere.

Nessun commento:

Posta un commento